ROMA – Alternativi nel costume e nel linguaggio: quelli di M5S ci tengono ad esserlo e a essere considerati tali. Alternativi nei comportamenti politici nella forma e nella sostanza: essere così è il loro dichiarato orgoglio. Talvolta lo sono di fatto (vedi la restituzione di parte degli stipendi degli onorevoli). Talvolta lo sono solo di forma o di teatro (vedi le inutili, stanche e anche patetiche sceneggiate nelle aule parlamentari).
Ultimamente quelli di M5S ci tengono molto moltissimo ad essere e ad essere riconosciuti come alternativi sì, ma alternativa di governo e non solo di lotta e opposizione. Ci tengono talmente tanto che nella foga hanno “aiutato” niente meno che il Financial Times a produrre un attestato di “maturità” governativa a vantaggio di M5S.
Un “aiutino”, anzi un “aiutone” nella traduzione. Perché alternativi sì, ma sempre e soprattutto italiani. E gli italiani, si sa, sono astuti, anzi furbetti. Aggiustano, acchittano…una parolina qua e una là. Ed ecco che nel testo italiano della intervista a Luigi di Maio appare un Financial Times che dice “M5s seria alternativa”. Però quel “seria” nel testo inglese non c’è. Ed ecco che il testo inglese dice che “M5S matura?” e nel testo italiano non c’è più il punto interrogativo e la traduzione (!?) è: “M5S è maturo”. Altra aggiustatina minore: sparisce la parola “populista” che, si sa, a quelli di M5S suona come un’ offesa sanguinosa.
Aiuta qua, aiuta là, aggiusta qui…e il testo aiutato e aggiustato con l’endorsement Financial Times a governare l’Italia per M5S arriva ovviamente sul blog di Beppe Grillo. Vanno capiti: confidano sul fatto, vero, che molti appassionati del blog altro non leggono e, se altro leggono, non ci credono. Vanno capiti: la comunicazione M5S è soprattutto interna e soprattutto impermeabile. E poi, si sa, Di Maio è…esuberante. Un giovane in carriera scoppiettante di iniziative. Un potenziale leader politico alternativo sì, ma anche e soprattutto italiano, anzi italiota come talvolta nella vita è capitato e capita essere a tutti noi…italiani.
Post Scriptum: il disvelamento della distanza tra il testo inglese e quello italiano aggiustato lo si deve a Jacopo Jacoboni de La Stampa.