Vaccini, quando i politici i bambini se li mangiano davvero

Vaccini, quando i politici i bambini se li mangiano davvero
Vaccini, quando i politici i bambini se li mangiano davvero (foto Ansa)

ROMA – Vaccini, ora la storia sta diventando criminale. Ora comincia davvero a configurarsi danno e crimine. Ora la politica, certa politica e i politici, certi politici, i bambini se li stanno mangiando davvero. E’ sulla loro pelle, sulle carni dei bambini soprattutto che si esercita una grottesca e tribale danza di richiamo e di identità. La politica e i politici che si permettono, si arrogano il diritto e la competenza di assecondare e far da sponda ai no-vax, lo sappiano o no, ne siano o no coscienti, portano la responsabilità non più tanto indiretta del riapparire oggi di malattie e del coltivare epidemie per domani.

Quella politica e quei politici respingono questa responsabilità, d’altra parte obbediscono e in parte dettano il costume nazionale del rifiutare, scaricarsi, fuggire sempre e comunque ogni responsabilità. Invocano diritto di opinione e/o (dio ne abbia pietà) di informazione. Mentono e se, come probabile, mentono in buona fede è peggio, molto peggio dal punto di vista della quantità e qualità del danno che infliggono alla salute pubblica. E stavolta per salute pubblica non s’intende quella dello Stato o della società, s’intende proprio la salute, la malattia, la vita, talvolta perfino la morte della gente.

Un politico o una parte politica che usa se stesso come megafono e tribuna dei no vax non sta esprimendo un’opinione, sta operando perché diminuisca la percentuale dei bambini vaccinati. E in effetti questa azione politica ha ottenuto primi rilevanti risultati: per alcune malattie, morbillo ad esempio, i vaccinati sono tornati a percentuali inferiori a quelle che danno la cosiddetta immunità di gregge, percentuali di vaccinati che impediscono all’agente patogeno di circolare. Il morbillo circola ed ha fatto in quattro mesi circa 1.600 contagi e ammalati, è il primo successo di quella opinione politica.

Quanto all’informazione…Viene contrabbandata come tale altra e diversa cosa, la comunicazione. Uno sente dire, magari legge, magari gli sembra sia nell’aria, magari annusa un umore popolare e popolano anti vaccini e lo mette in rete o in onda o a stampa. Questa non è informazione, è appunto comunicazione: farsi veicolo e agente, magari di successo, di ciò che smonta la medicina, l’immunologia, la biologia…e la salute dei bambini.

L’informazione è davvero libera quando la libertà di informazione non è paravento e alibi per la propria irresponsabilità e ricerca del consenso (sì, anche il giornalismo cerca consenso, talvolta ad ogni costo). E’ libera quando è cosciente, consapevole e responsabile di quel che fa. Quando è documentata, quando ha il coraggio di riconoscere competenze. Quando sa darsi la misura etica, quella che consente di vedere che un titolo o una sequenza montata ad effetto possono togliere un vaccino a un bambino in carne e ossa. Non è onesta quella cosa travestita da informazione che dice: vaccini o no vaccini per me pari sono, io li metto sul tavolo, scegliete voi.

Politici non invasati di se stessi, menti e coscienze non in overdose della propria ideologia osserverebbero, pretenderebbero, rispetterebbero una no fly zone della chiacchiera e invettiva e propaganda politico-elettorale sui vaccini. Una zona di non intervento, di neutralità, di rispetto e di chiamarsi incompetenti sui vaccini, sulle cure anti cancro tipo metodo Di Bella o sulle Stamina. E invece no, c’è una politica che ci inzuppa il pane e i bambini vaccinati diminuiscono di conseguenza. Ecco, nella loro proterva incoscienza, questi i bambini se li mangiano davvero.

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