Seconda ondata: papà governo, mamma gente. Dispiace per i Muti, fanno gli Sgarbi

di Lucio Fero
Pubblicato il 27 Ottobre 2020 - 09:28 OLTRE 6 MESI FA
Seconda ondata: papà governo, mamma gente. Dispiace per i Riccardo Muti, fanno gli Sgarbi

Seconda ondata: papà governo, mamma gente. Dispiace per i Muti, fanno gli Sgarbi (Nella foto Ansa, il maestro Riccardo Muti)

Seconda ondata, a lungo negata ora conclamata. Seconda ondata di contagi, o meglio incapacità di contenere la seconda ondata.

O, meglio ancora, una sorta di favoreggiamento inconsapevole ma massiccio al diffondersi della seconda ondata. E’ andata così, sta andando così: al contagio e al suo diffondersi è stata data una mano. La mano di chi?

SECONDA ONDATA: PAPA’ GOVERNO

Seconda ondata ha in Italia due genitori. Sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo con lucidità ha indicato le generalità del papà: il governo. Il governo in senso proprio e il governo in senso lato. Il sistema e la rete dei poteri e dei servizi pubblici non sono stati in grado di allestire reali sistemi e reti di tracciamento. Hanno fallito nell’organizzare tamponi. Hanno ritardato oltre misura creazione di unità intensive e sub intensive. Non riescono neanche a distribuire vaccino anti influenza.

Peggio ancora il governo e in generale il sistema istituzioni e poteri hanno voluto credere all’impossibile, e cioè alla pandemia finita a giugno. Hanno consentito, hanno fatto da sponda ad una opinione pubblica che era entusiasta di negare la realtà. Cazzullo fa l’elenco preciso e puntuale del non fatto da parte del governo. Per carità di patria evita di evidenziare, anche solo di supporre, che il gigantesco non fatto sia la inevitabile conseguenza del non saper fare.

MAMMA GENTE

La giusta mappa del non fatto tracciata dall’editorialista del Corriere della Sera però ha le sue colonne d’ercole oltre le quali il cartografo si astiene, si ferma, non guarda. La seconda ondata ha una mamma: la gente, la gente comune, la gente tutta che questa estate ha dismesso in massa la mascherina, ha fatto finta e neanche tanto di rispettare e osservare distanziamenti, ha fatto feste, cene, viaggi. E nessuna prevenzione. Chi, i pochi , che ricordavano epidemia in corso la gente li ha trattati come noiosi e importuni pignoli rompiscatole.

DATA DEL CONCEPIMENTO: QUESTA ESTATE

Seconda ondata ha papà governo. E ha anche un nonno: lo Stato. Perché non da solo questo governo è partita ed è manifesta l’inefficienza strutturale e ormai irredimibile della cosa pubblica. Seconda ondata ha anche una data del concepimento: è stata concepita da governo più gente comune questa estate. Sotto gli occhi, col consenso, anzi con la partecipazione più o meno incosciente di una intera popolazione e dei suoi rappresentanti ad ogni livello.

I MUTI, FOSSERO SOLO GLI SGARBI…

A nome della musica elisir di vita il grande maestro Riccardo Muti ha scritto a Conte chiedendo concerti siano esentati da chiusure perché musica “cibo dell’anima”. Più o meno lo stesso argomento del ristoratore che ha dichiarato la pizza fuori con la famiglia bisogno primario ed esistenziale. Più o meno, anzi lo stesso argomento del gestore centri sportivi che definisce lo sport diritto primario alla svago e salute. Lo stesso argomento, seppur declinato con più forbito linguaggio, di Roberto Mancini che innalza il calcio al rango di attività dal valore sociale pari alla scuola. L’argomento della supremazia, primato, specialità, intoccabilità della propria attività. In una gara che assume urticanti movenze snob a chi fa la cosa, il lavoro più nobile.

Dispiace per i Riccardo Muti ma così facendo scivolano a far gli Sgarbi. Sgarbi fa teatro, ne ha fatto una professione. L’onorevole Sgarbi rifiuta mascherina e chiusure, di certo, ci fosse decreto per aprire negozi e togliere mascherine, Sgarbi mascherina indosserebbe…Sgarbi è un professionista della promozione di se stesso, professionista di successo nel curare e ampliare i fatti suoi Sgarbi però non è classe dirigente.

Pensavamo potessero esserlo classe dirigente i Muti, anche in tempo di pandemia. Classe dirigente è quando un gruppo sociale, qualunque sia la professione o l’attività di appartenenza, si rende conto che, per salvaguardare l’interesse anche del gruppo di appartenenza, occorre non aderirvi in termini di corporazione o di lobby. La capacità e la voglia di individuare un interesse generale, questa è classe dirigente. Non per altruismo o buonismo, questa è carità magari cristiana o etica laica. L’interesse generale per fare il proprio reale interesse.

Ora che i Muti non abbiano voglia di capire che il concerto non contagia di per sé ma contagiano eccome gli infinito e intrecciato spostamento e contatti della gente che va al concerto, sul taxi, al bar, in pizzeria…Non è che i Muti non abbiano intelletto, è che non riescono, non vogliono uscire dall’identità di arte, mestiere, professione, gruppo, categoria, parte sociale, lobby. La classe dirigente italiana il massimo che fa è trasformarsi in sindacato di se stessa, negandosi così in radice il ruolo di classe dirigente. E anche il rispetto che una reale classe dirigente meriterebbe.

Invocare teatri e concerti aperti e invece pizzerie che chiudano pure è snob e purtroppo denota come la seconda ondata abbia, oltre a mamma gente e papà governo, anche un padrino di battesimo: la classe dirigente del paese, una classe dirigente dalla consistenza di una mozzarella con troppi giorni sulle spalle. (Fonte Corriere della Sera)