Redditometro, reddito medio 19mila, spesa media 29mila: 10 domande agli italiani

Redditometro, reddito medio 19mila, spesa media 29mila: 10 domande agli italiani
Redditometro, reddito medio 19mila, spesa media 29mila: 10 domande agli italiani

ROMA – Diffidare del redditometro? Soprattutto di chi c’è dietro, e cioè la burocrazia dell’Agenzia delle Entrate. Sono capaci di performance del tipo chiamarti a giustificare come hai fatto a comprare casa da 500mila euro avendo un reddito annuo di 80mila lordi. Ma è la stessa Agenzia che sa, per avertelo tassato alla fonte, che l’anno prima hai percepito un Tfr, trattamento di fine rapporto, insomma la liquidazione per 200mila di euro. Ed è la stessa Agenzia che sa, perché ogni anno li tassa, che in banca hai in trenta anni accumulato dai 15o ai 250mila euro tra conto corrente e Bot o Bpt. Lo sanno eppure verranno a chiederti di dimostrare, carte alla mano, quello che è già nei loro computer e nelle tasche dell’Agenzia. Ne sono capaci, sono capaci di impugnare il redditometro come arma impropria. Attenti dunque e diffidare, non del redditometro ma di chi lo impugna.

Però…però questo redditometro pone una domanda a noi italiani cui sarebbe diciamo così grazioso cominciare a rispondere. Noi italiani diciamo al fisco (dichiarazioni 2011) di avere un reddito medio di 19.600 euro lordi. Cioè a spanne di 16/17 mila euro netti, quel che ci restano dopo aver pagato le tasse. Però nello stesso anno abbiamo speso in media 29.856 euro a famiglia. Speso, solo speso. Senza contare i risparmi che sono per fortuna enormi nelle tasche degli italiani. Dunque se diciamo la verità al fisco, in ogni famiglia, proprio in ogni famiglia, entrano due redditi medi e li spendiamo tutti fino all’ultimo euro senza risparmiarne uno. Quindi senza mai comprare una casa, una macchina, senza mai nulla che non sia l spesa per la sopravvivenza. Oppure al fisco non diciamo la verità, da anni, anzi da sempre. Domanda: per quale dei due motivi ci inquieta e ci irrita davvero il redditometro?

Come per le ciliegie una domanda tira l’altra, ed eccone un’altra che forse non c’entra eppure c’entra.

Eccola: noi, voi, essi italiani di destra, con tutti i nostri valori e principi, idee e opinioni, convinzioni e obiettivi di destra…Con tutto questo e  tutto questo lo dobbiamo concentrare e incarnare per forza e esclusivamente in un signore che il minimo che si possa dire è che ha vissuto una vita border line tra la frode fiscale e la corruzione dei giudici, in un signore orgogliosamente puttaniere? Possibile che i nostri valori e principi e anche interessi non ci sia nessuno di più presentabile a incarnarli e a portarli al trionfo? Possibile che non lo troviamo e neanche lo cerchiamo uno che vinca per noi e non sia così come è Berlusconi? O forse più che i nostri valori e principi…O forse non sarà che ciò che ci piace e affascina non è la destra politica ma la frode fiscale e le escort in villa?

Domanda numero tre, domanda ai “grillini”: come mai, dove sta scritto che quando pensa uno di voi è sempre pensato da solo, in autonomia e libertà e gratis e invece quando e se lo penso io o lo pensa lui che non sta con voi è sempre pensiero pagato, opinione a pagamento? Non sarà quel vecchio fenomeno, antico come il mondo, per cui si pensa che gli altri non possano essere che come se stessi e quindi si suppone siano tutti a libro paga per il semplice motivo di non avere altra bussola, interesse e metro della vita se non i soldi?

Domanda numero quattro, piccolo corollario alla tre: la carta stampata italiana, i giornali sono imputabili di ogni nefandezza e a loro è ascrivibile ogni difetto. Però è falso, totalmente e assolutamente falso che i giornali siano finanziato dallo Stato e dal denaro pubblico. Soldi pubblici ne arrivano, troppi e malamente, solo ai quotidiani politici o che si vestono da quotidiani politici, cioè legati a un partito: L’Unità, Libero e decine di altri soprattutto piccoli e quasi ignoti. Ma il resto dei giornali da decenni non becca un euro come è giusto che sia. Perché tutti vogliono credere il contrario?

Domanda numero cinque: perché il grande partito riformista di un grande paese, come dicono i suoi capi, è sempre presente in prima fila e sempre porta la sua solidarietà e sostegno ovunque in Italia ci si organizza per non riformare e cambiare nulla? Nella Pubblica Amministrazione il Pd è baluardo del non toccare nulla, così come nella scuola. Per non parlare della Sanità e della spesa pubblica sociale e di quella solo cosiddetta sociale. Come mai?

Domanda numero sei: sono cretini o suicidi gli austriaci o i finlandesi che gli inceneritori dei rifiuti se li mettono in centro città e ci fanno i soldi? Sono scemi o plagiati tutti gli altri cittadini europei che i rifiuti se li smaltiscono da soli, anzi li riciclano? Siamo noi i soli furbi e attenti alla salute che i rifiuti, con somma arguzia, non li vogliamo né smaltire né incenerire né convertire e invece li vogliamo spedire, a caro pagamento, all’estero?

Domanda numero sette: pare che finalmente ci si sia accorti, con un decennio di ritardo, che i talk-show televisivi sulla politica sono avanspettacolo e non informazione. Domanda: e se non ci fossero più quelli che sanno fare informazione, se l’avanspettacolo o più nobilmente lo spettacolo, lo show fosse ormai l’unica attitudine e perizia professionale del giornalismo di punta italiano?

Domanda numero otto: perché mai nessuno di noi quando è organizzato in sindacato o lobby vuole essere giudicato, valutato, pesato? Se sai di valere, cerchi la valutazione. Noi la fuggiamo, sia che si sia impiegati o prof, sia che si sia professionisti o manager. Non sarà la coscienza diffusa ma inconfessabile di essere scarsi?

Domanda numero nove: perché i cronisti e narratori ad esempio del calcio devono sempre promuovere ad “eccezionale” ciò che è assolutamente ovvio e usuale?

Domanda numero dieci: perché nessuno ha fatto una trasmissione televisiva o un qualcosa altrettanto enorme e chiaro di un papa che ti dice che vai in paradiso anche se non ci credi in dio, alla condizione tu non abbia coscientemente fatto del male? Perché nessuno ha capito tranne pochissimi? Difficile. Forse, più probabile, perché pochissimi sanno ormai parlare, pensare, spiegare?

 

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