Olanda, Francia, Germania…l’anti sistema lo ferma (forse) il centro. In Italia no

Olanda, Francia, Germania...l'anti sistema lo ferma (forse) il centro. In Italia no
Olanda, Francia, Germania…l’anti sistema lo ferma (forse) il centro. In Italia no

ROMA – Olanda, ce ne siamo già dimenticati ma qualche settimana fa lì le elezioni le dovevano vincere gli anti sistema, anti Europa e anti stranieri e, se proprio non le vincevano da governare il paese, dovevano comunque arrivare primi nel voto. E’ andata che in Olanda elezioni e governo li ha vinti e ottenuti il leader e il partito di centro.

Francia, era attesa l’onda Le Pen che avrebbe sommerso tutto, Bruxelles, l’euro, le frontiere aperte, i trattati commerciali…L’onda c’è stata, è stata alta. Ma meno alta del previsto o temuto o auspicato. Tra un paio di settimane al 99,99 per cento sarà presidente della Repubblica francese uno che in un anno ha creato un partito di centro. Un centro progressista e riformatore che ha tagliato le gambe al vecchio partito conservatore gollista e all’immobile partito socialista (questo a sua volta divorato dalla sinistra anti sistema). Le Pen doveva vedersela e forse vincere e forse no contro un Fillon dei conservatori o contro un socialista. Se la vedrà e perderà contro Macron, il centrista riformatore Macron.

Germania a settembre vota e sarà Cancelliere ancora la Merkel o il socialista Schultz. Più probabilmente, molto più probabilmente la Merkel che più centro in Europa non c’è. E anche fosse Schultz a prevalere, sarebbe la vittoria non dell’anti sistema di sinistra della Linke o dell’anti sistema della iper destra Afd.

Il 2017 che doveva nel suo rosario di appuntamenti elettorali affossare l’Europa e vedere il trionfo degli anti sistema vede gli anti sistema fermati (per ora) da una proposta politica che non ti aspetti e che pur funziona: il centro. E’successo in Olanda, sta succedendo clamorosamente in Francia, si ripeterà in Germania. E il centro a ben vedere governa in Spagna e in Belgio, Austria…

E in Italia? No, in Italia non sembra proprio che l’anti sistema possa essere fermato al centro.

Perché in Italia ci sono differenze sostanziali rispetto alla geografia politica, elettorale e sociale che si riscontra in quasi tutti i paesi d’Europa.

Prima differenza: in Italia la destra anti sistema non è separata da quella conservatrice, anzi alle elezioni le due destre si presentano quasi sempre unite. In Italia Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono divise nella propaganda e nella caccia al voto ma fanno liste e, quando possono, governi insieme. Non succede in nessun altro paese, perfino in Gran Bretagna netta è la divisione tra conservatori (anche anti Ue) e Ukip. E in Francia mai i gollisti governerebbero con il Front National mai la Cdu tedesca farebbe alleanza con Afd e mai in Grecia i conservatori con Alba Dorata. Dovunque ci sono due destra, una anti sistema, l’altra conservatrice. Da noi invece destra anti sistema e e destra conservatrice al dunque fanno sempre alleanza.

Seconda differenza: M5S. Il MoVimento di Grillo è l’unico in Europa che in dimensioni di massa organizza un sentire politico e sociale anti sistema senza essere né destra né sinistra, anzi fuggendo ogni definizione verbale e anche ogni definizione di contenuti. M5S è fondamentalmente un sentir di popolo, un sentire anti moderno e anti modernità (qui infatti incontra l’antica tradizione anti modernista della Chiesa cattolica). Anti modernità e punto.

Terza differenza, l’Italia è il più immoto e immobile dei paesi europei nella sua mobilità sociale e culturale, il paese dove storicamente maggiore e di massa è l’avversione a qualunque riformismo, di destra, sinistra o centro che sia. Il paese che ha inventato una sua declinazione del concetto “riforma” che da noi è qualcosa che si fa solo se qualcosa alla fine ci guadagnano tutti e si fa soltanto se nessuno ci rimette nulla e comunque la vera riforma è continuare come prima ma con più risorse.

Queste tre differenze ciascuna a suo modo prosciugano in Italia la possibilità di un centro politico che fermi l’anti sistema.

Non c’è, non esiste una destra riformatrice e repubblicana, non può formarsi se da decenni accetta, anzi aspira a governare con neo fascisti, sovranisti, lepenisti in salsa padana.

Simmetricamente non c’è un “popolo di sinistra” riformista che anzi ha trovato in parte naturale e ovvio respingere la modernità con la modalità M5S.

E c’è, c’è stata e permane massiccia la reazione di rigetto verso il tentativo (neanche tanto riformista) del centro progressista governante, quello fatto da Matteo Renzi. Oggi Renzi è forse il politico più impopolare (anche presso la stampa e non solo fra la gente) e tanto rifiuto, personalizzato rifiuto, è in fondo il rifiuto storico della società e dell’elettorato italiani di riformare davvero il paese.

Ovunque in Europa due destre che mai governano insieme, in Italia due destre che hanno governato insieme e insieme vorrebbero governare. In nessun luogo d’Europa una cosa come M5S. E un leader di centro sinistra in Italia sconfitto in un referendum da un’alleanza di anti sistema più robuste parti di sistema. Quando il giro delle elezioni in Europa sarà finito, forte è la probabilità che l’Italia sarà l’eccezione, il paese, solo o quasi, dove l’anti sistema non è stato fermato al centro.

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