Mistero tagli spesa: triennio crisi spesa ingrassata, 17 mld

di Lucio Fero
Pubblicato il 14 Agosto 2015 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA
Mistero tagli spesa: triennio crisi spesa ingrassata, 17 mld

Mistero tagli spesa: triennio crisi spesa ingrassata, 17 mld

ROMA – Domandate ad un italiano qualunque se negli ultimi anni ci sono stati tagli alla spesa pubblica. Vi guarderà con sospetto, il sospetto che lo stiate prendendo in giro. Penserà: ma che razza di domanda è, si domanda se nel corso degli ultimi anni è sorto il sole? Poi, se gentile, sbufferà un po’ dolente per l’indolenza logica della domanda e vi risponderà che certo, hanno tagliato tutto e di più. Lo sanno tutti e tutti lo sanno, come usa dire anche in televisione, “sulla propria pelle”.

Domandatelo a un giornalista, a un politico, a un idraulico, un salumiere, un medico, un avvocato…Ma che domande, l’hanno vissuto tutti “sulla propria pelle” il grande e interminabile taglio della spesa pubblica. Il giornalista lo ha raccontato tante volte lavorando, il politico ci deve fare i conti ogni giorno con la tagliata disponibilità di denaro pubblico, il salumiere lo sa perché la filiera della carne ha perso sovvenzioni, il medico lo vede ogni giorno in ospedale, l’avvocato nei Tribunali…

Domandatelo un po’ a vostro rischio e pericolo a un dipendente pubblico, un tranviere, un insegnante, un impiegato di Comuni o Regioni o Ministeri. Vi guarderà con faccia ed espressione in cui si mescolano la consapevolezza di essere vittima, la rabbia e il rancore. Certo, vi diranno, ci hanno tagliato tutto, anche la carta nei bagni.

Domandatelo a chi vi pare, non c’è italiano che non sia convinto, sicuro, non sia pronto a raccontare di aver fatto diretta e dolorosa esperienza del grande taglio della spesa pubblica.

Domandate ancora quando questo grande taglio è avvenuto, quando è stato più feroce. Leggera incertezza ed esitazione della memoria, tendenza alla dilatazione temporale del fenomeno…poi sussurrate per aiutare un nome, Monti. Ed ecco l’Italia tutta che dà una data al grande taglio: dalla fine del 2011 in poi sempre peggio, non se ne può più di tagliare, anche se pure prima…ma non come negli ultimi anni.

Tutta l’Italia, quella del lavoro pubblico e del lavoro autonomo, quella delle professioni, quella senza lavoro, quella abusiva, quella di destra leghista, quella di sinistra che sogna Tsipras, quella dei sindacati, quella di Grillo, quella di governo e quella di opposizione, quella di lotta, quella di rendita e pure un po’ quella corrotta e delinquente alquanto, tutte le Italie d’Italia giurano di averli visti eccome i taglia di spesa. La percezione è unanime.

Beh…c’è un mistero. Più tragico che buffo. Il mistero dei tagli alla spesa pubblica. Nel triennio, nei tre anni peggiori della crisi, nel 2012 e 2013 e 2014 la spesa pubblica italiana è aumentata!!! da 821 a 838 miliardi. Aumentata!!!

E’ La Corte dei Conti a dircelo in una vigilia di Ferragosto. E all’Italia tutta, politica, sociale, sindacale, alla gente che conta e alla gente che non conta niente, da un orecchio entrerà e dall’altra uscirà. Che la spesa pubblica in Italia cresca e ingrossi mentre tutti gli italiani piangono commossi il suo essersi ridotta a scheletro letteralmente non si può sentire. Perché delle ipotesi che indagano, proprio spiegano no, il mistero una è peggio dell’altra per la narrazione che facciano di noi stessi come paese e popolo.

Prima ipotesi: il maxi taglio alla spesa pubblica è solo “percepito”, è solo auto inganno assolutorio, è solo una bugia che ci diciamo davanti allo specchio. Così fosse, sarebbe letteralmente un paese di pazzi. Qualcosa di vero c’è nell’eccesso di “percezione” e di questo stampa e televisione sono fortemente colpevoli. C’è anche l’eclissi del senso di responsabilità del ceto politico e la propensione al vittimismo sceneggiato della gente. Ma qualcosa alla spesa pubblica è successa davvero, non ci siamo inventati tutto.

Seconda ipotesi: i miliardi che si spendevano prima, più i miliardi di aumento di spesa durante la crisi se li sono mangiati le varie “Cricche” e “Mafia Capitale” e “Caste”. Facendo in modo che alla gran parte della gente arrivasse una quota minore di denaro pubblico. Cricche, Mafie e Caste banchettavano di spesa pubblica anche prima, esiste in Italia una lunga tradizione con tappe significative nel dopoguerra, durante il boom economico, negli anni ’80, tangentopoli…Insomma che una fetta di denaro pubblico vada alle “Caste”, tante, non è una novità. Non a caso l’Italia è il paese dove in chilometro di strada o di ferrovia costa da tre a dieci volte quel che costa in ogni altro angolo del pianeta, bisogna pagare tanti pedaggi…

Quindi plausibile che durante la crisi corruzione e spreco e, diciamo così, sostegno al reddito delle imprese e territori e lobby amiche non siano diminuiti. Ma se il potere di spesa della Caste e Lobby fosse così imponente da ribaltare decisioni di governo e volontà popolare, se fosse capace di far aumentare la spesa pubblica nonostante i governi e la gente, questo potrebbe avvenire solo se Caste e Lobby coincidessero più o meno con la maggioranza dei cittadini italiani. Qualcosa del genere accade: di fatto a Caste e Lobby sono “iscritti” milioni e milioni e non come racconta la favolistica para politica poche migliaia di italiani. Però non basta, Caste e Lobby sono parte costituente del sistema Italia ma non sono tutto il sistema Italia.

E allora la terza ipotesi, forse la più plausibile. La spesa pubblica non è stata tagliata perché troppa parte della società italiana di spesa pubblica vive. Però il lamento è generale e la sofferenza è reale perché nel corpo, nella testa e nel cuore della società e dell’economia italiani c’era (e c’è) l’aspettativa, il “diritto acquisito” all’aumento, all’incremento della spesa pubblica. L’Italia piange di lacrime vere quel che è stato solo e soltanto un blocco sostanziale di spesa. Ecco l’ipotesi più plausibile e forse per questa sua plausibilità la peggiore. Se l’ipotesi corrisponde a realtà, la realtà è di una tossicodipendenza sociale ed economica da soldo pubblico. Più di una assuefazione, molto più. Una dipendenza tossica. Dalla quale non abbiamo nessuna voglia di uscire, infatti di spesa pubblica tutti, proprio tutti, ne vogliamo, ne reclamiamo, ne imploriamo e ne sogniamo altre e crescenti dosi.