ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato per Uomini & Business un articolo intitolato “Chi blocca la soluzione in Grecia“. La tesi di Turani è che una soluzione al persistente debito greco è possibile, almeno da un punto di vista economico. Il problema adesso, secondo Turani, è diventato politico: è il braccio di ferro tra Angela Merkel e Alexis Tsipras. Secondo Turani la Merkel non può cedere ai diktat del leader greco alla vigilia delle elezioni amministrative in Germania, mentre Tsipras deve mantenere la linea anti Troika che gli ha permesso di vincere il voto. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo completo:
La questione greca è sempre al centro dell’attenzione dei mercati e della politica. E a volte dà la sensazione che non sarà mai risolta. In realtà, la soluzione sarebbe più semplice di quello che si pensa di solito. In fondo Tsipras non vuole tutte le stupidaggini che ha messo nel suo programma elettorale. Vuole una vittoria politica: e cioè cacciare via la Troika dalla Grecia, in modo da poter dire che Atene è ritornata padrona del proprio destino e dei propri atti. In più vuole un po’ di dilazioni nei pagamenti verso i creditori. Così da avere qualche soldo per mitigare un po’ l’austerità imposta alla Grecia nel momento della massima crisi
Non si tratta di cose difficili da realizzare. Come dice il ministro delle finanze tedesco, la Troika potrebbe rimanere, ma cambiando nome. Oppure, cosa più seria, la Troika potrebbe davvero lasciare la Grecia e essere sostituita da un’altra istituzione internazionale che controlli il proseguimento del piano di riordino delle attività in Grecia. L’Ocse, ad esempio, sarebbe un organismo perfetto. Nessuno perderebbe la faccia: Tsipras potrebbe dire che ha scacciato l’odiata Troika, egli europei potrebbero dire che, comunque, la Grecia non ha avuto carta bianca: un controllore c’è.
Anche sulla faccenda dei soldi l’accordo non è impossibile. La premessa è che, se la Grecia dovesse lasciare l’area euro o dovesse andare in default, tutti i soldi prestati fino a oggi a Atene andrebbero persi comunque. E in più ci sarebbe un certo terremoto nell’area della moneta europea.
Tsipras, quindi, potrebbe avere quasi tutte le dilazioni che vuole e senza nemmeno gridare tanto. Certo, in cambio dovrebbe essere un po’ più cauto nelle concessioni alla popolazione e dovrebbe anche cercare di porre limiti all’evasione fiscale e all’economia sommersa. Dovrebbe fare, insomma, un po’ di ordine in casa sua, sotto l’occhio vigile dell’Ocse o di qualsiasi istituzione internazionale abbastanza rispettabile.
I soldi potrebbero venire non più dall’Europa (come è stato finora), ma direttamente dal Fondo monetario Internazionale. E anche in questo caso Tsipras potrebbe vantare una piccola vittoria.
Ma, allora, se è tutto così facile, perché non si fa subito?
La ragione è molto semplice. Sulla vicenda greca è in corso un braccio di ferro fra la signora Merkel e appunto Tsipras. Il cancelliere tedesco ha di fronte a sé alcune elezioni amministrative importanti e non vuole affrontarle, avendo pubblicamente ceduto alle richieste di un populista come Tsipras, senza chiedere contropartite (i famosi “compiti a casa”). Inoltre, la Germania non vuole cedere troppo presto perché questo potrebbe invogliare altri paesi dell’area mediterranea.