Profughi in Italia, Europa ce ne prende la metà se…

Profughi in Italia, Europa ce ne prende la metà se...
Profughi in Italia, Europa ce ne prende la metà se…

ROMA – Di profughi o migranti che dir si voglia finora, nel 2015, ne sono sbarcati in Italia circa 80 mila. Si stima che a fine anno saranno circa duecentomila (170 mila nel 2014). A parte i non pochi che sono riusciti a varcare clandestinamente le frontiere italiane, sono tutti ospiti più o meno indesiderati appunto in Italia. L’Europa, molto sollecitata dal governo italiano, promette all’Italia di prendersene la metà. A circa metà degli ottantamila di oggi e dei duecentomila di domani dovrebbe essere consentito di attraversare legalmente le frontiere italiane per dirigersi, ripartiti in quote, nei 28 paesi dell’Unione europea.

Recalcitrano gli inglesi, fieramente contrari polacchi, baltici e paesi dell’ex est europa sovietico, ma Angela Merkel ha detto che tutto il carico non può restare in braccio all’Italia e quando la Merkel si muove qualcosa di sicuro in Europa succede. Quindi inglesi e polacchi e baltici le proveranno tutte per non dover ospitare ma non potranno chiamarsi fuori del tutto. Uno spiraglio nelle frontiere dovranno aprirlo anche loro. I profughi verranno ripartiti paese per paese secondo quote che terranno conto della demografia, del reddito, dei tassi di accoglienza già praticati. La formulazione di queste quote riserverà delle sorprese, ad esempio alla pubblica opinione italiana informata soprattutto via talk show televisivi.

Scopriremo ad esempio che Germani e Svezia sono i paesi che accolgono di più, con più stranieri in casa e che più rifugiati politici hanno accolto. E che non è vero che l’Italia sia “invasa”, abbiamo il minor numero di rifugiati politici riconosciuti e una percentuale di extra comunitari sulla popolazione che è appena in media con quella europea. Però sull’Italia è tutto il preso del salvare i profughi in mare e dell’accoglierli dopo lo sbarco. Un peso organizzativo ed economico entrambi notevoli che solo da pochissimo l’Europa sta leggermente alleviando.

Il peso più grosso è quello politico e sociale. Nessuno, almeno ufficialmente, vuole i profughi sul suo territorio. Primeggia la Val d’Aosta che 72 ha detto essere troppi, 72! E Lombardia e Veneto ufficialmente si rifiutano. E non è solo questione di leghismo governante, anche Piemonte e Friuli (amministrazioni di sinistra) dicono basta. Poi magari, dietro le quinte, i profughi ovviamente da qualche parte vanno e sono fatti andare, anche al Nord. Ma la sceneggiata nazionale impone due ruoli fissi e praticamente solo quelli.

Primo ruolo in commedia-tragedia: vanno accolti tutti e non c’è problema se non quello dei razzisti. Secondo ruolo in commedia-tragedia: non vanno fatti sbarcare e non li vogliamo qui. Entrambe le parti della sceneggiata sono fuori dalla realtà, la realtà è che arrivano, non possono essere fermati, al massimo filtrati un po’, e che accoglierli è un grande problema e un grande peso che va ripartito. Ma la tragicommedia dei ruoli prevede comunque un’amputazione di un pezzo di realtà.

Realtà che è tosta e complicata, infatti l’Europa di profughi ce ne prende la metà se…Se sarà l’Europa a identificarli dopo lo sbarco. L’Unione chiede team stranieri a collaborare con le autorità italiane nei luoghi di sbarco e identificazione. Perché? Perché vogliono sapere prima chi eventualmente si metteranno in casa. E anche perché di noi si fidano fino a un certo punto visto che per un po’ abbiamo adottato la tecnica della guardia che dorme…ci dimenticavano di identificarne qualcuno, magari parecchi, quelli risalivano al penisola e chi ce la faceva a passare il confine era…uno in meno per noi.

L’Europa chiede anche, pre prendersene la metà, un’altra e difficile cosa: che i profughi siano tenuti in custodia durante l’iter burocratico giudiziario che stabilirà se fuggono da guerre, e hanno diritto all’asilo, o se scappano dalla miseria e allora diritto a restare non c’è. Tenuti in custodia vuol dire luoghi dove custodirli in gran numero e già si sente l’odore acre della rivolta preventiva di Regioni, Comuni, sindaci, condomini…E vuol dire capacità amministrativo-giudiziaria di cui l’Italia non brilla: quarantamila delle sessantamila domande di asilo politico l’Italia non le ha ancora esaminate. La celerità nel dire sì o no alla richiesta è quel che fa del luogo di custodia dei profughi una misura civile di sicurezza oppure un incivile lager.

Poi c’è la questione del farne partire di meno. Per questo si aspetta che l’Onu decida se dare o no e in quale forma il via all’azione di contrasto di polizia internazionale con gli scafisti/schiavisti. Più semplicemente: che l’Onu dia la copertura legale al sequestro/distruzione di barconi e gommoni. Con quel che comporta in termini di intelligence che li individua i barconi, di marina che li affonda/sequestra, di forze armate di vrio tipo che garantiscono successo e sicurezza della missione.

Infine, ma non ultima, la necessità di inventarsi cose fuori e meglio delle consunte parti della tragicommedia. Far lavorare gratis i profughi accolti per lavori di utilità sociale che nessuno fa? Se su base volontaria perché no? Fa bene alla cosiddetta integrazione, aiuta i profughi a sentirsi utili e accolti, erode almeno una parte del razzismo che c’è nei loro confronti. A praticarlo e incoraggiarlo e organizzarlo questo lavoro sociale sono i cattolici della Caritas, quelli alla Sel che gridano allo schiavismo ancora una volta proteggono l’idea astratta (borghese direbbero loro) del migrante, non il migrante in carne e ossa. Utilizzare una delle nostre isole tra le meno abitate come centro di raccolta? E perché no se la permanenza sarà breve, settimane e non mesi e se le condizioni igienico, sanitarie e di comunità saranno decenti? Perché gridare subito al campo di concentramento? Meglio lasciarli vagare più o meno ovunque alimentando la fobia xenofoba?

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