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Mary Beard, Andreas Georgiou colpevoli di verità. Siam tornati a bruciare streghe

di Mino Fuccillo |10 Agosto 2017 11:35

Mary Beard, Andreas Georgiou colpevoli di verità. Siam tornati a bruciare streghe

Mary Beard, Andreas Georgiou colpevoli di verità. Siam tornati a bruciare streghe

ROMA – Mary Beard, Andreas Georgiou colpevoli di manifesta verità. E quindi condannati, la studiosa e storica britannica e l’economista e statistisco greco, da due diversi ma convergenti tribunali. Anno 2.017, Europa occidentale, siam tornati così a bruciare le streghe. Forse pensavamo, non tutti certo, che il maledire il reale per scacciarlo fosse un retaggio arcaico, se non del tutto superato dalla modernità, almeno relegato in ristrette riserve di ignoranza primitiva. Se è stato così, è stato per la generazione dei nonni e dei padri. Ora non più, ora si processa, si condanna e si scaccia il vero accusandolo di demoniaco e fornicazione con il maligno.

La vicenda più rilevante è quella di Andreas Georgiou. Lavora al Fmi, nel 2010 viene richiamato in patria, in Grecia, per lavorare all’Elstat (l’Istat greco). E’ evidente a tutti che le cifre statistiche del bilancio e dell’economia greche sono truccate. Truccate per stare dentro la Ue. Truccate per mantenere un fisco che non si fa pagare le tasse e una Pubblica Amministrazione che è soprattutto fabbrica di stipendi. Truccate per non avere sanzioni. Truccate perché nessuno fa davvero di conto in Grecia.

Si tratta, lo incaricano di rimettere in piedi un ufficio nazionale di statistica che faccia un lavoro decente e credibile. Georgiou lo fa e, quando le ha, rende pubbliche le cifre vere dell’economia greca. Da quel momento diventa un nemico del popolo, un traditore della patria, un servo prezzolato degli stranieri che vogliono spolpare la Grecia. Questo il trattamento che gli riserva buon parte della stampa, politica, movimenti e opinione pubblica tutta, in particola modo quella di sinistra e “democratica”.

Nessuno contesta a Georgiou l’esattezza delle cifre che ha reso pubbliche. Lui ha reso pubblica la verità, è questa la colpa. Lo si accusa di aver aperto le porte all’azione della Troika, all’austerità dura per i greci. Doveva star zitto, continuare a nascondere, mentire, truccare. E finalmente, dopo anni di sostanziale messa al bando, arriva per Georgiou la condanna di un tribunale greco. Condanna a due anni di pena per aver diffuso cifre vere senza prima averle sottoposte a dibattito politico. Insomma doveva chiedere alla politica il permesso di dire la verità.

Con tutta evidenza dietro e dentro questa condanna l’illusione persistente in Grecia (anche in Italia peraltro) che i guai economici e finanziari siano tutti importati e inoculati da “cattivi” che stanno fuori dai confini. L’illusione vecchia come l’umanità che sia colpa di una maledizione o sortilegio degli estranei, da sempre la peggior illusione degli umani, li porta, tra l’altro, a far la guerra. Ma di assolutamente contemporaneo c’è l’unirsi di politica, magistratura ed elettorato in una guerra santa, in una fatwa contro chi svela il reale e commette il sacrilegio di rivelare la realtà. Se lo fa, è perché ha fornicato con il maligno. In questo caso la finanza internazionale.

Oppure il maligno è la globalizzazione, peggio ancora il mondialismo. Come nel caso della storica Mary Beard. Un giorno ha constatato l’ovvio: nella Britannia romana i romani non erano tutti di pelle chiara. L’Impero aveva soldati, generali, funzionari, perfino imperatori di pelle scura. E quindi quando i romani occuparono per secoli la Britannia vi furono mescolanze e matrimoni. E quindi la Britannia, come ogni landa d’Europa e più o meno del pianeta, non è oggi abitata da una popolazione originaria ma da una popolazione frutto di mescolanze, ibridi.

Un’ovvietà, una ovvia verità. Ma il tribunale della Rete ha deciso che la Beard diffonde il seme del male e ha cominciato ad applicare la sentenza: al bando e al rogo la strega. Stavolta è diciamo così la destra a guidare (nel caso di Georgiou era la sinistra) e la Beard inseguita e seppellita da ingiurie, intimidazione, minacce verbali e fisiche. Autentica e di popolo la rabbia contro di lei, immaginate d’altra parte se qualcuno si prendesse da noi la briga di “rivelare” l’ovvio e il noto e cioè che nelle vene di ogni italiano c’è sangue e geni d’Africa, Asia ed Europa mescolati da millenni e secoli…E’ così ma si zittisca chi lo dice, chi lo dice lo fa perché tresca con il maligno, nero per di più.

Siam tornati a bruciare le streghe. Nel nostro piccolo anche qui in Italia organizziamo falò: quelli contro medici e vaccini ad esempio. O più prosaicamente qua e là accendiamo fuocherelli purificatori, come quello contro un sindaco che, niente meno, abbatteva davvero le case abusive. La stregoneria della legge applicata davvero e dell’abuso punito e non pagante stava verificandosi in quel di Licata. Da due anni un sindaco, Angelo Cambriano, turbava le normali liturgie locali con il sabba della legalità. Il Consiglio Comunale, trasformatosi in tribunale, ha decretato: sfiducia al sindaco.

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