Renzi non c’è più, festa! E poi festa! E poi…Italia del rancore orfana del Grande Antipatico

Matteo Renzi non c'è più, festa! E poi festa! E poi...Italia del rancore orfana del Grande Antipatico
Renzi non c’è più, festa! E poi festa! E poi…Italia del rancore orfana del Grande Antipatico (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Renzi non c’è più: strasconfitto alle elezioni, costretto a dimettersi da segretario del Pd, incarichi di governo per lui forse su un altro pianeta. Renzi ciaone dopo quattro anni. Quattro anni in cui è stato capo del governo, capo del Pd, capo di riforme e leggi molto odiate, capo di un referendum rigettato, capo di un riformismo accennato, capo anche della classifica dell’antipatia. Il Grande Antipatico è lui, Renzi.

Nella classifica e performance del Grande Antipatico ha battuto Craxi e stracciato De Mita, mitici antipatici della Prima Repubblica. E nella cosiddetta Seconda di Repubblica non c’è gara: Berlusconi è stato il Grande Antipatico per mezza Italia, Renzi lo è stato il Grande Antipatico per tre quarti abbondante degli italiani.

Ma ora Renzi non c’è più, non conta più, è caduto giù. Quindi festa! E poi festa! e Poi ancora festa! Questo è l’umore del paese alla caduta di Renzi: triplice festa, tre volte festa , tre volte Natale come cantava Lucio Dalla. E dopo la festa, dopo la triplice festa e tre volte urrà?

Dopo sarà un po’ una noia per il giornalismo politico e per i conduttori di telegiornali e chef di chiacchiera politica in televisione, dovranno trovarsi un altro Grande Sbagliatore. Una noia anche un po’ pericolosa: quelli di M5S sono suscettibili assai e Salvini non conosce galateo, a trovare nelle loro fila il Grande Sbagliatore si rischia grosso di perdere l’effetto fuoco sulla Croce Rossa che ormai con Renzi era garantito. Si poteva sparare senza rischio su Renzi, si faceva la figura dell’anti potere restando al calduccio e al coperto. La rivoluzione con la scorta dei carabinieri, il sogno di ogni anti sistema.

Sarà un po’ anche uno straniamento per la gente, per il popolo, per quelli, manco a dirlo, che Renzi lo soffrivano “sulla loro propria pelle”. Caduto Renzi, quando si abolisce la disoccupazione? La disoccupazione l’ha portata e aggravata il Jobs Act di Renzi, no? Quindi, caduto Renzi, che cada la disoccupazione. O no?

E quando spariscono i neri dalle strade? Li ha portati Renzi con il suo governo. Renzi non c’è più, quandi spariscono i neri? Spariscono…o no?

E quando arrivano le banche del Popolo che prestano a tutti senza interessi e senza star lì a guardare se uno paga, restituisce il finanziamento? Veramente già c’erano alcune banche così e sono andate in malora. Ma è stata tutta colpa della Boschi e di suo padre e ora che a Renzi e Boschi sono state tagliate le mani, quando arrivano le banche del Popolo?

Banche del Popolo che distribuiranno euro che noi italiani finalmente libero stamperemo anche alla faccia di tedeschi e francesi e tutti gli altri chi se ne frega. Chi se ne frega, basta che garantiscano e paghino, loro, per i nostri euro e debiti connessi e deficit aggiuntivi. Caduto Renzi, basterà far vedere a Bce, Stati, governi e contribuenti tedeschi, francesi, spagnoli, olandesi, austriaci i nostri risultati elettorali e loro piegheranno la testa e soprattutto pagheranno per noi. Non è così?

E quando sparisce una metà almeno delle Tasse? Era Renzi che impediva la liberazione dalle tasse. O no?

E a chi daremo la palma e il ruolo dell’arrogante capo, di chi ci lamenteremo perché non media, non consulta, non “fa tavolo” con tutti e sempre? Avevamo una certezza, in commedia e tragedia. Avevamo il Grande Antipatico e ce lo siamo giocato. Che festa grande sia. E, dopo la festa…Italia del rancore orfana, orfana del suo Grande Bersaglio. Non sarà facile sostituirlo Renzi ma di un Grande Bersaglio l’Italia del rancore ha bisogno. E ora non ce l’ha, sta ancora brindando l’Italia del rancore, ma presto se ne accorgerà di non avercelo il Grande Bersaglio.

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