MES, un voto da clinica psichiatrica, grillini schierati con Fratelli d’Italia e Lega

MES, un voto da clinica psichiatrica, grillini schierati con Fratelli d’Italia e Lega Pd a favore del patto salva Stati; a sinistra come a destra c’è tanta confusione

di Bruno Tucci
Pubblicato il 25 Dicembre 2023 - 08:24
MES, un voto da clinica psichiatrica, grillini schierati con Fratelli d’Italia e Lega Pd a favore del patto salva Stati

MES, un voto da clinica psichiatrica, grillini schierati con Fratelli d’Italia e Lega Pd a favore del patto salva Stati

Dopo il voto sul MES, se uno qualsiasi di noi legge come si sono divise le forze in Parlamento rischia di essere ricoverato in una clinica psichiatrica.

Con Fratelli d’Italia e Lega si schierano i 5Stelle; il Pd è a favore del patto salva Stati; a sinistra come a destra c’è tanta confusione per non dire il caos. Forza Italia si astiene, Renzi e Calenda (ancora una volta uniti) abbracciano l’Europa.

Insomma, l’uomo comune che dovrebbe scegliere a chi dare la preferenza è imbarazzato, non ci capisce niente. Se poi si allontana sempre più dal Palazzo e non depone la scheda nell’urna e se ne va al mare o in montagna non gli si può dar torto.

La verità è che mai come questa volta i nostri parlamentari hanno pensato più a se stessi che al futuro del Paese. Forse la maggiore sorpresa è stata quella che i grillini abbiano votato come la Meloni e Salvini. Possibile?

Certo, perché i propri interessi valgono più di qualsiasi altra cosa. Proviamo a ragionare: è ormai chiaro che a sinistra, la lotta è soprattutto fra l’avvocato del popolo e la segretaria del Pd.

Conte, costretto a lasciare quella comoda poltrona di Palazzo Chigi, medita la vendetta che al momento non può essere se non quella di diventare il vero e unico rappresentante dell’opposizione.

O comunque l’interlocutore massimo con cui discutere, dividersi o dialogare. Eddy Schlein gli fa ombra, potrebbe essere la vera avversaria in grado di intralciare i suoi sogni e magari mandarli a carte quarantotto.

Allora, ecco giunto il momento di porre la prima pietra al suo edificio. C’è il voto sul MES e a sorpresa, il capo dei 5Stelle vota con la destra che più destra non si può. Tutto questo per distinguersi dal Pd e dimostrare che in futuro il vero numero uno dell’opposizione sarà lui.

Dice no al patto salva stati e vede di buon occhio coloro i quali vorrebbero addirittura “mettere fuori gioco” il Presepe. Per i nostri bambini vuol significare non credere più alla nascita di Gesù, alla grotta con Maria e Giuseppe che vegliano su di lui, ai Re Magi, a Babbo Natale che porta i doni che i fanciulli sognano.

No, il Presepe non è più di moda: divide un mondo che si è globalizzato. Così i simpatizzanti della sinistra-sinistra prima manifestano contro gli israeliani e a favore della Palestina. Poi, cambiano argomento e prendono di mira i valori della religione cattolica.

A Padova alcuni insegnanti decidono di eliminare qualsiasi riferimento religioso che si può trovare in una canzone; a Livorno si plaude alla Festa d’inverno che non deve avere niente a che fare con il Natale. No, la nascita del bambinello non deve respingere i fanciulli     che credono in modo diverso.

Per tornare al MES e al voto più personale che politico, non ci si può meravigliare del comportamento di Matteo Renzi ed anche di Carlo Calenda. L’ex presidente del consiglio sa che le europee di giugno potrebbero rappresentare l’ultima occasione per non uscire definitivamente da quello che lui stesso ha definito il cerchio magico.

Così vota per l’Europa, non tanto perché lo ritiene giusto, ma solo per il semplice motivo che in questo modo potrà raggranellare qualche voto dagli elettori di Forza Italia stanchi di seguire un partito che oltre ad avere sempre più meno voce in capitolo appare titubante. Un esempio emblematico: il comportamento di Antonio Tajani sul MES. Si astiene lavandosene le mani come fece una volta Ponzio Pilato.

Ecco perché dopo quel che è successo in Parlamento con gli onorevoli che si insultano e gridano contro gli avversari, chi assiste a queste scene che non dovrebbero più ripetersi non sa come orientarsi e non sa quale sarà il futuro degli italiani. Non sarebbe ora di finirla con i personalismi, ce lo chiedono non i partiti di maggioranza e di opposizione, ma un paese chiamato Italia.