Logica ed inevitabile conseguenze del come si insegnano e studiano in Italia ormai da decenni: così poco e male che matematica, fisica, chimica e informatica quasi nessuno sa insegnarle più. Ma il problema non è della matematica o fisica o chimica o informatica che sopravvivono e prosperano anche senza e fuori dalle scuole italiane, il problema, grave, è degli italiani. Italiani che, come di fronte ad ogni problema grave, sempre adottano quella che ritengono la miglior soluzione: ignorare, negare e, se proprio costretti a prendere a forza atto della realtà, prendersela con qualcun altro e fare la vittima. Dunque, partiamo dalla coda: non si trovano, non ci sono più insegnanti di matematica, fisica, chimica e discipline scientifiche in generale in numero sufficiente, anzi in quantità decente, decente per un paese acculturato, istruito, adeguato a conoscere, sapere, lavorare.
Carestia di prof
Perché carestia di prof di matematica e delle sue sorelle? Ecco i sindacati e non solo loro dire: perché pagati poco. In effetti pagati poco. Ecco acuti osservatori ribadire l’acuta osservazione: troppa burocrazia nella formazione. Osservazione acuta soprattutto nella sua unicità, solitudine e ripetitività. Dare la colpa alla burocrazia o alla poca attrattività retributiva del mestiere è buttarla in corner e/o prendersela con l’arbitro. Vero, l’arbitro fischia poco e storto e il campo da gioco è pieno di buche. Ma questo non toglie, non assorbe, non giustifica che sia pieno, pienissimo di gente che non sa giocare a pallone. Ci si passi l’impropria metafora, ma che dire, come dire di una platea di aspiranti, candidati prof di materie scientifiche che, nove su dieci, non passano, non sono in grado di superare gli scritti agli esami professionali inerenti la loro materia, la materia che dovrebbero (e alla fine purtroppo dovranno) andare ad insegnare? Troppi inadeguati troppo inadeguati: è questo il prodotto finale del combinato disposto pedagogia creativa, sindacalismo corporativo, complicità delle famiglie, occultamento dell’ignoranza che costituisce il pasto quotidiano di scuola e università così come le abbiamo volute da tre, quattro decenni in qua.
Ma presto ci sarà la soluzione
Presto però ci sarà una selezione naturale, naturale e pure…matematica. Ad ogni giro nove su dieci non sanno e qualcuno di loro poi andrà in cattedra ad insegnare il suo non sapere. Un giro, dieci, cento giri così e alla fine anche quelli che esaminano saranno ricolmi di quelli che non sanno. Alla fine, presto (ma forse già ci siamo) matematica, fisica e chimica e discipline scientifiche non sarà più nel mansionario standard di chi le insegna conoscerle davvero. Matematica, fisica, chimica, informatica e le scienze vivranno comunque, emigreranno in ambiente meno ostico e loro ostile di quello della scuola. E non ci sarà più bisogno di esami per vagliare se sei in grado di fare il/la prof. E poi chi glieli farebbe questi esami, la frazione della frazione della frazione di quell’uno su dieci che lo scritto lo superava?