Meloni premier, un primo biancio con tante controversie, dal reddito alla via della seta: Pd allo sbando

Meloni premier, un primo biancio con tante controversie, dal reddito alla via della seta: Pd allo sbando, il Governo ha vita facile

di Bruno Tucci
Pubblicato il 6 Agosto 2023 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA
Meloni premier, un primo biancio con tante controversie, dal reddito alla via della seta: Pd allo sbando

Meloni premier, un primo biancio con tante controversie, dal reddito alla via della seta: Pd allo sbando

Meloni premier. Dieci mesi più tardi si può tentare di fare un bilancio sul governo presieduto da Giorgia Meloni? I risultati raggiunti, i problemi da affrontare, le continue controversie con  la minoranza? E’ troppo presto o troppo tardi?

Comunque sia è giusto verificare il lavoro dell’esecutivo di centro destra che ha come presidente (per la prima volta) una donna. Ancora oggi è bufera sul reddito di cittadinanza che volle a tutti i costi l’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte. In cambio di che cosa? “Solo per raggranellare un pò di voti”, tuonano i suoi oppositori.

Vera o falsa che sia questa accusa continua ad essere il nodo più grande che la maggioranza deve affrontare. “E’ già risolto”, rispondono a destra. “Era nelle nostre promesse fatte in campagna elettorale. E’ inutile che   la sinistra pianga quando lo sapeva già da mesi che il provvedimento sarebbe stato cancellato”. 

“E” una guerra sulla pelle dei poveri”, dice stizzito il numero uno dei grillini. Però, il governo ha già deciso e nei giorni scorsi ha inviato oltre 126 mila lettere di disdetta a coloro che fino ad oggi ne avevano usufruito. E’ successo il finimondo come è già noto.
 
Il governo è stato messo sotto accusa non solo per l’abolizione della norma, ma per come l’esecutivo si era comportato da un punto di vista morale. Due righe di scritto mandate via sms. “Una vera e propria crudeltà. Un messaggio inviato a gente o famiglie che spesso non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena”.
 
La risposta della maggioranza non si è fatta attendere: si vuole “vedere” con quali criteri sono state scelte le persone a cui era stato elargito il bonus. In parole più semplici si metteva in dubbio l’operato del vecchio presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che a quel posto era stato messo nel periodo in cui i 5Stelle erano maggioranza schiacciante in Parlamento.
 
Questo significa in parole più semplici che il governo non arretra di un passo e va avanti per la sua strada spiegando per quale motivo non farà mai marcia indietro. “Sono stati bruciati miliardi di euro per un provvedimento che non ha risolto nè il problema del lavoro, nè quello della povertà come si evince dai dati facilmente riscontrabili”. Ma la polemica non si placa, anzi si accende perchè questa è una battaglia che Pd e 5Stelle stanno combattendo insieme. Una delle poche, viste le divisioni che ancora lacerano i due maggiori partiti dell’opposizione.
 
Il governo non teme gli strali della sinistra soprattutto perchè nel Pd non c’è pace. Elly Schlein tenta in tutte le maniere di placare gli animi, ma la svolta che ha impresso nei primi mesi di segreteria ha mandato su tutte le furie l’ala moderata del partito che non ha affatto gradito il lavoro della Schlein.
 
Persino Alessandro Di Battista (che non può essere considerato un buono) dice che Elly ha in animo di rifondare il Pci”. Ecco perchè i vecchi democristiani e coloro che la pensano come i Dc di una volta non possono sopportare questa sinistra-sinistra tanto agognata dalla numero uno di via del Nazareno.
 
I problemi del governo non si limitano alla guerra sul reddito. Ci sono altre controversie che infiammano la politica. Innanzitutto il salario minimo che Palazzo Chigi ha voluto rimandare a settembre perchè ritiene che questo provvedimento non risolve affatto quanto sostenuto dalla minoranza.
 
Ancora: la discussione sull’etero in affitto che a destra si continua ad affermare che è un reato previsto dal nostro codice; mentre a sinistra si ritiene che gli altri Paesi europei hanno già affrontato e risolto questo dubbio in maniera letteralmente opposta a quella della destra italiana.
 
Infine, un’altra battaglia che il governo Meloni dovrà affrontare è quello della via della seta (rimanere nel grande progetto politico cinese  che Giuseppe Conte volle fortemente) oppure uscirne definitivamente nel timore di forti ritorsioni economiche. A tal proposito, in una recente intervista Giorgia Meloni è stata chiara: “Se ne riparlerà a dicembre”, mentre sembra tramontata definitivamente la querelle sul superbonus che aveva provocato un danno non indifferente al bilancio dello Stato. 
Che cosa dire allora sui risultati del governo Meloni? Probabilmente bisognerà attendere ancora per esprimersi basandosi sui fatti.