Pensioni, tasse e lavoro, la campagna è :”Indietro tutta”

ROMA – Ogni tanto qualcuno ci prova e poi ci riprova ancora…Era stato il Corriere della Sera a chiedere in prima pagina che tutti i partiti, o almeno quelli che hanno una qualche possibilità di governare il paese nel 2013, facessero prima della campagna elettorale pubblica e solenne dichiarazione, diciamo così, “incrociata”. Il Pdl dica che non cancellerà l’Imu, il Pd dica che non cancellerà la riforme Fornero delle pensioni. Così l’Europa, la Bce ma soprattutto chi in Italia i soldi potrebbe investirli o no saprà chi siamo e dove vogliamo andare. Puntuale Berlusconi ha detto che cancellerà l’Imu, tempestivo Bersani ha fatto sapere che la riforma Fornero va non cancellata ma “rivista”. Come da tradizione delle allenze a sinistra, l’alleato Vendola, alleato di Bersani, ha precisato che quella riforma si “cancella”.

Ci riprova Il Sole 24 Ore e chiede ai partiti in campagna elettorale di dirla chiara su almeno tre questioni: pensioni, tasse e mercato del lavoro. Dice il quotidiano di Confindustria: basta con le ambiguità e non trascinatele, le ambiguità, in campagna elettorale. A dire il vero i partiti sono tutt’altro che ambigui in materia. Del Pdl non si sa chi sarà il candidato premier, tanto bene non si sa neanche se ci sarà un candidato premier del Pdl e si può perfino dubitare che ci sarà un Pdl. Però una cosa l’hanno detta chiara: meno tasse per tutti. Già sentita? fa niente. E meno tasse a partire da quella patrimoniale sulla casa che è l’Imu. Magari serviva abbassare le tasse su impresa e salario, ma questo porta meno voti, fa meno scena. Quindi meno tasse a partire dai 22 miliardi che vengono dall’Imu. Scusi, signor Pdl, quei 22 miliardi da dove altro si prendono? Risposta: ma dalla ripresa, sciocco! E dalla vendita del patrimonio di Stato per 400 miliardi. Da 400 a 22 sai quanti ne avanzano. Scusi, signor Pdl, di quei 400 quanti ce ne sono in cassa? Risposta: zero, ma c’è il nostro piano. Ah, ecco: al Pdl sono stati chiarissimi e coerenti con la loro storia.

Del Pd non si sa chi sarà il vincitore delle primarie, che non sono primarie del Pd ma della coalizione di centro sinistra per eleggere non il leader del Pd ma il candidato premier, primarie dunque di coalizione che non si sa se saranno a doppio turno o a turno unico, che nonj si sa se Vendola c’è o no, se i candidati saranno quattro o quaranta, non si sanno un sacco di cose. Ma una sulle pensioni si sa: l’ex ministro Damiano e il giovane Fassina se governanti faranno delle robuste eccezioni alla riforma Fornero. Non la cancelleranno, diciamo eccezioni per un paio di milioni di pensionandi almeno fino al 2016. Poi si vede, in fondo si fa così da sempre: rigorosa riforma e robuste eccezioni. Vendola, l’alleato è più drastico: quella legge si cancella perché affama e, già che c’era, Vendola firma anche referendum per cancellare l’articolo 18 riscritto dalla Fornero e ripristinare quello che c’era. Su pensioni e lavoro a sinistra sono stati chiarissimi: marcia indietro.

Quindi non c’è ambiguità da sciogliere, nebbia da dissipare, i partiti già cantano chiaro. Comprensibile che in molti facciano finta di non sentire per una sorta di carità di patria. Se una Bce dovesse prenderli sul serio i partiti che aspirano a governare, se si dovesse stabilire e credere che la realtà italiana 2013 sarà la fotocopia della campagna elettorale “Indietro tutta”, allora ricomincerebbe il gioco dell’oca: altissimo spread, niente compratori di titoli, rischio insolvenza, governo d’emergenza…

C’è da considerare, stimare, ponderare che è solo campagna elettorale. Solo? Mica tanto. Quasi ovunque a sinistra si può leggere sparso qua e là che il “welfare in Italia sta sparendo”. Welfare sparito in un paese dove nel 2012 si va in pensione in media a 59 anni e mezzo di età, dove il 60 e passa per cento della popolazione è esente da ticket sanitario, dove, fatta la tara di quel che la politica trattiene in tasca propria, 110 miliardi vengono spesi per la sanità? Perdono per quelli che non sanno cosa dicono, sono quelli che perdono. Basta mettere l’accento sulla o nel primo caso e sulla e nel secondo, la parola è la stessa: sarà un caso?

E a destra ogni giorno si legge e si sente che appena si vota, liberi tutti. Dall’Europa cattiva, dalla Merkel grifagna, dalla Bce matrigna, dell’euro malefico se occorre. Liberi da Bruxelles e da Befera, insomma il ritorno della “Italia delle Libertà”. Ci siamo già stati e siamo finiti con il sedere per terra, però la destra altra terra non conosce e non sogna. Che un qualche dio delle elezioni ce la mandi buona.

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