Come Air France, se Colaninno o Moretti, nudi col Rolex…

di Michele Marchesiello
Pubblicato il 7 Ottobre 2015 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Come Air France, se Colaninno o Moretti, nudi col Rolex...

I dirigenti di Air France denundati dai dipendenti (Foto LaPresse)

PARIGI – Nel vedere i poveri (si fa per dire) dirigenti di Air France denudati e inseguiti dalla folla inferocita dei dipendenti minacciati di licenziamento, costretti a mettersi in salvo scavalcando laceri una recinzione, mi sorprendo ad essere – insieme – turbato e perversamente invidioso per la capacità del popolo francese di mettere paura e quando occorra anche le mani addosso ai potenti che abusino della sua pazienza.

Avere una vera Rivoluzione nel proprio DNA non è cosa da poco. Da noi si riesce solo a infierire brutalmente sul tiranno quando altri hanno già provveduto ad abbatterlo. L’infinita pazienza degli italiani, il loro ubbidire ma di mala voglia, sono diventati un tratto antropologico della nostra gente, la cui storia, si sa, non ha mai conosciuto una vera Rivoluzione.

Provate a immaginare i Colaninno, i Moretti, gli Scaroni, i Ciucci (e chi più ne ha più ne metta) inseguiti dalla folla inferocita delle loro vittime: dipendenti, utenti, consumatori, tutti ugualmente traditi nelle loro legittime aspettative, per non parlare dei diritti spudoratamente violati.

Non che si voglia invocare la violenza, il Terrore, la ghigliottina in piazza: ma, confessiamolo, che festa e che soddisfazione vederli finalmente nell’angolo, spauriti, in quel che rimane dei loro Caraceni, Armani, Brioni, o a torso nudo con la sola cravatta di Marinella e il Rolex Oyster al polso. Via, sono cattivi pensieri che non bisogna coltivare, soprattutto di questi tempi, che richiedono freddezza e nervi saldi.

Però, un po’ di paura alla tracotanza del potere e degli uomini che lo impersonano, anche il nostro popolo dovrebbe sapere metterla. Bonariamente, pacatamente, con ironia, ma nella consapevolezza che esiste un limite oltre il quale la pazienza, esasperata, può degenerare e trascendere a forme incontrollabili di manifestazione della volontà popolare. Perché, come si legge al ‘considerando’ n.3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo,

“…è indispensabile che i diritti dell’uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione”.

Per tornare alla Francia: si racconta che quando il duca de La Rochefoucauld Liancourt riferì a Luigi XVI dei disordini che erano scoppiati a Parigi quel giorno e della presa della Bastiglia, il Sovrano avesse esclamato ‘ Mais, c’est une révolte !’. Al che il duca avrebbe risposto ‘Non, Sire, c’est une révolution!’ , utilizzando una metafora sino ad allora solo astronomica per sottolineare il carattere irresistibile di quel sommovimento. In certi momenti – e con certi protagonisti – basta davvero poco a trasformare una rivolta in una rivoluzione.