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Marina Ripa di Meana: “Pagatemi almeno il parrucchiere”

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Marina Ripa di Meana è morta a 75 anni dopo aver lottato contro un male incurabile

ROMA – Marina Ripa di Meana era bella, libera, simpatica, e ha umiliato la morte fino alla fine, vivendo la sua vita. L’articolo “Marina: Pagatemi almeno il parrucchiere” è apparso sul blog Uomini e Business.

Blitz Quotidiano ve lo ripropone:

“Era quasi impossibile non voler bene a Marina Ripa di Meana: bella, libera, simpatica. Di notevole nella vita non ha fatto assolutamente nulla, tranne un libretto molto carino sui suoi primi quarant’anni (scritto in realtà da Lino Jannuzzi, ex Espresso, suo amore storico).

Una cosa importante però Marina ha fatto (perché poteva farlo) ci ha offerto l’esempio di una vita ibera, al di sopra di pregiudizi e convenzioni antiche. Ha amato chi ha voluto amare, è stata molto riamata, ha fatto scandalo in misura contenuta, è sempre stata molto sincera,

Non ha mai vissuto nell’agiatezza. Certo, viveva alla grande, ma c’era sempre un po’ la caccia al soldo.

La cosa curiosa è che Marina, descritta da più parti come una spregiudicata ragazza, nella seconda parte della sua vita, ha conosciuto in pratica un solo amore: Carlo Ripa di Meana. Un uomo bellissimo e molto simpatico, socialista, ex segretario del Club Turati di Milano, ex commissario Ue, ex capo Biennale di Venezia, corteggiatissimo.

Marina ha bruciato tutte le altre e poi ha vissuto serenamente con il suo Carlo. Ha sposato qualche buona causa (quella animalista, ad esempio).

Poi, e questo è forse il suo merito più grande, ha lottato per 16 anni contro il cancro con discrezione e tenacia. Senza rinunciare, ogni tanto, a andare in qualche salotto tv a fare polemiche.

Di lei ricordo che una volta fu ingaggiata dalla rete 4 mondadoriana per raccontare i suoi primi quarant’anni. Il compenso era ridicolo. Ma non protestò. Da gran signora disse solo: “Be’, almeno pagatemi il parrucchiere”.

Di lei è stato detto che ha umiliato la morte fino alla fine decidendo di vivere comunque la sua vita. Parole migliori non si potevano scrivere”.

 

 

 

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