Monti lo sai? Irpef al 47% Iva al 25%. L’autonomo mi scarica addosso le sue tasse

ROMA – Caro professor Monti, perdoni l’ardire ma la invitiamo a soffermarsi su questa micro lezione. Chi le scrive è un pensionato agiato anche se non percepisce pensione che può essere definita d’oro.Per noi, pochi, al massimo poche migliaia che percepiamo di pensione più di 90mila euro lordi annui c’è un “contributo di solidarietà”, insomma una tassa aggiuntiva del cinque per cento. Di modo che l’aliquota massima per questo gruppo di cittadini è del 47 per cento mentre per il resto dei contribuenti è del 42 per cento. Va vanti così dall’Agosto dell’anno scorso: cinque per cento di Irpef in più su pensioni comprensibilmente bloccate, sterilizzate rispetto all’aumento dell’inflazione. Va avanti così e non è certo che ci si faccia la fame con 4.000 e passa euro netti al mesi (questo è il netto di 90mila lordi annui detratte tutte le tasse statali, regionali, comunali e i contributi). Non ci si fa la fame e non ci si lamenta neanche più di tanto. Pensionati a più di 90mila lordi e dipendenti pubblici a più di 90mila lordi non ce ne sono moltissimi, decine di migliaia? Subiscono un trattamento fiscale ” a parte”, per loro l’Irpef è maggiorata. Diciamo, caro professor Monti, che pagano più degli altri, che sono un po’ meno uguali? Ma diciamolo senza invettiva, anche se salasso è sopportabile e comunque necessario e indispensabile. Bene, anche se alla lunga anche 4.000 euro al mese se li carichi di extra Irpef e con l’inflazione al 3 per cento…

E la lezione? Ci arriviamo professor Monti, faccia attenzione perché è lezione di civismo, di coesione sociale e di politica fiscale. Chi le scrive accetta che la sua aliquota massima Irpef sia del 47 per cento e non del 42 come per tutti gli altri. Lo accetto non perché sia ricco il che non è, ma perché benestante questo sì e perché viviamo i giorni che viviamo. Ma ho scoperto anche che per me l’Iva è al 25 per cento e non al 21. Nonostante la fatica del suo governo per impedire che l’Iva dal 21 per cento passasse al 23 ad ottobre, la informo che per me e quelli come me l’Iva è già al 25 per cento. E stavolta non siamo migliaia o decine di migliaia, stavolta siamo milioni.

L’Iva al 25 per cento, ma dove? Nella fattura che ho davanti agli occhi. L’ha rilasciata dopo averla compilata un professionista, un lavoratore autonomo. C’è l’importo dell’onorario, si aggiunge il 21 per cento di Iva sull’importo dell’onorario…E si aggiunge anche il 4 per cento di “contributo integrativo” sull’onorario. Cosa sia quel 4 per cento non è chiarissimo, provo a indovinare: la fattura viene pagata via bonifico bancario e siccome riguarda ristrutturazioni edilizie la legge prevede che la banca faccia da sostituto d’imposta, trattenga il 4 per cento di tasse all’impresa o al professionista con quella fattura pagato. Quindi, se è così, con quel quattro per cento il professionista ha girato, scaricato sulle mie spalle e tasche la tassa che lui doveva pagare. Oppure sarà un tributo regionale sulle prestazioni professionali, come che sia il professionista, il lavoratore autonomo sempre se lo scarica dal suo portafoglio e lo fa pagare al mio di portafoglio. Per cui, come la metti e come la giri, la mia Iva, quella che di fatto io pago è del 25 per cento.

Caro professor Monti, la lezione è questa ed è già finita: non sta in piedi un paese e un sistema in cui come riconoscimento e premio sociale a pagare l’aliquota Irpef più alta si ottenga di pagare anche l’Iva degli altri. Sarà anche assolutamente legale il comportamento del professionista ma è odioso: lui si scarica le tasse e anche se il governo lo carica di qualche tributo per le casse del paese lui lo scarica sul primo della catena che non può più scaricare. Grato per l’attenzione e sapendo che entrambi possiamo farci poco o nulla, la saluto.

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