Italia, dai Savoia all’Europa: non buttiamoci troppo giù

di Marco Benedetto
Pubblicato il 24 Febbraio 2011 - 21:18 OLTRE 6 MESI FA

La conferma che ci ha dato il Fatto quotidiano della vanteria di Vittorio Emanuele, per nostra fortuna non IV, con i suoi compagni di cella bel 2006 a Potenza ci amareggia ma non ci sorprende. Ci amareggia perché come italiani pensiamo che forse ci saremmo meritati una casa reale un po’ migliore, ma non ci sorprende se riflettiamo un attimo sulla natura dell’istituto monarchico.

Certo i Savoia sono stati tra i peggiori tra i Regnanti europei, avidi al punto di spogliare i Borboni di Napoli anche del tesoro privato, come testimonia uno scrittore non certo di sinistra come Arrigo Petacco. Ma la storia stessa della nobiltà è fatta di guerre, soprusi, rapine, ai danni di terre lontane, come la Palestina e dei vicini più prossimi.

Quello che distingue i Savoia è che hanno mandato al potere il fascismo: secondo una tesi indulgente e giustificazionista accreditata dopo la guerra nel timore di perdere la corona a favore degli odiati cugini Aosta, a giudicare in prospettiva, per puro calcolo e con rilevanti vantaggi. Mussolini li ha lasciati al loro posto, ma questo può dipendere dal fatto che non era abbastanza forte, inoltre però gli ha portato un regno, l’Albania, un po’ miserabile ma sempre una corona; di più, ha fatto di Re Sciaboletta un imperatore, come il collega di Londra, portandogli in dono l’Abissinia, per poi essere ripagato con l’arresto quando non serviva più, dopo una guerra in cui certamente era stato il duce a trascinare il re, ma in cui il sovrano era stato liberamente complice.

Per non parlare dell’8 settembre, dell’abbandono dell’Italia ai tedeschi e dei milioni di ragazzi sotto le armi affidati alla vacanza dei campi di concentramento, al colpo di grazia delle baionette delle SS, ai ricatti degli arruolatori di Salo.

Però non dobbiamo pensare che solo noi siamo stati sfortunati, noi lo siamo stati particolarmente, ma è la monarchia in sé il male che ci ha afflitto, il male di un sistema in cui un signore per diritto divino si proclama nostro padrone e ci chiama suoi sudditi. Le monarchie costituzionali risalgono le più vecchie a due secoli fa, mentre prima, dalla caduta di Roma, tutto apparteneva al sovrano, terre e uomini, tanto che in Russia la ricchezza di un nobile non si misurava in superficie o città ma in anime.

Gli antichi erano stati più decenti. Anche se poche decine di famiglie governarono per secoli le città greche e Roma, le loro oligarchie avevano almeno la forma di democrazie, un po’ ristrette ma il massimo per quei tempi.