Rimborsi a Regioni e proporzionale: se Renzi non li blocca è già finito Renzi

Matteo Renzi
Matteo Renzi

ROMA – Dicono sia abile, sarà…Per riuscire a cavarsela però abile non gli basta, dovrebbe essere abilissimo: Matteo Renzi è in mezzo a una tenaglia. Dicono sia agile, di certo di agilità politica ne ha mostrata. Ma agilità non gli basta, per non rimanere chiuso nella tenaglia dovrebbe guizzare oltre che sgusciare. Su Matteo Renzi muove e si fa più stretta la morsa delle grandi e molteplici braccia dell’immobilismo italiano. Braccia capaci di stritolarlo un Matteo Renzi.

I rimborsi in pubblico denaro ai politici eletti nei Consigli Regionali. I rimborsi alle Regioni, un gigantesco mangia-mangia, un’enorme greppia nella quali un intero ceto politico ha attinto. Gli onesti di quel denaro pubblico hanno fatto portafoglio privato. Teorizzando e praticando il finanziamento alla “attività politica” come licenza di spendere migliaia, decine e centinaia di migliaia e milioni di euro per se stessi e la loro organizzazione. Gli onesti…Quelli che non hanno più saputo e voluto distinguere tra l’attività politica e una cena da pagare agli amici, ai simpatizzanti. Gli onesti…

Gli altri, i molti altri, i troppi altri che hanno considerato i rimborsi ai Consigli regionali come una robusta integrazione al reddito dei consiglieri regionali. Quelli che ci sono comprati con quei soldi i vestiti, i regali, gli sfizi. Questi, i meno onesti, i più arraffoni. Fino ad arrivare ai veri e propri ladri consapevoli di quello che stavano rubando. Onesti, arraffoni e ladri hanno comunque fatto strage e strame del pubblico denaro destinato alla politica, massimamente a livello delle Regioni. E come le quotidiani cronache del paese, cronache politico-giudiziarie e cronache sociali, attestano c’è una sola cosa da fare: abolire tutto e subito quel finanziamento, quel rimborso alle Regioni.

A Matteo Renzi è scappato di dirlo: aboliamoli. Non una volta e neanche due. L’ha detto più volte. Ora da un po’ non lo dice più. Eppure se Renzi non lo blocca quel rimborso truccato, se non lo abolisce, se non ci mette la sua firma e faccia sotto quello stop, allora Renzi si sgonfia, smoscia, deperisce, politicamente già muore. Assorbito, riassorbito, digerito, scomposto. Ma perché Renzi da un po’ non lo dice più aboliamo quei soldi ai Consigli regionali? Perché un politico nazionale, regionale o locale, del Pd, di Sel, di Ncd, di Forza Italia, di Scelta Civica, di Fratelli d’Italia che concordi nell’abolire quei soldi lo trovi, se lo trovi, con il lanternino. Tutti a dire: maggiori controlli per carità. Oppure minori finanziamenti, magari domani. Ma basta qui e adesso lo dicono in pochissimi, la minoranza della minoranza. Il ceto e il sistema politico sulla questione dei soldi ti fa diventare “grillino” tuo malgrado. Sui soldi ai partiti M5S ha ragione.

Nel ceto, nel sistema politico sulla questione soldi Matteo Renzi, specie quando si azzarda a parlare di addio ai rimborsi per i Consigli regionali o di Senato composto da rappresentanti non pagati, è minoranza, minoranza netta. Al ceto, al sistema politica piace il modello Letta: un po’ meno soldi ai partiti, magari a partire dal 2017. Ma se Matteo Renzi non spegne di sua mano nel 2014 il grande magna-magna delle Regioni, Matteo Renzi è morto alle elezioni 2015.

Elezioni, legge elettorale: l’altro braccio della tenaglia che va chiudendosi su Matteo Renzi. Il Nuovo Centro Destra di Alfano, Forza Italia di Berlusconi, Sel di Vendola, Scelta Civica di chiunque sia, M5S di Grillo e Casaleggio, Fratelli d’Italia di Meloni…Tutti questi e altri ancora interessatissimi all’idea e alla possibilità di avere una prossima legge elettorale sostanzialmente proporzionale. All’elenco vanno aggiunti partiti e sigle piccoli e piccolissimi di destra, centro e sinistra e va ancora aggiunta quella parte di Pd che ha perso il Congresso e che farebbe qualsiasi cosa, proprio qualsiasi cosa, per vendicarsi dell’usurpatore Renzi. Una legge elettorale proporzionale è il massimo, il sogno del sistema politico italiano, stavolta M5S compreso.

Una legge, un sistema elettorale dove ci sono sempre cento partiti e mai nessun governo. Un sogno che si realizza con la proporzionale. Una legge, un sistema dove mai nessuno vince davvero e nessuno soprattutto mai perde davvero. Una meravigliosa legge e un fantastico sistema in cui qualcuno per fare un governo deve per forza allearsi con qualcun altro ma dove ogni alleanza chi non sta al governo può definire “inciucio”. Una legge, un sistema che perpetuano l’abitudine e la convinzione nazionali secondo le quali è sempre colpa di qualcun altro. Una legge e un sistema che esimono il ceto politico e la società tutta dal farsi carico di ogni reale responsabilità.In nome e in tentazione del proporzionale a Matteo Renzi fa muro M5S e tende trappola Berlusconi. Attendono fiduciosi sviluppi tutti gli altri: proporzionale rinata e soldi alle Regioni confermati levano di torno non uno, ma dieci e cento Renzi. “Vale la pena di andare  vedere la scommessa di Renzi” ha scritto il Financial Times, in Italia non avevano bisogno di leggere in inglese e tradurre: stanno già chiudendo le ricevitorie della scommessa.

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