ROMA – Magistrati in correnti hanno prodotto Magistratura a pezzetti nella pubblica immagine e considerazione.
L’ultimo sondaggio su piazza attesta che la cosiddetta gente un magistrato per punire il prossimo lo invoca sempre e volentieri, ma al tempo stesso dei magistrati non si fida mica tanto, anzi molto poco.
Il perché di questo crollo di fiducia e anche di stima lo si trova anche nel disvelamento pubblico e acclarato (perfino il capo dello Stato ne ha preso pubblico atto) del come e a quali fini e con quali modalità la Magistratura da tempo organizzava la sua vita associativa.
Le correnti appunto. In origine, lontana, correnti della Magistratura i cui confini e connotati segnati da una scelta e identità culturale e anche politica nella migliore accezione. Poi correnti…meglio definirle aggregazioni di potere per redistribuzione del potere. Scambi di posti e carriere, clientelismo in toga…Fino al punto da far pensare oggi alla pubblica opinione, pur più giustizialista d’Europa, un: da che Tribunale vien la sentenza…versione giudiziaria dell’antico da che pulpito viene la predica.
Sindacati scuola, già nella denominazione c’è millantato credito. Non sono da tempo sindacati scuola, della scuola anzi se ne occupano poco e malvolentieri. Sono sindacati dei lavoratori dipendenti della scuola, anzi in particolare sindacati dei precari della scuola. Loro funzione principale è da molti anni fare assumere in pianta stabile, mandare in cattedra i precari, quelli che sono stati supplenti o aspiranti docenti.
Farli assumere e basta. Farli assumere per anzianità di precariato. Senza esami, concorsi o altri ostacoli capziosi all’unico diritto invocato: quello al posto in cattedra. Il diritto ad avere in cattedra gente competente e abile viene misconosciuto da quelli che tronfiamente chiamano se stessi sindacati dei lavoratori della conoscenza. Anzi, il diritto ad avere in cattedra gente competente e abile viene combattuto e respinto come istanza, niente meno, che neo liberista.
Parola grossa e pomposa…neo liberista. In realtà del diritto ad avere in cattedra gente competente e abile (e non solo anziana quanto a precariato) i sindacati…non è loro competenza. Sarebbe un diritto degli alunni, degli scolari, dei cittadini, del paese. I sindacati detti della scuola hanno realizzato la separazione tra i diritti e/o le rivendicazioni della categoria e quelli dei cittadini, degli scolari, del paese.
Infatti qui e ora sono in grande e indignata agitazione per ottenere 32 mila e anche più assunzioni senza passare neanche per un esame. Non è una novità, è tradizione della casa: sono molti decenni che i sindacati detti della scuola fieramente e con successo si oppongono a qualunque cosa che non sia un Concorso farsa. Ora il salto di qualità: opporsi a un Concorso, qualunque Concorso e per sempre.
I negazionisti: spuntano da ogni dove. Ma non sono la somma di No Vax, No Euro, Scie chimiche, chip di governo nascosti nella pelle della gente, fascisti di tradizione e per l’occasione. Sono più di questa somma.
I negazionisti dell’oggi sono coloro che negano appunto l’appartenenza al reale, la reale oggettività di ciò che li danneggia, danneggia direttamente. Diventano negazionisti quando il danno arriva sull’uscio di casa o alla serranda del negozio.
Il negoziante dei settori bastonati dal coronavirus è il prototipo, l’ideal tipo del negazionista montante: il lockdown mi danneggia e forse manda in rovina, il lockdown, il mio negozio chiuso o i turisti clienti che non ci sono più son colpa del coronavirus, il coronavirus mi danneggia e manda in rovina…coronavirus e lockdown sono miei nemici, quindi vanno smontati.
Primo passo dello smontarli: accusare gli altri (governi, nazioni, Stati, categorie e gruppi sociali concorrenti) di averli montati, montati al di là del reale. Montati per spaventare, complottare, inventare…A vantaggio di…A vantaggio di chi non è dato sapere neanche al negazionista visto che in tutto il mondo va uguale. Ma, se non si può senza passar per matti indicare a vantaggio di chi la montatura, di certo a svantaggio e danno mio. E tanto basta e avanza al negazionista che avanza. Già si odono i primi umori di acido rammarico per averlo proprio fatto il lockdown.
Stati Generali dell’economia, di fresca convocazione da parte di Conte presidente del Consiglio. La questione in soldoni è questa: la Ue ha fatto il suo, tocca all’Italia, se ne è capace.
La Ue finanzierà con circa duemila miliardi (in varie forme e a vario titolo) gli Stati dell’Unione che presenteranno piani credibili per cose utili e credibili. Vuoi miliardi per la Sanità, cioè per formare e pagare medici e infermieri e rinnovare tecnologie ospedaliere? Dimmi luoghi, tempi e modi e i miliardi eccoli qua, l’Europa, stavolta tutt’altro che matrigna, li dà.
Vuoi miliardi per l’Alta Velocità ferroviaria fino a Reggio Calabria o per quella est-ovest della penisola? Dimmi luoghi, tempi, progetti, disegna credibile infrastruttura e i miliardi l’Europa li dà. Lo stesso se vuoi fare autostrade o ponti. O anche se vuoi portare la banda larga a tutto il paese. O anche se vuoi rimettere in stato di decenza gli edifici scolastici e in stato di decenza la formazione scolastico-universitaria. O anche se vuoi …
Un sacco di cose, se vuoi, Ue ti dà i miliardi. Però l’Italia tutta, il sistema Italia, governi nazionali e locali, associazioni di imprenditori e lavoratori, Regioni, Comuni, Province, assessorati, capi gabinetto e gente in azienda e perfino al bar e perfino i truffatori occasionali e di malavita organizzata sono abituati e tarati professionalmente sul: prima si prendono i soldi della Ue e poi si racconta alla Ue quel che ne facciamo.
Stavolta i miliardi sono molti di più, per l’Italia circa 250 e sono, sarebbero, più facili da ottenere. Ad una sola condizione: niente controlli di austerità. L’austerità è finita, ufficialmente abolita: non ci sono vincoli europei di bilancio. L’unica condizione per i miliardi è presentare progetti credibili (non chiacchiere) sul cosa farne, dove e come e perché spenderli.
Una condizione che tramortisce l’Italia, il sistema Italia. Perché presuppone indirizzarli quei miliardi, indirizzarli ad obiettivi precisi e non distribuirli smezzandoli come efficacia economica ma ricavandone profitto elettorale e clientelare. Dici al ceto politico e amministrativo italiano: ecco i soldi per fare un porto, però non devi darne un po’ per uno a tutte le categorie e parrocchie e famiglie e clientele del “territorio”. Ci devi fare il porto e basta. Dici così al sistema Italia e lo mandi in crisi.
Quindi gli Stati Generali dell’economia sono quello da non fare: la passerella di tutti gli interessi della spartizione dei soldi europei, il pre catalogo dell’un tanto a me, un tanto e te, un tanto a lui e nessuno si alzi dal tavolo senza almeno una porzione.
Magistratura che in correnti dà evangelicamente scandalo, sindacati scuola per natura e missione pronti a boicottare una formazione scolastica basata sul sapere e sul merito, negazionisti forma estrema e montante della peste corporativa, Stati Generali cioè sfilata dei questuanti-pretendenti alla quota di miliardi europei, con governo e partiti nel ruolo di distributori di pasti gratis…Chi offre di peggio per l’Italian Recovery?