ROMA – Un oste può anche ricordare male o voler proprio mal ricordare. Un oste, uno. Un oste ricorda con precisione che Ignazio Marino sindaco di Roma andò a cena da lui con la moglie. E pagò con la carta di credito del Comune. Ricorda anche il vino ordinato, uno Jermann da 55 euro, e il conto totale della cena: 155 euro. Non solo, ricorda anche che fu la moglie ad andare di persona a prenotare e riconosce dalle foto chi è la moglie del sindaco e chi non lo è. E’ un testimone talmente convincente della cena magagna da non convincere del tutto. Un oste può anche avercela con un sindaco, può anche divertirsi a inguaiarlo. Un oste, uno.
Un altro oste, un altro ristorante, un altro ricordo. Ricordo di un’altra cena del sindaco. Con la famiglia, non con i giornalisti come c’è scritto sulla nota spese. Fanno due osti. Coincidenza? Può darsi in una città dove gli osti in gran quantità odiano i sindaci, gli assessori, i vigili, le regole. Un oste dice con la moglie, l’altro dice con la famiglia. Le note spese dicono con giornalisti, Sant’Egidio. Giornalisti non si sa quali, quindi non confermano né smentiscono. Sant’Egidio fa sapere che nessuno di loro si è mai “attovagliato” a quella cena
Un altro oste e fanno tre e stavolta non a Roma ma su al Nord. Cena del sindaco a Torino con sacerdote come da nota spese. Sacerdote smentisce. Tre, alla terza è difficile credere alle coincidenze.
Se è per questo è difficile anche credere a un Marino che rubacchia sui conti a ristorante e per abitudine mangia a sbafo e fa la cresta. Però a un Marino pavone e incosciente date le ultime e penultime cronache è sempre più facile credere. Il sindaco di una Roma che, lui governante, non completerà in tempo neanche le “romanelle” per il Giubileo può certamente essere il Marino che ormai non sa più quel che fa quando tira fuori la carta di credito del Campidoglio. Non sa quel che fa, ma non per questo va perdonato.
E che sono le “romanelle”. Dicesi così quando si dà una veloce ed economica rimbiancata alle pareti non avendo tempo e soldi per ridipingere davvero casa. Le romanelle per il Giubileo erano e sono decine di pezze stradali qua e là: non una finirà in tempo, a partire da quelle intorno alla Stazione Termini, come già si confessa a Via Marsala…Non saranno finite le “romanelle”, neanche quelle. Sarà, già è non il Giubileo della Misericordia, ma quello della Incapacità. Neanche un passaggio che è uno senza ambulanti, nessuna certezza che funzioni la metro, anzi la certezza opposta.
Giubileo degli incapaci ci sta, fa il paio con l’incapacità di capire come e quando si tira fuori la carta di credito del Campidoglio. E’ sempre lo stesso sindaco, lo stesso…fino a quando?