Genny la carogna vota per… Elezioni: è derby tra Bla-Bla e Avvoltoi

Genny la carogna vota per... Elezioni: è derby tra Bla-Bla e Avvoltoi
Gennaro De Tommaso, capo ultrà napoletano meglio noto come “Genny ‘a Carogna” (ansa)

ROMA – A chi porta voti, a chi può togliere voti, insomma per chi “vota” la storia di Genny la carogna? E’ questa la preoccupazione, l’impegno, l’ingegno aguzzato di tutte le forze politiche italiane. L’stinto, l’intuito, il fiuto, la natura profonda le porta tutte a provarci ad usare Genny la carogna per andare “in tasca” all’avversario o per portare qualche votarello a casa. E’ una frenesia penosa, ma pur sempre una frenesia. Frenesia noiosa eppure agitata. Gennaro de Tommaso, l’uomo con indosso la maglietta che inneggia all’assassino di un poliziotto, l’uomo che comanda alla curva e sussurra alle Autorità, è già a tutto titolo un pretesto, un manifesto, un contesto elettorale.

Per restare alla terminologia e suggestione calcistica, Genny A Carogna (merita le Maiuscole dal momento che non è più carne e ossa ma dibattito e confronto politico) è una palla. Sì, una palla che corre e rotola tra i piedi di due squadre contrapposte. Squadre che giocano un derby, quello tra i Bla-Bla e gli Avvoltoi. I Bla-Bla attaccano e si difendono: non c’è stata trattativa tra Stato e Curva, ci sarà Daspo doppio, triplo e a vita, ci sarà giro di vite, d’ora in poi pagheranno quelli che sgarrano, pagheranno caro pagheranno tutto, pagheranno le società…Bla-Bla, puro ed etereo aprir la bocca e dare fiato. Dare fiato mescolando bugie e promesse, omissioni e pavidità, presunzione e impotenza. E anche un po’ di genuina e purissima incpcità e inadeguatezza al ruolo.

Contro i Bla-Bla giocano agguerriti gli Avvoltoi. Quelli del “è colpa loro”, “l’avevamo detto noi”. Quelli del “intestagli ogni schifezza e spera che perdano un voto”, quelli che quando c’è un guaio o un morto è sempre un guaio per chi governa e una festa per chi sta all’opposizione. Non sono cattivi gli Avvoltoi, è proprio nella loro natura la necrofilia politica e il nutrirsi delle proteine di ogni tragedia. Gli Avvoltoi attaccano calciando o cercando di calciare Genny la palla carogna nella porta dei Bla-Bla e segnare così il “gollonzo” elettorale. I Bla-Bla intercettano Genny la palla carogna, fanno filtro a centro campo e di quando in quando provano il contro piede: se gli Avvoltoi si sporgono troppo, i Bla-Bla li fotografano con il cadavere nel becco.

E’ un derby tradizionale in Italia, si gioca ogni volta che si vota e ogni volta che nell’avvicinarsi della data di un voto la cronaca regala qualche guaio più o meno grande. E’ un derby caro alle squadre che lo giocano e anche alle rispettive tifoserie. Ed è una partita sconcia e oscena, ributtante perfino. Caratteristiche che devono essere alla base della circostanza che una partita così piaccia tanto da essere sempre rigiocata e seguita.

Regola e condizione prime perché tanto derby sia giocato è ignorare e truccare, nascondere e umiliare la realtà. E mentire, mentire alla grande. In primo luogo a se stessi. Quindi il derby in corso tra Bla-Bla e Avvoltoi deve ignorare e truccare le dieci cose reali della e intorno alla storia di Genny la carogna.

1) Lo Stato ha trattato eccome se ha trattato con la Curva nel sabato di Napoli Fiorentina all’Olimpico di Roma.

2) Lo Stato tratta con la Curva da anni e anni. Con la Curva c’è un Concordato che prevede l’extraterritorialità degli stati o almeno delle Curve e una sostanziale immunità per i cittadini delle Curve suddette.

3) I cittadini delle Curve, impropriamente detti ultras, sono impuniti e impunibili perchè da almeno due decenni nessuno si assume la responsabilità di quella brutta parola che si chiama repressione. Non la politica, non la magistratura, non la polizia, men che mai la televisione, ancor meno che mai la gente comune.

4) Le Curve concedono la loro cittadinanza a criminali. Criminali mica solo da stadio. No, criminali da fuori e dentro stadio. Forme di criminalità organizzata sul modello mafioso/camorristico, ovunque piccole Magliane crescono…e abitano le Curve. Spaccio, ricettazione, associazione a delinquere: sono attività che hanno cittadinanza nello Stato Federale delle Curve.

5) Di fronte a questa criminalità organizzata la magistratura applica le stesse garanzie che riconosce al cittadino comune. Tratta l’accoltellatore da stadio come l’adolescente che ruba al supermarket. Lo f in nome della universalità dei diritti. Ma la universalità e intangibilità dei diritti fa di fatto da scudo alla criminalità organizzata, anche quella da stadio. Che si fa, si riconoscono meno diritti e garanzie alle bande come hanno fatto in Spagna o Gran Bretagna o si accetta, come già si fa, che un reato in prossimità di una partita di calcio insomma non è davvero reato?

6) I Daspo sono inutili, anzi sono una presa per i fondelli. E’ stato scritto, vale la pena di ripeterlo: al ladro si vieta di entrare in banca o alle poste? Se è ladro gli si commina detenzione, se non è ladro non gli si commina nulla.

7) Sono venti anni che non ci sono più ultras, cioè tifosi sfegatati e più che accesi. Si dice ultra perché non si vuol dire quel che è, e cioè mafiette armate che occupano pezzi di territorio.

8) Queste mafiette armate gestiscono pezzi di economia. Economia da stadio: biglietti e trasferte e anche un po’ di artigianale merchandising. Ma anche radio e tv locali. E talvolta anche pacchettini di voti.

9) La spregiudicatezza commerciale di Sky e l’inadeguatezza culturale degli addetti Rai copre, coltiva e irrora il fenomeno. Senza volere, senza premeditazione e senza dolo comunque le tv fanno da palo allo Stato Federale delle Curve di cui ospitano ambascerie e con cui scambiano diplomazie.

10) Complici sono le società di calcio, i giocatori in attività, gli ex giocatori in veste di commentatori o “saggi”. Complice è l’omertà da spogliatoio, il machismo sospettabile da spogliatoio, il linguaggio “da mister”, le scuole calcio, la stampa sportiva, la politica locale, la retorica dei valori sportivi, le tifoserie sane, la gente, la brava gente che oggi chiede sgomenta perché mai lo Stato tratta con al Curva e perché Genny a carogna comanda e dispone e magari non sta in galera e domani, se qualcuno in galera ce lo mettesse, pioverebbero mamme piangenti e lacrime furenti per la galera vera. Per due bomboni?

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