ROMA – Salvini suonato, come quello che andò per suonarle e…Salvini come un pugile suonato che sorride al gong che scandisce le riprese sul ring dove le sta prendendo, prendendo e prendendo. Salvini suonato come stratega: che strategia è mai quella di aprire la crisi politica, intimare lo sfratto al governo, allestire la mozione di sfiducia e poi spaventarsi perché M5S e Pd non si arrendono subito e a mani alzate?
Salvini davvero pensava che stessero tutti ai suoi tempi e ai suoi ordini? Buttare giù un governo per prendere subito più voti possibili, per incredibile che sia la strategia di Salvini era tutta qui. Più che una strategia, una voglia. Non prevedeva ostacoli, contro mosse. Salvini davvero si era convinto di essere l’asso pigliatutto, credeva bastasse fare faccia truce e tutti sarebbero fuggiti. Al suo comando quelli di M5S si sarebbero docili sottoposti al martirio del riversargli la metà dei loro voti. E quelli del Pd se ne sarebbero stati a cuccia mentre chiedeva agli elettori imprecisati e imprecisabili “pieni poteri”. Uno stratega suonato.
Salvini suonato è apparso nell’aula del Senato. La finta indifferenza mentre Conte lo demoliva, il balletto parlo dai banchi del governo o da quelli della Lega, il rosario sul banco davanti a sé, il bacio alla croce…L’esuberanza recitata, l’esuberanza e nulla più. Quando finalmente ha parlato, nel suo discorso il nulla. Anzi no, non il nulla. Non un concetto, non una linea politica, non un pensiero che non fosse l’iterazione del “io, uomo libero…non mi rassegno…i miei figli…voi schiavi…”. Tutto qui, imbarazzante e imponente l’esilità dello spessore culturale e anche oratorio dell’uomo che raccoglie i consensi e la simpatia di gran parte dell’elettorato.
Salvini un pugile suonato perché come stratega politico conosce solo l’attacco frontale al nemico disarmato e perché come statista non è il suo mestiere. Suonato ma per nulla morto. Ieri è riuscito a vendere alla stampa, alle tv e ai social la più incredibile e improbabile, anzi la più evidente delle balle. Eccola: Salvini avrebbe aperto la crisi non perché voleva fare il pieno dei voti alle elezioni ma perché aveva scoperto col suo fiuto che da “settimane e mesi” Grillo e Renzi inciuciavano.
Capito? E’ stato Grillo, cioè M5S ed è stato Renzi, sono stati loro due insieme a costringere Salvini alla legittima difesa di sparare al governo Conte. Questo si è venduto appena ieri Salvini e questo si venderà alla gente, agli elettori. La cosa più smaccatamente tarocca sarà venduta. E sarà comprata. Da molti, moltissimi. Perché quel capitano che in realtà nulla sa di navigazione politica, tanto meno di come si pilota un governo, quel semi bullo che caccia i negri e spendi almeno 50 miliardi a debito e tutto va posto, quel signore e capo che non spiccica una frase senza ripetere e ripetere e ripetere le tre parole tre che spiccano nei social, quel Salvini è a immagine e somiglianza, a ricalco e risonanza di tantissimi cittadini elettori italiani.
Lo vogliono così e preparano e covano la loro vendetta: il Parlamento, la politica e la ragione delle cose hanno suonato ben bene Salvini che si è pure suonato da solo, loro alla prima che capita dimostreranno che il Salvini suonato non è per nulla morto.