Fontana a rapporto da Salvini. Lombardi e autonomi, da Roma. Ma non da bottega partito

Fontana governatore della Lombardia è stato pubblicamente chiamato a rapporto da Salvini leader di un partito politico. Chiamata a rapporto, tirata d’orecchio, rimprovero al metodo e al merito.

Dell’Ordinanza regionale che istituisce per un mese la notte in casa per tutta la Regione. Un capo di partito (Salvini) che rimbrotta, chiede conto, corregge una disposizione firmata da una istituzione di governo (Fontana). Una roba prepotente e umiliante. Ma fa nulla, ormai ci fanno caso in pochissimi a chi ha diritto e chi no a far cosa. A rilevarlo si passa per pignoli.

FONTANA E SALVINI: AUTONOMIA, ORGOGLIO E BANDIERA

Fontana in prima persona ma soprattutto la Lega hanno come bandiera e orgoglio l’autonomia della Regione. Autonomia che viene rivendicata come doverosamente larga e da allargare ancora. Autonomia in nome della conoscenza e familiarità con il territorio e con i suoi interessi. Autonomia in nome di una asserita e sbandierata maggiore capacità nel fare. Autonomia che non di rado si spinge fino a tratteggiare e ad atteggiarsi come una sorta di Stato autonomo efficiente nello Stato centrale incapace. Autonomia che nella narrazione e nella propaganda spesso e volentieri sconfina in una sorta di canzone della Repubblica autonoma, vuoi di Lombardia, vuoi di Veneto.

AUTONOMI DA ROMA, CIOE’ LIBERTA’

Autonomi da Roma e perciò liberi nell’auto governo. Liberi perché auto governati. Così la raccontano. Autonomi da Roma cioè non condizionati dagli interessi di altri, non condizionati da interessi che non siano quelli dei lombardi e dei veneti. L’hanno anche fatta votare ai cittadini delle rispettive Regioni l’autonomia, qualunque cosa possa in concreto significare.

MA NON DA BOTTEGA PARTITO

Di sicuro però non significa autonomi dagli interessi di partito. L’autonomia delle istituzioni, l’autonomia del governo regionale vale per Roma. il governo nazionale, la Ue, il mondo. Ma non vale se c’è di mezzo la Lega. Autonomi sì ma non dal partito. Se a Salvini pare che per interesse e scelta del partito la chiusura dei centri commerciali sia troppo rigida, allora vale la valutazione del partito. Regione Lombardia va a rapporto e allenta la chiusura. E Zaia governatore del Veneto, più prudente e scaltro di Fontana, non dice una parola e non emette ordinanze, conosce il suo “pollo”, anzi il suo “Capitano”, cioè Salvini. E Salvini ha una gran voglia di incarnare e interpretare la resistenza e il boicottaggio ad ogni limitazione sanitaria. E’ nella sua natura, cultura e interesse di partito.

E dove, parafrasando ubi maior…Dove Salvini, autonomia finisce. Buono a sapersi, soprattutto a ricordarsi la prossima volta che Fontana o Zaia interpreteranno la parte delle vergini dell’autonomia violata dai cattivoni impostori del governo di Roma.

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