ROMA – Per sua fortuna, nonostante talvolta scriva sul Corriere della Sera, lo leggono in pochi. Portasse i suoi numeri-verità in un talk-show da un paio di milioni di ascolti, Alberto Brambilla dovrebbe poi temere per la sua incolumità. Ben che gli andasse il pubblico in studio e a casa lo seppellirebbe di fischi e improperi. Perché Alberto Brambilla, docente e presidente di Cts Itinerari previdenziali, insomma per dirla alla buona “professore in pensioni“, elenca, studia, offre i numeri-verità che nessuno vuol sentire. Commette il peccato, anzi il sacrilegio, di dirci che le cose non stanno come ci siamo abituati e assuefatti a credere. Dice cose il professor Brambilla che per la gran parte di noi non stanno né in cielo né in terra…peccato stiano, eccome se stanno, nella realtà italiana.
La prima, la più contundente e irritante per la pubblica opinione: ci sono 8,6 milioni di pensioni basse da morire nell’importo ma completamente o in gran parte regalate a chi le percepisce. Regalate perché questi 8,6 milioni di pensionati nella loro vita non hanno (potuto o voluto?) o mettere insieme neanche 15 anni di contributi previdenziali. E se non hanno pagato i contributi previdenziali è di conseguenza che non abbiano neanche pagato le tasse. Oppure beneficiano di integrazioni al minimo e delle maggiorazioni sociali. Risultato il 52% delle pensioni pagate è sì misero ma anche regalato. Regalato da chi? Dalla fiscalità generale, insomma da chi paga le tasse.
Seconda verità urticante: non è vero che tutti i pensionati le pensioni se le pagano da soli. Vengono pagate in Italia 23, 5 circa milioni di assegni pensionistici per 16,5 milioni e mezzo di pensionati, una pensione ogni 2,5 abitanti. Una enormità. La differenza tra contributi versati e pensioni pagate è di 83 miliardi coperti dalla fiscalità generale, cioè dalle tasse.
Terzo sfregio al luogo comune: se ci sono 23 milioni e mezzo di assegni pagati e 16, 5 milioni di pensionati sono circa sette milioni i pensionati che di pensioni ne prendono due, oppure cinque milioni che ne prendono due e un milione che ne prende tre di pensioni. Quindi quando si dice dei milioni di pensioni sotto i mille euro mensili occorrerebbe appunto precisare: pensioni sotto i mille euro, non pensionati.
Quarto fastidio al luogo comune e al “politicamente corretto” in materia pensionistica: se si continua ad aumentare la pressione fiscale sulla pensione di chi la stessa pensione se l’è pagata con i suoi contributi, si rischia grosso il paradosso per cui le pensioni di chi se l’è pagata finirà con l’essere pari se non inferiore alla pensione di chi se l’è vista regalata. L’Irpef media pagata per cittadino italiano è di 923 euro a testa, il 27% dell’Irpef è pagata dal 3 per cento dei contribuenti, quelli sopra i “fatidici” 3.000 euro lordi. Aumentare le pensioni basse, spesso senza contributi, con più tasse sulle pensioni ottenute pagando contributi determinerebbe il paradosso e “pagare i contributi non converrebbe più a nessuno”.
Dunque pensioni basse ma regalate e basse perché regalate. Regalate a milioni. Tasse alte, altissime per pagare le pensioni senza contributi alle spalle. Una pensione pagata ogni 2,5 abitanti in un paese che ha una gran voglia di andare tutto in pensione. Pensioni basse che se le alzi con le tasse abbassi, estorci pezzi di pensione a chi la pensione ha pagato con i contributi, pagando anche le tasse cosa che i percettori di pensioni sociali e integrate o multiple non hanno fatto o fatto solo in parte.
Se lo sentono quelli di Salvini e Landini il professor Brambilla lo inseguono insieme. Se lo legge la Camusso, il professor Brambilla finisce tra i “liberisti selvaggi che ci riportano al lavoro servile”. Se lo incrociano i met-up M5S il Brambilla vince il premio “Casta Malvagia” 2014/2015. E anche e soprattutto se lo dovesse leggere la gente, la normale comune gente, questo Brambilla non passerebbe l’esame. I suoi numeri sono quelli veri, la sua verità è quella dei numeri.
Ma qui la gente è convinta, sicura e certa che le pensioni basse vanno aumentate, che le tasse vanno ridotte, che una pensione spetta a tutti, a prescindere dai contributi. Una pensione per tutti, magari due. E tutti giurano che lo Stato è arcigno e varo, uno Stato che regala in tutto o in parte 8,6 milioni di pensioni a chi contributi e tasse ne ha pagati poco o nulla. Che dovrebbe fare uno Stato generoso allora? Ma che domanda: aumentare la spesa pubblica per pensioni, assistenza sociale, sanità…Ma è già il 49 per cento dell’intera spesa pubblica quella per questi settori e…e basta con questi numeri, ci vogliamo rovinare l’indignazione, la rabbia, la protesta?
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