Matteo Renzi prova con Baricco. Crisi del romanzo prima delle tasse che uccidono

Matteo Renzi prova con Baricco. Crisi del romanzo prima delle tasse che uccidono
Renato Brunetta: tante le sfide di Matteo Renzi

Note di Renato Brunetta sulla crisi di Governo e quel che verrà dopo.

Crisi rapida, Cencelli lungo – “Ho ritenuto di dare massima rapidità proprio perché ci sia spazio e serenità successiva per chi avrà l’incarico di formare il governo, che avrà bisogno di tutto il tempo necessario per le consultazioni e le intese”. Lo dice il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando al Quirinale al termine del giro di consultazioni.

Cencellinare – Il programma secondo Alfano andrà cencellinato a lungo con Renzi.

Emergenza Baricco – Il primo incontro è stato con lo scrittore di “Seta”. Subito Renzi si è dedicato a risolvere i gravi problemi dell’Italia, le domande che salgono dal Paese come un grido di dolore. Ad esempio: il romanzo è morto?

Sfida/1 – Riuscirà Renzi a procedere con la riforma elettorale nei tempi concordati, e poi durare fino al 2018?

Sfida/2 – Riuscirà a far votare subito al Senato la propria soppressione, di fatto delegittimandolo? E poi mantenerlo in vita come uno zombie fino al 2018?

Sfida/3 – Berlusconi e Renzi sono fatti per intendersi? Lo vedremo alla prova dei fatti quanto Renzi sia prigioniero del suo partito e quanto invece sia pronto per fare le riforme per cambiare il Paese, quelle riforme, a partire dalla legge elettorale, sulle quali potrà trovare il nostro consenso. Aspettiamo…

Sfida/4 – Renzi ha vinto ancora alla Ruota della Fortuna. Resta da vedere se ha vinto il popolo. Finora non c’è. Renzi si è sparato una serata con Mister Tod’s.

Rottamatore della parte sbagliata – Renzi per ora rottama l’essenza democratica della nostra Costituzione. Accetta lo sbrego della sovranità popolare (art. 1) facendosi insediare come premier senza votazione a suffragio universale ma solo previa consultazione sovietica del Partito unico. In Occidente non si fa.

PD – Come Partito Distruttore. Sta creando solo instabilità: trasferisce sulle istituzioni e sul Paese la propria crisi di rappresentanza e di inconsistenza. La soluzione violenta e ribaltonista dei problemi per nascondere fragilità spaventose con un linguaggio da gradassi.

If… – Se questo modo di agire fosse stato fatto proprio da Berlusconi ci sarebbero carri armati e molotov. I fratelli Zagrebelski, Scalfari, Mario Calabresi, Stefano Rodotà, Ezio Mauro, guidati dal subcomandante Federico Orlando che paura al mondo fa, avrebbero guidato dalle montagne di cuscini dei loro salotti la resistenza. Invece Napolitano dixit, Pci-Pds-Ds-Pd aderì al pronunciamiento, e tutto va, anche la Merkel del IV Reich approva… Che tristezza.

Staffetta – La staffetta tra Letta e Renzi non piace all’85 per cento degli italiani: lo dicono i sondaggi ma lo dicono tutti gli italiani che credono nella democrazia. Questo vorrà dire qualcosa?

Cesarismo – À la florentin.

Boldrini e Grasso – Presidenti deludenti perdenti assenti cedenti. Hanno lasciato che la crisi avesse una gestione extraparlamentare. Dovrebbero costituirsi parte civile in nome delle Camere contro il quirinalismo antiparlamentare. Figuriamoci. Che pena.

Uccellini – Chi praticò il salto della quaglia stimolato da Chi sta in Alto comincerà a cantare? Ah saperlo.

Intanto tasse – La CGIA di Mestre fa sapere che nel 2013 pagheremo 2,4 miliardi in più rispetto al 2012 e nel 2015 ci sarà un aggravio di un miliardo di euro. Questi i risultati di due governi non eletti dal popolo sovrano. Due governi che sono nati senza legittimazione elettorale perché dovevano avere come unico scopo la ripresa economica e l’uscita dalla crisi. Obiettivi totalmente mancati. E a pagarne il prezzo carissimo sono il Paese e gli italiani.

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