Luigi Di Maio contro Bankitalia (foto Ansa) Luigi Di Maio contro Bankitalia (foto Ansa)

Luigi Di Maio contro Bankitalia

Luigi Di Maio contro Bankitalia (foto Ansa)
Luigi Di Maio contro Bankitalia (foto Ansa)

ROMA – “Luigi Di Maio contro Bankitalia“: questo l’articolo pubblicato da Giuseppe Turani anche su Uomini&Business.

Di Maio è certamente un bugiardo seriale, abituato a dire cose senza senso purché facciano effetto sul suo pubblico di ignoranti.

Di fronte alle critiche della Banca d’Italia, che ha abbassato le stime dì crescita dell’Italia, ha detto: “Tanto sbagliano sempre”. E anche “Parlano quelli che non sono riusciti a difendere le banche”.

Su quest’ultimo punto va ricordato a Di Maio che le banche falliscono ovunque e, in ogni caso, non esistono indagini aperte o condanne di Bankitalia per omessi controlli. Quindi spara scemenze. La vigilanza, comunque, non ha alcun rapporto con quelli che fanno gli studi.

Più raffinata la prima questione: sbagliano sempre. Il modello econometrico utilizzato da Bankitalia si compone di un migliaio di equazioni e considera altrettante variabili. Il padre di questo modello è considerato Franco Modigliani (purtroppo scomparso), persona gentilissima, molto amico di Gaetano Salvemini, e abituata a parlare chiarissimo. Fuggito in America nel 1939 a seguito delle leggi razziali. Negli Stati Uniti divenne anche presidente dell’Associazione degli economisti americani, titolare di cattedra all’Mit di Boston e, infine, premio Nobel.

Modigliani ha disegnato anche i modelli econometrici per la Banca di Spagna, quella svedese e persino per la Federal Reserve americana. Per anni quasi tutti i massimi dirigenti di Bankitalia sono stati suoi allievi all’Mit, grazie allora governatore Guido Carli che lo stimava molto.

Ma – dice Di Maio – Bankitalia sbaglia. E qui commette una scorrettezza. Il modello econometrico (difficile da capire per un ex stewart…) non sbaglia. Tanto è vero che Bankitalia è arrivata buona ultima nel rivedere al ribasso le previsioni di crescita italiane: prima di sono espressi nella stessa direzione tutti gli altri centri di previsione internazionale e alcuni dei maggiori fondi di investimento mondiali. Quello che può capitare (e capita continuamente) è che cambino le condizioni della realtà, cosa che ovviamente determina risultati diversi rispetto a quelli previsti dai vari modelli. Non a caso questi modelli (molto complessi e molto raffinati) vengono fatti girare abbastanza spesso proprio per tenere conto delle mutate condizioni del mondo reale.

Ma Di Maio è convinto (perché nulla sa) che l’economia italiana andrà in grande ripresa perché il governo distribuirà al popolo una decina di miliardi (presi a debito). Forse gli va spiegato che l’economia italiana, ancora per un po’, è una macchina da 1600-1700 miliardi all’anno: dieci miliardi in più o in meno fanno non un boom, ma un solletico.

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