Manovra del Popolo è Paradiso. O Grecia. O Argentina. O prestito forzoso

Manovra del Popolo Lega-M5s è Paradiso. O Grecia. O Argentina. O prestito forzoso
Manovra del Popolo è Paradiso. O Grecia. O Argentina. O prestito forzoso (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Manovra del Popolo alla fine come finisce? Verso dove si va? Che succede di qui a due, tre anni? Che succede nei prossimi due, tre anni alle tasche di tutti noi, all’economia collettiva del paese e a quella individuale di ciascuno? Succede che si va in Paradiso se Di Maio e Salvini e Savona hanno ragione.

Succede che chi è senza reddito (circa sei milioni di italiani nelle stime, un po’ gonfiate dal non calcolo-detrazione di chi lavora a nero) ha un reddito di Stato: 780 euro al mese se vive da solo e circa 1300 se ha partner e figli. Quindi nessuno mai più senza un euro, reddito e lavoro non sono più obbligati a stare insieme. Succede che una pensione minima da 780 al mese, anche se non ci sono sotto contributi pagati. Succede che si va in pensione a 62 anni, con 38 anni di contributi. Succede che l’Italia unico paese al mondo abbassa l’età pensionabile. Succede che i lavoratori autonomi pagano al massimo 15/20 per cento di tasse su redditi dichiarati di 65/100 mila euro. Sopra i centomila non si fattura più, lo Stato capisce. Succede che se hai debiti col fisco, col fisco fai pace a basso, bassissimo costo.

Non basta, succede anche che lo Stato investe pacchi di miliardi per strade, autostrade, ponti, scuole…E succede che facendo in tre anni cento e passa miliardi di deficit in più il debito pubblico diminuisce. Perché ministro Savona assicura il Pil crescerà del 3 per cento. Ministro Tria aveva appena detto Pil crescerà 1,6 per cento e già pareva ambizioso, ma che conta Tria? Succede che spendendo di più lo Stato, indebitandosi di più il paese, mandando più gente in pensione, distribuendo reddito svincolato dal lavoro, facendo sconti fiscali, aumenta la ricchezza. Insomma più o meno il paradiso.

Se hanno ragione Di Maio e Salvini, se ha qualche fondamento la nuova teoria economica del giovane leader M5S. Eccola: “I soldi ci sono, ci sono sempre stati”. Fine della teoria. E inizio del paradiso.

E se Di Maio e Salvini non hanno ragione, se vendono felicità avariata e non aboliscono ma preparano nuova povertà? Se Di Maio e Salvini hanno torto ecco tre possibilità per l’Italia e noi tutti. Quarta non si dà.

Prima possibilità: si va a finire in Grecia, in una situazione greca. Che vuol dire situazione greca? Vuol dire che inventando un aumento di Pil al 3 per cento annuo che non arriva, dovendo pagare interessi alti sui soldi che chiede ai mercati, spendendo di fatto più del 2,4 per cento annuo di deficit sul Pil l’Italia arriva al limite di una situazione di insolvibilità. Succede che le mancano i soldi, letteralmente. E succede che qualcuno, Ue, Bce, Fmi, la salva. Finanziariamente la salva. Qualcuno presta e mette i soldi. In cambio vuole il controllo sulla politica economica, sul bilancio del paese che ha salvato. Ai tempi della Grecia la chiamavano Troika perché era formato da Bce, Ue e Fmi questo qualcuno. Le troike o quel che sarebbe salverebbero l’Italia dalla insolvenza (niente pensione a fine mese) ma, per capirci, tutti di nuovo in pensione a 67 anni, anzi 68. e reddito di cittadinanza che si ritira come acqua dopo monda di tsunami…

Seconda possibilità: si va a finire in Argentina, in una situazione sudamericana. Che vuol dire? Vuol dire che si arriva al confine dell’insolvenza. E nessuno ti salva. Nessuna troika ti invade. E neanche paga per te. Vuol dire che fai da solo, sovranamente da solo. Sovranamente esci da euro e Ue, in maniera più o meno drastica e veloce. Vuol dire cambio di moneta e svalutazione immediata dei patrimoni. Venti, trenta, quaranta per cento in meno? Vuol dire inflazione annua a due cifre. Vuol dire che con i 780 al mese, ammesso ci siano ancora, ci arrivi al 10 del mese. Forse. Fuori dall’euro e dalla Ue? Ma non hanno giurato non lo faranno mai? Salvini si comporta ogni giorno come se l’Italia non fosse nella Ue. Di Maio annuncia golosamente che a maggio la Ue lui la sfascia. Vanno presi sul serio. 

Terza possibilità, la più possibile: l’oro alla patria. Oro alla patria, in termini contemporanei il prestito forzoso. Quando l’Italia dovesse essere vicina all’insolvenza, non trovando a chi vendere i suoi titoli di credito se non a interessi che non può pagare, allora convincerebbe/obbligherebbe i suoi cittadini/contribuenti a comprarli loro Bot E Btp. Comprarli non proprio: Bot e Btp verrebbero infilati d’autorità in stipendi e pensioni come parte appunto di stipendi e pensioni. L’hanno già detto che a guardare i cinquemila miliardi di risparmio privato delle famiglie italiane loro stanno tranquilli. L’hanno detto quelli che governano, non è che non l’abbiano detto.    

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