Monti indispensabile e inutile…Tu che rating dai all’Italia?

ROMA – Le agenzie di rating non ci vogliono più bene…a noi italiani e a tutta l’Europa. Ma voi che “rating” dareste all’Italia, insomma se aveste soldi li prestereste all’Italia e, se sì, a breve, medio o lungo termine? E chiedendo in cambio quali interessi, cioè “cifrando” quale livello di rischio?

Quotidiano “La Stampa” di sabato 14 gennaio, il giorno dopo il “declassamento” operato nei nostri confronti da Standard&Poor’s: “E’ ben possibile che gli esperti di Standard&Poor’s siano arrivati ieri mattina all’aeroporto di Fiumicino e abbiano avuto molta difficoltà a trovare un taxi nel giorno della rivolta dei tassisti. Il giudizio negativo…suona come una dichiarazione di aperta sfiducia non tanto nelle cifre-inoppugnabili- della manovra, ma nella capacità del governo Monti di realizzare il suo programma”. Firmato Mario Deaglio. Stesso giornale, il giorno dopo: “Monti dovrebbe dire a Merkel e Sarkozy: se la zona euro prosegue così il nostro lavoro sarà distrutto in ogni caso perché le nostre banche e la valuta crolleranno…La Grecia: chiunque sia in possesso di una calcolatrice tascabile può capire che non sarà in grado di rimborsare i debiti…La realtà è che ora la Grecia deve lasciare l’euro…quando ciò accadrà gli altri paesi indebitati, prima fra tutti l’Italia, saranno duramente colpiti…Il fiscal compact non è sufficiente nè i miei piani nazionali di austerità e liberalizzazioni basteranno, l’unica è che voi due, il che significa soprattutto la Germania, accettiate la responsabilità collettiva per i debiti della zona euro, emettendo eurobond garantiti congiuntamente…senza di essi l’euro semplicemente non sopravviverà”. Firmato Bill Emmott.

Quotidiano “Il Corriere della Sera” di sabato 14 gennaio, a pagina 13 Danilo Taino racconta e spiega della flexisecurity danese, quel sistema per cui in Danimarca il posto di lavoro si perde, si trova, si cambia senza drammi e rovine: “Un sistema del genere può funzionare solo sulla base di un’enorme fiducia reciproca, nella certezza che tutti facciano l’interesse nazionale e non solo il proprio…meccanismi che regolano il mercato del lavoro efficienti e non inquinati da privilegi e imbrogli, risorse per questo sistema pari al 3/4 per cento del Pil, accompagnate da un Welfare costoso che garantisce scuola, università e ospedali gratuiti. Ciò richiede l’accettazione da parte dei cittadini di livelli di tassazione alti (il 50% del Pil) e di evasione fiscale bassi (non più del 5 per cento del Pil…”. Taino spiega che è roba che funziona ma che in Italia non si può importare, mancano la fiducia, i meccanismi, l’accettazione delle tasse, abbonda l’evasione. Stesso giornale, lunedì 16 gennaio, sondaggio di Renato Mannheimer: il 55 per cento degli italiani non si fida dell’euro, il 49 per cento degli italiani pensa che i controlli fiscali tipo Cortina “non debbano danneggiare le località di villeggiatura”. Quotidiano Sole 24 ore, lunedì 16 gennaio: “Lotta all’evasione, Comuni avanti piano”.

Quotidiani che raccontano l’Italia quotidiana: banche che non prestano soldi e nessuno che presta soldi alle banche. Petrolieri che piangono miseria. Avvocati pronti a scendere in piazza. Titolari di concessioni di stabilimenti balneari in barricata. Medici di famiglia in sciopero e barricati a difesa della cassa previdenziale. Sindacati finalmente uniti a difesa del nulla cambi nel mercato del lavoro e tentati di provare a ripristinare le pensioni che c’erano prima. Regioni e Comuni indisponibili a mollare le aziende pubbliche che governano. Vendite di beni pubblici che, quando avvengono, diventano svendite sotto costo per le casse dello Stato e affari per mediatori e compratori. Benzinai e tassisti in super sciopero Partiti politici e Parlamento che soffrono come un cilicio il governo Monti. Governo Monti che arranca sulla parete liscia delle liberalizzazioni. Governo Monti, dopo il declassamento del rating, narrato a piacere, dai giornali, dai politici e dalla gente comune come indispensabile, ancora più indispensabile di prima e di prima più forte, oppure inutile e già ai primi sgoccioli. Così è se vi pare, a seconda di quanto vicino o lontano sia al proprio portafoglio o alla propria “parte” la prossima legge. Le agenzie di rating non ci vogliono bene e probabilmente il loro giudizio tutto e solo “onesto” non è. Ma voi, proprio voi, onestamente, che rating dareste all’Italia, glieli prestereste i vostri soldi?

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