ROMA – Sei Orban o Merkel? Piccolo, casalingo ma efficace test.
1) Sono tutti musulmani e se mettono piede e restano in Europa finisce a Califfato, l’Europa diventa islamica.
2) Dovere di ogni cristiano è impedire questa deriva, lo vuole l’identità culturale e religiosa della nostra etnia.
3) Chiunque annuncia che accoglierà profughi di guerra accende uno spot per farli partire da casa loro. Li attira ed è in fondo responsabile se muoiono strada facendo.
4) Per fermarli ci vogliono muri, polizia, esercito e maniere forti.
5) Se e quando serve, per ammorbidirli, si può loro impartire una due tre giorni di blocco in stazione, gli si può negare l’accesso ai treni, poi farli salire (biglietto pagato) raccontando che si va in Austria o Germania e invece portarli al Campo raccolta e detenzione profughi. Vanno messi sotto chiave e sotto controllo in attesa di scaricarli da qualche parte. Perché sono pericolosi.
Se sei d’accordo con almeno un paio di queste affermazioni sei già un Orban. Se poi concordi con più di due di queste affermazioni sei Victor Orban a tutto titolo. Il tuo leader di riferimento è il premier ungherese. Difensore della cristianità lui e non certo questo papa Francesco. Difensore della sicurezza lui, difensore della patria, famiglia, e sangue. Al netto di un paio di cosette su Orban che non sai (l’eccitare e l’incitare le minoranze ungheresi in altri Stati a lavorare per una futura grande Ungheria che per farla alla fine ci vorrebbe qualche guerretta in Europa) oppure non consideri importanti (i limiti alla libertà di stampa e quindi d’opinione in Ungheria) è Orban che vorresti ci fosse anche a casa tua. La questione migranti è come uno specchio: ti ci guardi dentro e se vedi un Orban allora sai chi politicamente e socialmente sei.
1) Chi fugge da una guerra è cittadino di ogni paese civile, quindi entra nei paesi civili. Anche nel mio.
2) La cristianità, le radici cristiane dell’Europa, comandano, esigono l’accoglienza e la solidarietà.
3) Se il mio è un grande paese, anzi il paese più importante d’Europa, ho il dovere politico di dare l’esempio.
4) Spenderò soldi e aprirò le frontiere ai profughi di guerra perché è giusto e perché conviene, la mia società e la mia economia ne trarranno alla lunga vantaggio.
5) Il prezzo di frontiere sbarrate e campi di detenzione è enorme, insostenibile. Consiste nell’avvelenamento prima di ogni singola comunità nazionale e poi nella distruzione di ogni ipotesi di unione europea. Consiste nel rimettere in discussione la realtà di una Europa in cui ogni paese non sia, metaforicamente e non, in armi l’uno contro l’altro. Insomma se riportiamo sul suolo d’Europa i vagoni piombati, le gabbie, i morti a mucchi che tanto non sono proprio uomini come noi…
Se sei d’accordo con almeno un paio di queste affermazioni non sei ancora una/un Merkel. Per esserlo devi essere d’accordo con la terza, la più impegnativa, quella secondo cui il paese più importante si carica il maggio peso. Se sei d’accordo con tre o più delle affermazioni qui sopra sai che all’Europa serve non un premier, un capo, un leader che governa secondo umori e sondaggi. Sai che all’Europa serve uno statista che sappia capire che la questione migranti durerà decenni e sappia dirlo ai suoi cittadini. Sappia capire e dire che è indispensabile accogliere e in quali casi, respingere e in quali casi e sappia gestire e dire l’arrivo di centinaia di migliaia se non milioni di profughi e trasformarli con il tempo in cittadini d’Europa. E di candidato credibile al ruolo di statista in Europa oggi c’è solo la Merkel.
Fatto il test? Visto il risultato? Beh, tientelo per te, non raccontarlo in giro. Se sei un/una Merkel c’è rischio concreto che in pizzeria, nel salotto o al bar qualcuno, più d’uno ti dia sulla voce. C’è la forte probabilità che ti diano dell’illuso o scemo. Accompagnata dalla discreta eventualità di essere in minoranza. Se invece sei un/una Orban meglio non raccontarlo chiaro, qualcuno potrebbe intuire quel che saresti stato in passato e quel che potresti essere in futuro.