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Pd partito vota Cuperlo, Pd gente vota Renzi: Bersani e D’Alema contenti così

di Mino Fuccillo |31 Ottobre 2013 15:58

Pd partito vota Cuperlo, Pd gente vota Renzi: Bersani e D’Alema contenti così

ROMA – La Repubblica informa, a tutta pagina informa: “Tessere triplicate a Treviso, soldi a Torino e rissa a Roma, bufera sul voto nei circoli del Pd”. E poi via con la cronaca: tessere pagate da altri e non dai tesserati stessi a Torino (in realtà solo due quelle documentate), niente meno che “albanesi” che si tesserano in gruppo ad Asti, tessere con lo sconto (15 euro invece che 30) a Milano, scazzottata al circolo di vigne Nuove a Roma, congresso cancellato a Casoria e a Catania e infine una strana o comunque inconsueta tendenza ad iscriversi al partito registrata a Treviso, Grosseto, Firenze, Napoli, Avellino, Salerno, Parma…

Molto, molto fumo e anche un po’ di arrosto. In parte la riscoperta dell’acqua calda: quando si fa il congresso di un partito chi sta dentro a quel partito prova a contare più che può. Anzi la doppia riscoperta dell’acqua calda: il Pd è partito fatto di uomini e donne in carne e ossa e non santi e purissimi militanti, come M5S, come il Pdl. Gente diversa e lontana tra loro ma nessuno esenta dalla sana, e talvolta insana, voglia di contare e potere. Quindi quando si fanno i congressi con le tessere, si fanno le tessere. E si fanno le tessere con quelli che stanno con te. Proprio come si fa con la piattaforma web di Grillo o con le convention di Pdl-Forza Italia. Cambia il costume, l’abito,  la missione ma non il senso del fare congresso: contare, contarsi, fare mucchio e squadra per vincerlo il congresso o consultazione o referendum che sia. I partiti sono fatti così, tutti. Tutti in ogni epoca e latitudine, in ogni spazio e tempo.

La cosa curiosa del pre congresso e del pre-pre primarie del Pd non è questa, non è questo un po’ sguaiato folklore che La Repubblica e i quotidiani molto amano rappresentare. La cosa curiosa è che il congresso del Pd è fatto a strati, come una torta. In cima la torta più piccola, quella su cui nel caso di nozze poggiano i due pupazzetti degli sposini e molto altro spazio non c’è. Questa fettina al vertice della torta è quella dei cosiddetti “provinciali”, il luogo molto interno al partito dove si eleggono i dirigenti locali. La seconda fetta, più grande ma non grandissima è appunto quella dei “circoli” dove i tesserati vecchi e nuovi se vogliono vanno a scegliere e eleggere i delegati sul territorio.

Bene, nella fetta più piccola, quella proprio piccola, al vertice organizzativo e burocratico del partito, lì Cuperlo è in testa e Renzi secondo. Nella fetta più grande, ma ancora piccola, quella dei circoli Pd, Cuperlo e Renzi sono più o meno alla pari. Se ne evince, è evidente che il “Pd-partito” vota Cuperlo. Per Cuperlo è il Pd apparato. Man mano che si scende nella piramide, che si va alle fette più grandi della torta, le proporzioni si invertono. E nessuno dubita, meno che mai i suoi avversari, che quando lo scegliere riguarderà un paio di milioni di elettori Pd o giù di lì, qualche milione e non qualche migliaia o decine di migliaia, allora sarà in testa Renzi.

Quindi il Pd-gente vota Renzi, lo dicono anche quelli che votano Cuperlo. E il curioso della faccenda dov’è? Sta nel fatto che D’Alema e Bersani son contenti così. L’ex segretario va gongolando del vantaggio di Cuperlo nel partito-funzionari e del pareggio di Cuperlo nel partito-apparato. La sconfitta nel partito-gente, partito-elettori appare a Bersani evento marginale e secondario. In coerente tradizione on la sconfitta elettorale di febbraio, Bersani non è banderuola, non si contraddice. Anche D’Alema è orgoglioso della tenuta del Pd-partito intorno a Cuperlo, così Renzi impara a non andare a lezione “dall’unico che ci capisce”, cioè D’Alema stesso. Eccolo il fatto curioso. a d’Alema e Bersano dovrebbe rodere e preoccupare che la gente Pd, l’elettorato Pd stia con Renzi anche per stare contro di loro e che con Cuperlo e con loro ci sia soprattutto se non solo il Pd-partito. Invece a loro sta bene così, ne sono contenti e fieri. Curioso ma, come direbbe Veltroni, anche no.

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