Renzi: ” Tagli pensioni news da calcio mercato”. Ma 7/25/50, quel terno anti Ue

Renzi: " Tagli pensioni news da calcio mercato". Ma 7/25/50, quel terno anti Ue
Renzi: ” Tagli pensioni news da calcio mercato”. Ma 7/25/50, quel terno anti Ue

ROMA – Matteo Renzi è andato a dirlo al Tg5: “Chiacchiere d’agosto simili a quelle del calcio mercato”. La Repubblica la stessa cosa se l’è fatta dire da Graziano Delrio: “Escludo in maniera categorica che ci saranno interventi sulle pensioni”. Nel suo piccolo anche Blitz prima di Renzi aveva fatto ricorso e uso della metafora del “calcio mercato”. Per dire che certo parlare di pensioni tagliate in massa e all’ingrosso era un po’ come la campagna acquisti/cessioni: moltissimi annunci e pochissimi euro in circolo. Per dire che i tagli alle pensioni, addirittura a milioni di pensioni, addirittura a quelle da 2/3 mila euro al mese erano, sono e restano molto improbabili.

E non perché il governo sia buono o perché ci sia da fidarsi ad occhi chiusi di Renzi e/o Delrio. Ma perché ogni annuncio di…”calcio mercato” deve essere sottoposto a un vaglio di plausibilità. Può il Milan comprare Messi e la Fiorentina Cristiano Ronaldo? No, ovviamente. Può un governo, qualunque governo, tagliare a settembre ottobre 2014 qualche milionata di pensioni più medie che alte? Ovviamente no. Può il governo che c’è, il governo Renzi, diventare dopo otto mesi di vita il governo della tasse, più e peggio del governo Monti? Molto, molto improbabile, come la Juve che vende in coppia Pogba e Vidal e la Roma che vende Strootman e Gervinho.

Smentito quel che c’è da smentire, valutato quel che i può valutare, le pensioni sono nell’immediato relativamente al riparo, almeno quelle di chi le percepisce. Quelle a venire molto meno al riparo. Perché c’è un terno per niente al Lotto, un terno a perdere e a non a vincere che però ci dice chi siamo e anche quanta bugia ci raccontiamo e quanta verità non percepiamo. Noi, gli europei. Il sette per cento della popolazione mondiale. Che produce il 25 per cento della ricchezza mondiale. E consuma il 50 per cento delle risorse mondiali destinate al Welfare, allo stato sociale. Stato sociale: pensioni, sanità, assistenza…

Riepiloghiamo, rileggiamo i numeri, capiamoli. Il sette per cento degli uomini e donne del pianeta che producono il 25% della ricchezza del pianeta. Vuol dire che noi europei siamo stati e siamo ricchi e benestanti, che la qualità materiale della nostra vita è alta in assoluto e infinitamente alta in relazione a quella di più della metà del pianeta. Vuol dire (e altri numeri lo attestano) che ci sentiamo poveri molto più di quanto lo si sia in realtà (chi ha qualche dubbio dia un’occhiata tra l’altro ai 3.717 miliardi di “attivi finanziari degli italiani patrimoni immobiliari esclusi”, appena 43 in meno del 2008, in media 61 mila euro ad abitante).

Ricchi, benestanti e abituati a consumare, noi il sette per cento della popolazione mondiale, il 50 per cento di tutti i soldi che il mondo spende per Welfare, abituati a considerare questo livello di spesa un diritto acquisito, anzi naturale o quasi. I tre numeri tra loro non si tengono, il terno non paga. Sette per cento non può sostenere quel 50 per cento. Serve più popolazione giovane che supporti la spesa per il Welfare europeo. Soprattutto non si tengono tra loro quel 25 e quel 50 per cento. O aumenti la quota di Pil, di ricchezza prodotta, e questo significa tante cose antipatiche almeno per noi italiani, o diminuisci quel 50 per cento e questo comporta cose altrettanto antipatiche.

Quindi? Quindi meglio non saper nulla o quasi del terno sette per cento di popolazione, 25 di Pil e 50 di Welfare. A saperlo vengono brutti pensieri, magari si scopre che le pensioni e anche gli ospedali li salvi così come sono un anno ancora o forse dieci anni ancora ma poi…Tante cose non corrispondono al racconto che ci facciamo di noi e del mondo intorno a noi. Ad esempio quegli Usa che ci raccontiamo patria e culla della speculazione finanziaria. Sì, vero, verissimo. Però lì alle banche dei sub prime la Giustizia americana ha fatto pagare 61 miliardi di dollari di multa, ultima la Bank of America condannata a risarcirne 17 alla collettività. In Europa ogni governo si è ben guardato da rivalersi sulle banche, neanche pro forma. Perché se tocchi banca tocchi impresa e quindi tocchi salario e quindi consenso. In Europa c’è il primo e assoluto comandamento del non farsi male, nessuno, possibilmente mai. Infatti abbiamo la condizione di vita migliore del pianeta, quella splendida costellazione 7/25/50, splendida e cadente. Ma, finché dura…

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