Gli euro porcellini ma non è la Merkel il lupo cattivo

ROMA – Angela Merkel, la “Preside Tosta”. Mario Monti, il “Prof in Cattedra”. E Nicolas Sarkozy, il “Capoclasse Esuberante”. Sono i tre “euro-porcellini” che cantano “non lo temiam”. Il “lupo” che poi però, alla quarta o quinta “cantata”, arriva davvero. Nel racconto che ne fanno quasi tutta la stampa e la politica francese e italiana è la Merkel la “cattiva”, cattiva e anche un po’ ottusa. Quella che: “sia fatta giustizia e il mondo perisca”. Angela Merkel la lenta che non vede che Europa ed Euro stanno soffocando. E che quindi si rifiuta di togliere dalla testa di entrambi il sacchetto di plastica che impedisce di respirare: insostenibile livello e aumento dei tassi, il rifiuto del mercato a comprare titoli di Stato europei, la quasi asfissia di liquidi e garanzie delle banche. La Merkel dice no ad una Bce che compra quel che nessuno oggi compra, appunto il debito sovrano, quello degli Stati. Ed in effetti è solo la Bce che oggi, subito, può togliere dalla testa quel sacchetto che soffoca. Ha torto la Merkel a dire di no. Ma torto non ha quando dice che, tolto il sacchetto, l’aria non arriva lo stesso ai polmoni. Perché trasferendo nelle casse della Bce il debito sovrano questo resta merce finanziaria avariata di cui nessuno si fida. La Bce che si muove è compra è soluzione buona e valida in tempi di giorni, massimo settimane. Più a lungo, se stampa denaro per comprar titoli, diventa fabbrica di inflazione e essa stessa enfisema dell’economia e della società. Proprio come dice la Merkel e come pensa anche Mario Draghi e anche Mario Monti. E peccato per Sarkozy che voleva la Bce gli salvasse la Tripla A di Parigi e l’esito delle elezioni francesi.

Dice no la Merkel anche agli Eurobond. Eppure gli Eurobond, cioè titoli di Stato europei sono per l’Europa e per l’Euro le bombole d’ossigeno che vengono dopo che è stato tolto il sacchetto di plastica dalla testa. La Merkel dice no perché se c’è un Eurobond che paga interessi del quattro per cento invece che del sette di Btp italiani o spagnoli, vuol dire che la Germania vende il suoi debito al doppio degli interessi che oggi paga. Dice no perché con gli Eurobond la Germania finanziariamente ci rimette. Ci guadagna anche, eccome se ci guadagna. Ci guadagna che non salta l’Euro, all’ombra del quale la Germania ha fatto affari e ha mosso la sua macchina da esportazioni. Ci guadagna più di quanto ci perde Berlino. Ma la Merkel guarda alla “lista della spesa” della settimana e sembra non guardare al bilancio di una vita. Ma proprio ogni torto la Merkel non ha: Eurobond che coprono il 60 per cento del debito degli Stati? L’altro 40 per cento diventa carta straccia. Eurobond che “coprono” i governi nazionali e i nazionali partiti riguardo ai rispettivi elettorati? Sarebbe una “Cassa Comune” in cui in comune si versa ma ognuno preleva in nazionale e irresponsabile autonomia. Mario Monti non le ha dato torto: “Eurobond possono essere… ma non in astratto, altrimenti…”.

“Non in astratto”: vuol dire che l’Eurobond si può fare solo se arriva prima o almeno in contemporanea “l’unità fiscale”. Unità fiscale e che vuol dire? Vuol dire che gli Stati e i governi, e anche gli elettorati europei, possono fare cassa comune se smettono di essere diciassette paesi che in termini di bilancio fanno ognuno per sé e cassa comune per tutti. Vuol dire leggi di bilancio nazionali approvate o bocciate preventivamente da una sorta di governo continentale che sta sopra le singole nazioni. E vuol dire sanzioni automatiche, la Merkel le vuole addirittura emanate dalla Corte di Giustizia europea e non dalla politica, per chi sgarra. Su questo Monti ha detto di sì e chissà quanti in Italia hanno davvero capito. E anche Sarkozy ha detto di sì. Quanta e quale “unione fiscale” sarà si vedrà l’otto di dicembre.

Se sarà sufficiente “unione fiscale”, allora e solo allora la Bce potrà muoversi anche con l’assenso della Merkel, magari prestando soldi al Fmi che poi li presterà ai singoli Stati aggirando un divieto di legge per la stessa Bce. Allora e solo allora si potrà cominciare a lavorare ad Eurobond e magari meglio ad un Fondo Monetario Europeo. Allora, se e quando gli Stati, e gli elettorati d’Europa se qualcuno glielo spiega, avranno scelto di mettere nella cassa comune oltre che i soldi dei tedeschi anche la sovranità economica nazionale. Il Prof Monti lo sa che la Preside Merkel qualche torto ce l’ha ma che non proprio tutti. Anzi sul punto di fondo ha proprio ragione.

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