Terra piatta, scemo del villaggio opinionista. E gli si dà par condicio

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Mike Hughes, l’uomo che vuole dimostrare che la Terra è piatta

ROMA – Terra piatta, la Terra è piatta, lo dice lo scemo del villaggio. Al secolo tal Mike Hughes in quel degli Usa. Di Mike comunque ve n’è appunto in ogni villaggio. E città, piazza, bar, ufficio, social, blog…E non è che hanno aspettato la radio, il telefono, la televisione o il web per venire al mondo. Lo scemo del villaggio è nei secoli un ruolo in commedia umana sempre ricoperto, mai andato deserto per mancanza di vocazioni.

E allora che c’è di nuovo nella storia di Mike e delle migliaia, milioni di Mike al mondo? C’è che lo scemo del villaggio si è fatto niente meno che opinionista. La sua scemata, nel caso la Terra piatta, è trattata dal sistema della comunicazione e quindi anche da parte rilevante della pubblica opinione come, appunto, un’opinione.

Il messaggio, la cultura che passano sono: c’è chi dice la Terra sia una sfera, c’è chi dice la Terra sia piatta. magari hanno ragione i primi, ma diamo parola anche ai secondi. Libertà e confronto di opinioni, che diamine!

Quindi all’opinione che la Terra sia piatta si concede una sorta di par condicio nella comunicazione. Così come all’opinione che i vaccini siano inutili e dannosi si concede par condicio. Così come a quella che i terremoti siano gargarismi spaziali di organismi alieni. Così come a quella che esista la cura del cancro ma la si nasconda per vendere medicine…

Lo scemo del villaggio che per secoli è stato tale oggi si vede trattato come opinionista e il sistema della comunicazione gli dà par condicio. Clamorosa e totale abdicazione dell’informazione al suo ruolo di corpo intermedio e al suo ruolo di professione competente. Un sistema della comunicazione che fa Terra piatta o Terra sfera, io riporto, il resto fate voi.

Di conseguenza e coerentemente il nostro Mike Terra Piatta raccoglie 300 mila e passa dollari per finanziare il suo tentativo di dimostrare che la Terra è piatta (forse Mike fa lo scemo, avendo capito che oggi è professione che raccoglie consenso popolare).

Questo dar par condicio a tutti e a tutto non riguarda solo l’anti scienza, il che è già gravissimo. La scienza non è democratica e la legge di gravità non può essere sottoposta a referendum. Anche la volontà popolare la bocciasse alla grande, resterebbe in vigore.

La comunicazione dà par condicio anche all’opinione che si possa stare in pensione per 25 anni abbondanti della vita e in 25 milioni di italiani su 60. Anche se la stragrande maggioranza degli italiani votasse in tal senso (e lo farebbe, lo farà) la pensione a 25 milioni di italiani per 25 anni non è un’opinione, è un’illusione scema.

La comunicazione dà par condicio anche all’opinione che il cibo fa male, e si arriva alla blogger che insegna alle ragazzine a non mangiare, che, accusa della magistratura alla mano, istiga al suicidio.

La comunicazione dà par condicio agli “opinionisti” del web, in notevole parte scemi del villaggio che si firmano inventandosi università e centri studi che non esistono.

La comunicazione dà par condicio a Boschi e Boldrini ai funerali di Riina. Migliaia e migliaia ci hanno creduto. Ma questa poi non è gran novità, lo scemo del villaggio che si fa opinionista ha molti alleati. Uno a caso, il fatto che tre italiani su quattro esitino e arranchino nella comprensione di un testo complesso, dove per testo complesso si parla di una frase con tre periodi. Un altro alleato è il fatto che la metà abbondante degli italiani non legga un libro nella vita dopo quelli scolastici (e i libri letti sono al 90% i gialli e i rosa).

Berlusconi lo aveva già detto ai suoi primi tempi, scoprendo peraltro l’acqua calda: l’elettore medio è un alunno di prima media dell’ultimo banco. La novità, la gran novità è che l’alunno dell’ultimo banco oggi va in cattedra e il sistema della comunicazione gli riconosce par condicio…didattica!

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