D’Alema: “Renzi ego ipertrofico”. Disse cornuto bue ad asino…

D'Alema: "Renzi ego ipertrofico". Disse cornuto bue ad asino...
D’Alema: “Renzi ego ipertrofico”. Disse cornuto bue ad asino…

ROMA – D’Alema, si apprende dal telegiornale di Enrico Mentana, non è intenzionato ad accettare, concedere un faccia a faccia referendario con Matteo Renzi. E il motivo del diniego è, letteralmente, “non alimentare l’ego ipertrofico” del suddetto Renzi. Ego del presidente del Consiglio che, si evince dalle parole dell’ex “leader massimo” (lo chiamavano così e la cosa non gli dispiaceva affatto), verrebbe “alimentato”, premiato, eccitato dalla circostanza di gareggiare, sostare nella stessa pubblica stanza, niente meno appunto che con massimo D’Alema.

No, D’Alema non pare proprio voglia dare a Matteo Renzi il rango di un suo pari. Lo sdegnoso argomento del “non alimentare l’ego” dell’altrui inferiore è quello del signore a fronte del plebeo. E questo si sente D’Alema a fronte di Renzi: un signore della politica a fronte di un plebeo. Pur di porre riparo a questo sovvertimento (il plebeo al governo e a capo del Pd) D’Alema è pronto a molto, quasi a tutto. Ma non a duellare con Renzi. Il nobile di stirpe e di rango non duella con l’uomo della servitù.

Per il resto, disposto a tutto. Se chiedete a D’Alema la ragione ultima e vera per cui un “compagno”, uno davvero di sinistra dovrebbe votare No al referendum, dovrebbe bocciare la legge che contiene abbondantissime dosi di quanto PdS, Ds e Pd predicano da decenni, eccola la risposta: “se vince il Sì si tiene il Pd e noi non abbiamo più casa”. Non vi è dubbio che questo è pensiero di statista, visione che non si vede come possa confrontarsi, senza abbassarsi e inzaccherarsi un po’, con quel terra terra di Renzi.

L’ego di Renzi…Un bombolo, lui e il suo ego. Renzi è quell’eterno compagno di classe discretamente ma inguaribilmente antipatico che ha sempre chissà come una merenda con la panna da tirare intatta fuori dallo zaino. Panna che slurpa e le dita gli restano sempre nonostante ciò immacolate. Non la piega del labbro però, dove sempre si annida la traccia di uno sbaffo di panna. Renzi troppo cuor contento per essere vero. Renzi che agli italiani brava gente un po’ ci crede e un po’ fa finta di crederci e sbaglia calcolo alla prima, non alla seconda che hai letto.

Renzi ragazzone sempre troppo giocherellone. Con le slide, gli slogan, le battute…Renzi che si piace, si guarda, si compiace, Renzi che si sente fico. Questo è l’ego di Renzi.

Quello di D’Alema di ego si iscrisse giovanissimo al campionato dei pesi massimi appunto e non ha mai smesso di espandersi, come accade alle galassie (unico paragone che il nostro troverebbe calzante). Da giovane stabilì cosa poteva e doveva essere il comunismo e poi il socialismo e poi la socialdemocrazia. Purtroppo il pianeta non lo ascoltò. Nelle pieghe del tempo quasi libero stabilì cosa doveva essere il giornalismo. Quindi comandò il partito e guidò anche il governo. Sempre spiegando con esattezza scientifica filosofica cosa era il partito, un partito, il governo, un governo. E cosa fosse la sinistra ovviamente. Un solo problema, sempre, ovunque fosse e agisse D’Alema. E il problema era che il suo “così è, così deve essere” nessun riscontro trovava nella realtà.

Precocemente l’ego di D’Alema maturò la spiegazione ontologica: la limitata capacità degli umani a condividere le categorie concettuali cui D’Alema attingeva. Quindi comunicò con una sorta di sussiego che non si sarebbe più occupato di minuzie e mestizie quali la politica italiana e avrebbe curato gli interessi e i destini del mondo, in particolare dell’Europa. L’Europa aveva già i suoi guai e non risulta D’Alema abbia fatto danno. Non risulta abbia fatto peraltro nulla. Ma d’improvviso un lampo: in fiera e netta opposizione con il Partito socialista Europeo (per decenni indicato da D’Alema come la vera casa) e in aperta dissonanza con tutti i leader europei ed europeisti, D’Alema lancia il grido di battaglia: Renzi delendum est, Renzi va abbattuto.

Perché quel cafone e plebeo si è preso casa Pd, perché ne va del blasone e della tradizione, perché gli va data una lezione definitiva, perché non si lede la maestà della sinistra, cioè di D’Alema giacché come ognun sa le due cose coincidono. L’ego, D’Alema, Renzi…come nella favola,  è il bue che dice cornuto all’asino.

Gestione cookie