Conduttori tv: da giornalisti a milionari. Santoro, Vespa, Floris e gli altri

Conduttori tv: da giornalisti a milionari. Santoro, Vespa, Floris e gli altri
Giovanni Floris (Lapresse)

ROMA – In principio furono giornalisti. Più o meno tutti. Giornalisti della rete o testata in cui lavoravano e che li aveva assunti come giornalisti. Bruno Vespa fu giornalista dei telegiornali Rai per molti anni, giornalista e tra i primi giornalisti della Rai. Michele Santoro fu giornalista della Rai a lungo e in particolare del Tg3. Giovanni Floris giornalista lo è stato fino a qualche anno fa. E in Mediaset era lo stesso e ora anche a La7: giornalisti fino a che…Fino a che non arriva il successo di pubblico della trasmissione che il giornalista è stato incaricato di condurre.

Allora il giornalista si fa conduttore e si fa due facili conti. Come giornalista assunto a tempo indeterminato e magari con qualche clausola di “esclusiva” si possono portare a casa cinque, sette, nove mila euro di stipendio. Non poco, per niente poco. Ma di più no, di più non si può. I giornalisti, quelli che possono chiedere, quelli bravi, sono pagati tanto. Il loro è un grosso stipendio ma pur sempre uno stipendio. Cinque, seimila, settemila euro al mese netti. A otto o nove ci arrivano solo pochissimi, quasi nessuno.

Fossero anche diecimila al mese, fanno 130 mila all’anno. Un giornalista di più non può guadagnare. Un giornalista…Ma un conduttore può quel che un giornalista non può. Può farsi pagare da Rai, Mediaset e La7 fino a 700mila, 800mila, un milione l’anno e forse anche più. Che al netto fanno quattro, cinque, sei volte il massimo che può guadagnare un giornalista e forse anche più. E’ la strada percorsa da tutti i conduttori terevisivi che vedete in tv e che una volta erano giornalisti e che di essere giornalisti smisero per guadagnare di più, molto di più. Restarono, restano giornalisti nella tessera professionale e nella professione. Ma non nello status contrattuale. Non sono più dipendenti di una testate o di una rete o di una azienda televisiva. Sono imprenditori di se stessi che con la rete e azienda tv firmano contratti annuali o pluriennali dove l’unità di misura è la centomila euro mentre per il giornalista dipendente è la mille euro.

Eppure son sempre loro, quelli di prima. Rai, Mediaset e La/ accettano da tempo di pagare dieci volte tanto quel che prima avevano a dieci volte meno. Dicono sia il mercato. Ma è un ben strano mercato se sulla scia degli esploratori del nuovo percorso da giornalisti a conduttori (appunto i Vespa e i Santoro) si sono incamminati senza ostacoli e senza mai un no tutti quelli che sono venuti dopo e che hanno condotto i vari Matrix o Linee o gabbie o pomeriggi domenicali e settimanali in tv. I giornalisti pagati da giornalisti sono rimasti solo qua e là al mattino e nella notte fonda dei palinsesti.

Strano mercato in cui le aziende comprano a cinque-dieci volte tanto la merce che avevano già e che potrebbero avere a un quinto e decimo del prezzo che pagano. Le aziende tutte. Strano mercato quello in cui la prestazione giornalistica d giornalista vale uno e la stessa prestazione giornalitica da conduttore vale non due ma cinque, otto, dieci.

Post scriptum: Brunetta ha scoperto l’intollerabile bollore dell’acqua calda svelando niente meno che giovanni Floris ha fatto come tutti gli altri. Non è però forse un caso: per diventare conduttori occorre diventare personaggi e sostenere il ruolo. Brunetta per ora è un perfetto intrattenitore-conduttore politico. Poichè televisione e politica ormai si sovrappongono, Brunetta percorrerà a grandi falcate, sta già percorrendo al strada dei Vespa, Santoro, Floris e tutti gli altri del gruppo?

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