“Questo matrimonio non s’ha da fare”, dicevano minacciosi i due bravi a Don Abbondio che camminava lentamente leggendo il breviario.
Dopo due secoli e mezzo questo dissidio ritorna a tormentare i due leader dell’oposizione, Elly Schein e Giuseppe Conte. Saranno finalmente celebrate le nozze fra il Pd e i 5Stelle? Non è un interrogativo semplice perché mentre all’apparenza il loro obiettivo è sempre e comunque Giorgia Meloni. Poi quando si tratta di far convergere le loro opinioni tutto torna in alto mare.
Per quale ragione questo connubio è difficile? Perchè entrambi non ci stanno a lasciare all’altro lo scettro della sinistra. L’ex premier, con la diplomazia che tutti gli riconoscono, non attacca la segretaria con colpi mancini. Ma quando è al dunque, risponde quai sempre con un “no” o con un “ni” alla numero uno di via del Nazareno. In ballo, c’è la supremazia di coloro che sono contro senza se e senza ma alla destra che governa. Chi vincerà fra i due?
Le ultime consultazioni amministrative hanno portato acqua al mulino del pd che pur non raggiungendo quei risulati che tutti i fan della Schlein si aspettavano, ha comunque dato un bel ceffone ai grillini che in generale hanno perso consensi.
Il particolare potrebbe portare alla conclusione che ormai il match è tutto nelle mani della Schlein. Però, è troppo facile un’affermazione del genere. In primo luogo perché si tratta di amministrative che non hanno lo stesso peso specifico delle politiche. Secondariamente, perché la partita si giocherà principalmente in Europa, quando l’anno prossimo si voterà per dare un volto nuovo alla Ue o se rimarrà tutto come è adesso.
Giuseppe Conte non si dà per vinto e nel momento in cui il suo partito traballa tira fuori l’asso che nasconde nella manica. In alcune circostanze (quali nessuno lo sa) potrebbe fare l’occhiolino alla premier lasciando in braghe i tela la sua amica-nemica. L’ex premier si rende conto che la Schlein ha dalla sua parte “la novità”, cioè la metamorfosi che ha fatto compiere ai dem.
Una rivoluzione copernicana che ha messo in fuga elementi di spicco del partito, i quali non si riconoscevano più in quel che Walter Veltroni tanti anni fa voleva costruire: una forza progressista ma moderata, non certo quella che Elly vorrebbe realizzare.
Ecco uno dei punti di frizione fra i due. Non quello preponderante però, perché la vera e propria lotta è nel predominio che l’uno e l’altra desiderebbero possedere. In parole più semplici: chi sarà in futuro il leader della sinistra italiana? Una sinistra-sinistra che promette grandi risultati e un vero e proprio appoggio alle classi più abbienti.
A dire il vero, a questo punto, Elly sembra favorita perché i sondaggi le danno ragione. Il pd ha guadagnato punti e riportato alle urne una parte degli assenteisti (ex comunisti) che vedono in lei un ritorno al passato. Ma il compito non sarà così facile come potrebbe apparire. Giuseppe Conte conosce benissimo l’arma del “cambio della guardia”, Non dimentichiamo che l’avvocato del popolo è stato due volte a Palazzo Chigi con alleati assolutamente diversi (aiutato da Salvini e Meloni).
Ecco perché i due leader, pur se entrambi di sinistra, non si lasciano scappare nessuna occasione per dimostrare quanto siano più vicini a coloro che protestano e vanno in piazza a gridare il loro malcontento.
Ad esempio, quando gli studenti universitari si sono messi a dormire nelle tende stradali perché non potevano più permettersi un alloggio per il caro affitti, prima la Schlein e poi Conte sono corsi a dare solidarietà a quei giovani desiderosi di studiare, ma impossibilitati a farlo per essere figli di famiglie che a stento riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Non è andata benissimo la loro “bontà”, visto che non hanno avuto un gran successo, così come non l’ho avuto nemmeno il segretario della Cgil, Maurizio Landini.
Tutto ciò significa che le nuove generazioni pur essendo in gran parte vicino a quelle idee, non si fidano più delle parole e vogliono i fatti. Nella loro “guerra”, Conte e Schlein lo tengano ben presente questo particolare, perché con le chiacchiere non si raggiunge nessun risultato.