Fiorella Mannoia: Pd e M5S aboliscono vitalizi, cosa di più per placare le Fiorelle furiose?

Fiorella Mannoia: Pd e M5S aboliscono vitalizi, cosa di più per placare le Fiorelle furiose?
Fiorella Mannoia: Pd e M5S aboliscono vitalizi, cosa di più per placare le Fiorelle furiose? (foto Ansa)

ROMA – Fiorella Mannoia si è indignata su facebook con relativo (e scontato) gran successo di pubblico. La cantante che da qualche tempo non disdegna il ruolo di cittadina “delusa” dalla politica e in particolare dalla sinistra e che più volte ha sui social e altrove indicato e reso pubblico il suo “che fare” indirizzato alla società tutta, insomma la cantante cui piace farsi sentinella della morale pubblica si è imbattuta nel tema dei vitalizi dei parlamentari.

Con la freschezza di sentimenti di chi di vitalizi non ne sa nulla e mai ne ha sentito parlare e non ha tempo e voglia per saperne nulla, Fiorella Mannoia ha colto con le mani in un vasetto di marmellata la parlamentare Pd Daniela Gasparini presentatrice di un emendamento in cui si propone di portare la pensione di reversibilità susseguente alla pensione di un parlamentare da un 60% dell’importo dell’assegno (misura per tutte le pensioni di tutte le categorie) al 70 per cento o giù di lì.

Non solo, l’incauta e decisamente sgrammaticata parlamentare Pd secondo le cronache (Il fatto Quotidiano) ha motivato l’incremento percentuale con l’urticante, sgraziato e volgare seguente dire: “Altrimenti finisce che in famiglia di un parlamentare morto finiscono a fare il giardiniere o la sguattera”.

Dati alla parlamentare Pd ciò che le spetta, e cioè la non accettabilità della reintroduzione anche minima di un trattamento migliore per i pensionati parlamentari rispetto agli altri italiani e l’antipatia, a dir poco, delle parole e argomenti a sostegno, si dia a Mannoia quel che è di Mannoia (e del fatto Quotidiano e del pubblico plaudente).

Emendamento a che? A una legge che abolisce i vitalizi. Quelli che erano il privilegio dei parlamentari. Aboliti. Diventano pensioni. Pensioni calcolate con il contributivo, come quelle di tutti gli italiani. E pensioni percepite non quando si smette di fare il parlamentare, come era prima, ma quando arriva l’età pensionabile come tutti gli italiani. Un esempio? I parlamentari in carica pagano circa 900 euro al mese di contributi e se passata questa legislatura non saranno rieletti prenderanno a 65/66 anni poco più di mille euro netti al mese di pensione. Lo sa questo la Mannoia? Probabilmente, sicuramente no. Non chiediamo alle nobili e indignate coscienze di sapere di cosa parlano.

Le sanno queste cose in redazione al Fatto Quotidiano? Ovviamente sì. Ma scrivono che “l’emendamento alla legge ne vanificherebbe i buoni intenti”. Come? Abolire i vitalizi, toglierli ai parlamentari, fare dei parlamentari dei pensionati come tutti gli altri sarebbe vanificato dal dare al superstite il 70 anziché il 60 per cento della pensione in reversibilità? Aritmetica zero in pagella, fiele dieci in pagella.

E anche in grammatica e analisi logica stiamo scarsi assai. Dice l’emendamento (sbagliato, già detto): “se senza redditi da lavoro, dipendente o autonomo, senza rendite, fondiarie o da capitali reversibilità aumentata di un quinto”. Si legge nella cronaca indignata “senza soglia massima né criteri patrimoniali”, ma se c’è scritto che il superstite non deve avere un euro da lavoro e/o da rendita!

Ma torniamo alla Mannoia che scopre e denuncia un’altra indegnità: “Lo sapevate che la pensione di reversibilità dei parlamentari spetta anche ai conviventi?”. La Mannoia vibra di furore per questa indegnità, lo sa la Mannoia che che la pensione di reversibilità ai conviventi dopo la legge sulle unioni civili vale non solo certo per i parlamentari e che è comunque segno di civiltà e giustizia? O la Mannoia ci fa sapere che la pensione di reversibilità va data solo ai regolarmente sposati e si è improvvisamente invaghita della morale familiare di Giovanardi?

No, Fiorella Mannoia è democratica e di sinistra, molto di sinistra, cosa sia e cosa debba essere la sinistra lo va spiegando per concerti e appelli e ovviamente post sui social. E sui social arriva una generosa eco in risposta alla Mannoia, risposta solidale ed entusiasta. Gli argomenti? Parlamentari tutti in galera, parlamentari tutti ladri, parlamentari tutti schifo, parlamentari tutti fantocci di lobby-logge massoniche…roba che potesse Goebbels leggerle ne sarebbe soddisfatto e pieno di postumo orgoglio.

La legge che abolisce i vitalizi dei parlamentari e li trasforma da intollerabili privilegi in normali pensioni è una legge sostenuta insieme da Pd e M5S, caso praticamente unico nella legislatura. Cosa altro devono fare oltre ad abolire i vitalizi per placare le Fiorelle furiose? Cosa può spegnere questa sete riarsa, questo bisogno compulsivo di odiare e demolire qualunque cosa odori di Parlamento?

Niente, la risposta è: niente. Non c’è nulla che possa placare, spegnere, convincere. Nulla. E’ in atto la malattia autoimmune della democrazia, il sistema immunitario attacca il corpo che è chiamato a difendere. E la democrazia divora se stessa, evolve, muta in altro da sé.

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