Se…deriva dei continenti dei partiti, tettonica a zolle degli elettori

ROMA- Certo che se ne sentono…tante. La più originale e fresca di conio è quella del leghista Marco Reguzzoni per cui la “limitazione del contante favorisce le banche”. Se ne deduce che pagarsi reciprocamente a nero non è atto di evasione fiscale ma autodifesa di popolo contro gli speculatori internazionali del bancomat. Ma la più diffusa e trasversale, sulla bocca di parlamentari, giornalisti e gente comune che in comune hanno di saperla lunga, è quella della “democrazia negata, offesa, imprigionata”. Democrazia impedita? Nessuno vieta al Parlamento, ai giornali, al corpo elettorale di democraticamente dire di no, esprimersi contro e stabilire che si fa “come vogliamo noi”. Non si vuol pagare il debito, si vuole uscire dall’euro o altro del genere? Basta dirlo. Alla sola condizione di pagare quel che costa, condizione che però viene graziosamente omessa.

Certo che ne succedono…tante. Più di quante oggi si immagini. Nella politica ad esempio e in quella che si chiama la “geografia elettorale” italiana. Se “questi”, questi del governo Monti durano 18 mesi e funzionano un po’…Se e sottolineiamo se…Non è per nulla detto che durino e tanto meno che funzionino. Ci sono discrete illusioni al riguardo e sono in atto parallele “santificazioni” e “demonizzazioni” dei tecnici al governo, come da consolidato costume italiano. Ma, se durano e almeno un po’ funzionano, sarà la deriva dei continenti dei partiti e una “tettonica a zolle” dell’elettorato.

La Lega ha scommesso tutto sul non durano e soprattutto non funzionano. Se avrà avuto ragione tra qualche mese la Lega sarà forte nell’elettorato e indispensabile per formare nuovi governi di nuovo tutto politici. In caso contrario la Lega sarà tra quelli che non contano e soprattutto non risolvono, inutile e inutilizzabile per governarci assieme.

Se “questi” durano e un po’ funzionano, allora il Pdl non cambia solo nome, cambia i connotati. Una parte minoritaria del Pdl può costituire il nucleo di una destra italiana anti Europa a prescindere. Un’altra e più grossa parte può scivolare non tanto a fondersi quanto a rifondersi con quello che oggi è il Terzo Polo. Materiali di una nuova lega, stavolta con la minuscola, lega sociale e politica di cui sarà fatto e composto un partito moderato, conservatore, centrista. Quella roba che in Italia non c’è o c’è molto poco e che in Inghilterra si chiama Cameron, in Francia Sarkozy, in Germania Merkel. Uno, non l’ultimo dei nostri problemi è che questa roba in Italia si è chiamata per quasi 20 anni Berlusconi.

Se “questi” durano e funzionano anche solo un po’, dureranno e funzioneranno malgrado e in contraddizione con quel che pensano Vendola, Di Pietro e anche un’anima profonda ma non sotterranea del Pd. E al blocco delle sinistre resterà, dopo la deriva dei continenti, il ruolo e il posto in geografia che oggi è dell’Australia: vasta e lontana.

Se “questi” durano e un po’ funzionano, la piccola e travagliata “Europa” del Terzo Polo si ingrandirà assorbendo pezzi della “Africa” che si è staccata dalla “America meridionale” che sarà diventata la Lega. E “l’America del Nord”, forma assunta dal Pd, potrà decidere se allearsi con l’Europa ingrandita oppure tentare una via, attraverso “l’Asia del Nuovo Ulivo” di ricongiungersi con “l’Australia”.

Se “questi” durano e funzionano almeno un po’, la politica italiana non morirà o finirà in catene, ma cambierà i connotati: altri “continenti”, altri “passaggi” a Nord-Ovest, altre rotte e vie di comunicazione. Ma non è detto che durino, tanto meno che funzionino. Forse, dopo la scossa di terremoto, dissolta la polvere, resterà in piedi la politica che c’è con la sua “geografia”.

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