Merkel, Draghi, Hollande, Monti: e se qualcuno rifà il Berlusconi trick?

di Lucio Fero
Pubblicato il 6 Settembre 2012 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dialogo, immaginario ma non tanto, tra Mario Draghi, Angela Merkel, Mario Monti, Francois Hollande, Mariano Rajoy e premier finlandese, olandese, greco e membri vari della Bce e della Bundesbank e delle altre banche centrali dei soci dell’Unione Europea. Dialogo sviluppato in teleconferenza, in faccia a faccia, in plenum e summit, dialogo fatto di numeri, parole, pensieri e sguardi e volti che si accendono oppure corrugano. Dialogo intorno alla questione non massima ma di certo finora irrisolta relativa al mantenimento in vita dell’euro e dell’Europa. Dialogo intorno al Berlusconi trick.

Dice il dialogo: bene, in un modo o nell’altro, poi litighiamo ben bene sul come, la Bce compra titoli di debito degli Stati in difficoltà con gli spread. Lo fa non tanto per aiutare quegli Stati quanto per aiutare l’Europa, perché se affondano, fai caso Madrid o Roma, si va a fondo tutti. E lo fa solo con titoli a breve termine, ma quanto breve? E lo fa perché con tassi di interesse così sbilanciati tra gli Stati è l’economia tutta del continente che si squarta…Insomma, la Bce lo fa, glielo facciamo fare. Sotto tutela, con il mugugno, con sospetto e con prudenza e con le dita incrociate, glielo facciamo fare.

Non solo, prosegue il dialogo: e glielo facciamo fare neanche gratis. Agli Stati che la Bce aiuta, no aiuto non si può dire, agli Stati sostenuti nel loro sforzo di risanamento dalla Bce, la Bce chiede “condizioni”. Condizioni il cui assolvimento saranno verificate a scadenze ravvicinate. S’infervora il dialogo: chi chiede e pone le condizioni, la Bce o Bruxelles? Chi le sottoscrive e quali di preciso le condizioni? Basta quella di non rimangiarsi il già fatto, leggi l’Italia di Monti, oppure si fa a non fidarsi e come dicono al Nord d’Europa per ogni euro laggiù al Sud diano in  garanzia un monumento o un’isola?

Stanno dibattendo su questo, dibattito forte, quando una voce si insinua e dice: poniamo tutte le condizioni e se uno, uno a caso, una volta che al Bce ha comprato i suoi titoli e dopo aver sottoscritto, giurato sulle condizioni, poi non le rispetta? Non può succedere? Il dialogo si fa ironico-amaro: non può succedere, è già successo. Estate 2011: Bce compra Btp, governo Berlusconi che prima dice sì e poi non attua le condizioni chieste dalla Bce. E’ il Berlusconi trick, la “trappola”. Che si fa se uno la fa scattare? Dichiarargli guerra non si può, non fosse altro perché costa un sacco. Lo si strozza economicamente, lo si fa fallire, insomma per punizione non gli si dà più un euro? Se si fa così si torna alla casella numero uno del gioco a perdere: se affonda uno grosso affogano tutti. E’ un bel problema il Berlusconi trick, allo stato un problema irrisolto.