M5S, uno dei materiali costitutivi della costituzione ideale e materiale del MoVimento fu la rabbia indignata per gli stipendi delle Caste, i particolare per gli stipendi dei parlamentari. Sì, era semplificazione ma era anche sostanza e cuore, anima e mente della predicazione politica del MoVimento: levate i soldi ai politici e affini e tutto si risolverà. Sottesa ma neanche troppo era, ed è sempre stata e tuttora è, l’idea che tolti i soldi alla politica seguirebbe una grande redistribuzione di quel maltolto al popolo e ogni portafoglio e famiglia e casa si rimpinguerebbero. Togliete i soldi ai politici (e a pochi altri) e non vi sarà più debito pubblico, inflazione, disoccupazione, bassi salari…Si può tranquillamente dire dimostrare che il MoVimento nasce, si rafforza e ingrossa fino al 33 per cento dei voti espressi sulla base dell’asse strategico dei soldi, quelli da togliere alle Caste e poi il mondo intero vivrà agiato se non addirittura di rendita.
L’asse dei soldi si fa ossessione
L’asse dei soldi, il parametro dei soldi diventa, si manifesta in breve come il fondamentale e massiccio paradigma di pensiero e azione del MoVimento diventato potere. Olimpiadi, meglio non farle perché altrimenti va a finire che qualcuno si arricchisce. E così ogni altra infrastruttura o cantiere o progetto o iniziativa: meglio sospettare che qualcuno finisca per arricchirsi. Il MoVimento porta a livelli istituzionali il paradigma del condomini che si oppone a tutto nel condominio perché non si fida, per principio, dell’amministratore, del direttore lavori, dei coinquilini. Male che vada, rubano. Bene che vada, si arricchiscono, loro. Quindi no. Non a prescindere ma per impedire i soldi altrui, leciti o illeciti che siano. L’asse dei soldi svela in fretta di essere ossessione dei soldi.
I rimborsi dei portavoce del popolo
Ulteriore e massiccia conferma dell’ossessione dei soldi come anima viva della cultura M5S viene offerta per anni (anni!) della contesa interna, dallo struggimento pubblico e privato intorno alla questione esistenziale: gli eletti in Parlamento rinunciano o no sborsano o no una parte dei soldi del loro stipendio? Su questo M5S si arrotola, si involve, si strugge, si spezza perfino. Per anni le cronache politiche seguono fedelmente e in fondo incomprensibilmente come fosse politica una vicenda di natura identica a quella del chi siano i morosi in condominio che non hanno pagato la manutenzione dell’ascensore o si rifiutano di farlo negandosi al telefono.
Rousseau e Casaleggio, questione di soldi
Il faticoso e contrastato contrapporsi e dividersi tra M5S e Casaleggio piattaforma Rousseau è senza infingimenti da parte di entrambi questione, neanche sottesa, di soldi. Il chi paga e quanto è parte decisiva e manifesta, eppure lo si narra e interpreta e mostra come fosse tutta vicenda di linea e strategia politiche. In fondo è vero: la questione soldi continua infatti ad essere valore fondante e orizzonte strategico e valoriale della cultura M5S.
Ora Grillo a contratto M5S
Beppe Grillo fornirà servizi oltre all’utilizzo del suo blog a M5S. Per circa 300 mila euro. Raggiunto l’accordo con tanto di buon contratto. Nulla da eccepire, solo da rilevare come ancora una volta la vicenda sia stata narrata e trattata come vicenda politica e come l’accordo commerciale sia stato valutato e raccontato come si fosse trattato di un programma e/o congresso di partito. A conferma, del tutto involontaria ma non certo inconsapevole, di come la questione-ossessione-paradigma soldi sia la trama, la fibra, la ragion d’essere prima del MoVimento e poi di M5S. Con prevalenza sia nel MoVimento prima che in M5s poi della tendenza pitocca, corrente taccagna.