Tsipras: “Studenti e casalinghe ispettori delle tasse”. In Grecia non si pagano

Tsipras: "Studenti e casalinghe ispettori delle tasse". In Grecia non si pagano
Tsipras e Kammenos (foto Ansa)

ROMA – C’è qualcosa di drammatico in uno dei sette punti con cui il governo appena formato della Grecia si impegna a riformare la Grecia stessa. E’ il punto in cui il premier Tsipras, il ministro dell’economia Varoufakis e il partito Syriza annunciano e lanciano l’arruolamento. Non di soldati e/o poliziotti e neanche di medici, ingegneri, economisti, assistenti sociali…Ad Atene si immagina, si studia, si promette l’arruolamento di studenti, casalinghe, turisti. Arruolarli per fare di loro degli ispettori delle tasse, per mandarli in giro a vedere e denunciare chi le tasse in Grecia non le paga. Ispettori delle tasse per tre/sei mesi: questo il periodo di “ferma” per gli arruolati.

Raccontano che quando a Bruxelles abbiano sentito e letto di questa riforma/garanzia messa sul tavolo della trattiva europea dal governo Tsipras abbiano sorriso. Sorriso di scetticismo. Se lo hanno fatto, hanno fatto male. Non c’è nulla da sorridere. Quella prospettata da Tsipras non è una mossa comica, è una mossa tragica.E’ la mossa disperata di chi annaspa, di chi cammina nel vuoto e immagina di procedere su una passerella.

Pensare, il solo pensare che pattuglioni o kommando o incursori di studenti, casalinghe e turisti sparsi sul territorio geografico, economico e sociale della Grecia possano indurre a pagare le tasse evase è …impensabile. Quand’anche fossero messi in campo i secchielli bucati degli ispettori di popolo e di governo, non asciugherebbero certo il mare dell’evasione fiscale in Grecia.

Anzi, è sostanzialmente scorretto parlare di evasione fiscale nel caso greco. Evasione si configura come tale quando il pagar le tasse è comportamento consolidato della maggioranza delle popolazione. Così non è in Grecia. Così non era quando governavano i moderati di centro destra che truccavano il bilancio nazionale, così non era quando governavano in Grecia i socialisti. In tutti questi decenni si sono sottratti al fisco (per Costituzione!) gli armatori navali ma anche i proprietari di immobili e gli importatori di merci e gli esportatori  e i commercianti e anche i cittadini a reddito fisso. Per decenni è andata così: in teoria le tasse in Grecia si pagavano, erano stabilite per legge. Ma non c’era nessun controllo, nessun rapporto tra legge e realtà. Per capirci, la greca Agenzia delle Entrate e la greca Equitalia o non esistono o, se esitono, hanno come compito quello di fare come se non esistessero.

Con la crisi economica e il calo del reddito il non pagare le tasse, che era già abitudine e diritto in qualche modo acquisito, ha assunto una giustificazione sociale, perfino una valenza a suo modo etica. Pagare le tasse quando fai fatica a pagare le bollette? Pagare le tasse che poi servono a pagare i debiti magari con i grassi e grossi tedeschi? La gente greca rispondeva no, due vole no. In teoria e soprattutto nei fatti. Quindi i mesi prima delle elezioni, la annunciata vittoria di Tsipras che annunciava fine di ogni austerità e lo stop immediato e drastico ai sacrifici. La gente greca ha interpretato gli annunci come moratoria generale dal pagare le tasse. E, come prima, più di prima, da novembre/dicembre 2014 le tasse non si pagano.

Raccontano che “quelli del Nord”, tedeschi, olandesi, finlandesi…più che scandalizzati dal nuovo governo greco siano sgomenti di fronte a quello che loro appare dilettantismo di governo. E non solo “quelli del Nord”. Anche irlandesi, spagnoli, portoghesi proprio non ci stanno a farsi dire da Tsipras e Varoufakis come devono cambiare tutto nei loro paesi secondo modello Syriza. A guardarli governare Draghi ha deciso che più di tanto in Grecia Bce non può rischiare (“siamo già la banca centrale greca con cento miliardi di prestiti”). Anche Hollande e Renzi sono “solidali” ma la mano sul fuoco per Tsipras non la mettono.

Si diffonde sempre più l’idea che la Grecia possa finire, saltar fuori dall’euro e dall’Europa non per scelta di Atene a neanche di Bruxelles…Non per scelta ma per incidente. Non Grexit ma Graccident. Incidente da governo approssimativo, incidente da mix tra bluff, azzardo e scarsa pratica del gioco. In neanche 24 ore dal governo greco sono venuti l’arruolamento di studenti, casalinghe e turisti come ispettori fiscali, la minaccia di un referendum sull’Europa se la Ue non accetta il piano greco e infine la incontinenza minacciosa del ministro Kammenos (quello del partito di estrema destra con cui Syriza si è alleata per fare maggioranza). Kammenos, ministro della Difesa, ha detto che se l’Ue non ci sta, allora il governo greco darà documenti validi a tutti i profughi e con questi sommergerà, affogherà la Germania e l’Europa tutta. E se tra i profughi dovessero esserci infiltrati di Isis e dintorni, tanto peggio per Bruxelles, Berlino, Parigi, Madrid, Roma…Matteo Salvini che l’euro e l’Europa li caccerebbe dall’Italia ieri, a pensarla e dirla così violenta e volgare non c’era, finora, mai arrivato.

Sì, Graccident può succedere. E qualcuno qua e là comincia anche a pensare che non sarebbe il peggiore dei guai possibili.

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