Corruzione: nel Lazio cento arresti in un anno, l’infinita “banda della sanità”. Un deficit di dieci miliardi

Gli ultimi li hanno arrestati al mattino di martedì 9 giugno. Loro si erano “mangiati” cinque milioni,  gli inquirenti li inseguivano da due anni. Eppure a sera dello stesso giorno il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo si lasciava sfuggire un sospiro più di rassegnazione che di soddisfazione: «In un anno cento arresti, questa è la sanità nel Lazio…».

Cento arresti un anno e mica di gente qualunque, ogni mese raccolte le prove e colti sul fatto una decina di direttori amministrativi, manager, imprenditori, fornitori. Ogni mese una decina di loro che conosce le manette, poi escono subito, ma questo è altro discorso. Cento all’anno e, poichè come investigatore sa e pure il buon senso conferma, per uno scoperto almeno altri nove la fanno franca, si arriva a mille manager della sanità nel Lazio dediti all’industria della corruzione.

Se la statistica e il buon senso dicono mille e più di mille, l’aritmetica non dà loro torto. Dieci miliardi di euro è il deficit della sanità nel Lazio. Non l’hanno accumulato i pazienti evitando di pagare il ticket. Dieci miliardi sono una cifra enorme, un deficit che da anni finanzia e ingrassa i laboratori di analisi privati e le cliniche private più numerose che in ogni altro luogo d’Italia. E irrora, bagna e fertilizza una corruzione di massa che investe e coinvolge i fornitori, gli imprenditori e gli amministratori delle strutture pubbliche. Dieci miliardi di cui si è “unta” la sanità del Lazio sotto il governo di centro destra di Storace e sotto quello di centro sinistra di Marrazzo.

Dieci miliardi che non hanno mai smesso di crescere: nonostante ne arrestino cento all’anno, la corruzione non si ferma, loro non si fermano. Perchè distribuire, intascare e sprecare denaro pubblico è il loro vero mestiere, la vera professione della infinita “banda della sanità” del Lazio.

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