Tesoro e missione dei sindaci: aggrapparsi alla cassa per pagarsi i voti

ROMA – “Gli organi di governo locale sono diventati al tempo stesso sportelli di spesa e agenzie di collocamento. I loro organici e gli immobili costruiti per ospitarli hanno soltanto un rapporto remoto con le funzioni e le esigenze dell’ente. Servono a organizzare eventi spesso inutili (a ogni città il suo festival), a stipendiare consulenti, ad assumere nuovi funzionari e impiegati, a presidiare aziende di pubblica utilità. Servono, in ultima analisi, a conquistare voti nelle prossime elezioni…”. Così scrive Sergio Romano nel commento di prima pagina del Corriere della Sera. Fatto questo, assolte queste funzioni, talvolta agli “organi di governo locale” restano in cassa dei soldi, il cosiddetto “attivo inutilizzato”. Sono soldi che stanno in cassa, riposano, in attesa spesso e volentieri delle…prossime elezioni. Sono il “tesoretto” dei sindaci, il fieno in cascina per, quando servirà, “organizzare eventi spesso inutili, stipendiare consulenti, assumere funzionari e impiegati, presidiare aziende, conquistare voti nelle prossime elezioni”. Il governo ha chiesto ai Comuni non di rinunciare a questi soldi ma di cambiare la cassa e la cascina dove riposano. Ha chiesto ai Comuni di parcheggiarli nella Tesoreria generale dello Stato. Lì parcheggiati quei soldi aumentano la partita attiva del bilancio dello Stato e consentono di risparmiare su base annua circa 620 milioni di euro di interessi sul debito pubblico.

Ma tutti i sindaci d’Italia, di destra, di sinistra e di centro, della Lega o di liste civiche, tutta l’Anci all’unanimità grida allo “scippo”, al “furto”, alla mossa “incostituzionale”. Province e Regioni affiancano i Comuni, la Regione Piemonte vuole ricorrere alla Corte Costituzionale, la Regione Veneto annuncia che non verserà un euro. Sono tutti compatti e indignati, vogliono il loro “Tesoro” e soprattutto non intendono rinunciare al loro “tesoretto” in vista di prossime elezioni. Perché di questo si tratta, il resto delle grida è fumo e ammuina. Nessuno toglie ai Comuni neanche un euro, anche se depositati nella Tesoreria generale i soldi restano nella loro disponibilità. Nessuno toglie ai Comuni neanche gli interessi che maturano nel tener depositate quelle somme su conti correnti a loro intestati: la Tesoreria centrale ha già detto che pagherà ai Comuni gli stessi interessi, anzi maggiorati. Ma questo non è bastato a placare grida, indignazione e disperazione. Neanche la garanzia che si tratta di un cambio-cascina per due, tre anni. Il tempo, lo stesso tempo chiesto ai pensionati che non vedono rivalutate le loro pensioni. Lo stesso tempo chiesto a tutti i contribuenti che pagano sul loro reddito contributi di solidarietà. Il tempo chiesto al paese per i Comuni, le Regioni e le Province è troppo e intollerabile: alleviare il debito pubblico di un paio di miliardi da qui alla fine del 2014 è per gli organi di governo locale una questione che “non cale”. Insomma non sono “fatti loro”.

Loro, gli organi di governo locale, hanno altre priorità: in due, tre anni sai quante volte si vota? Se togli gli “attivi inutilizzati” dalla cassa e dalla cascina dei sindaci e dei governatori, se solo li depositi in altra Tesoreria, allora rendi difficile il pronto impiego elettorale di quei soldi, colpisci e ferisci la “autonomia”. L’autonomia di fare a pronta cassa quel che abbiamo letto sul Corriere della Sera: “organizzare l’inutile, stipendiare consulenze, distribuire assunzioni, finanziare aziende pubbliche…”. La rivolta di massa dei sindaci e dei governatori e dei presidenti contro la Tesoreria unica svela l’assoluto bisogno che hanno di una “Tesoreria di territorio”. Non bisogno di spesa perché i soldi “loro” quelli sono e quelli restano. Ma bisogno di una cassa locale cui attingere pronta cassa e senza fastidi per finanziare la ragione prima della politica locale: distribuire denaro secondo calendario e geografia elettorale. E’ questa e non altra la “nobilissima battaglia” in cui, fascia tricolore sul petto, sono impegnati i sindaci del Pdl, del Pd, della Lega, dell’Udc, di Sel, dell’Idv e di qualunque forza politica abbia conquistato un Comune, una Regione, una Provincia. La cassa locala, la tesoreria di territorio serve loro a tenerselo quello che hanno conquistato. Se depositano i soldi in altra Tesoreria dovrebbero fare anche altra politica e questo no, non lo possono proprio tollerare.

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