Pd di Renzi prosciuga i voti Forza Italia e partorirà il suo stesso avversario

di Michele Marchesiello
Pubblicato il 20 Novembre 2014 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
Pd di Renzi prosciuga i voti Forza Italia e partorirà il suo stesso avversario

Pd di Renzi prosciuga i voti Forza Italia e partorirà il suo stesso avversario

ROMA – Mi capita da qualche tempo un fatto strano: sempre più spesso i miei conoscenti e amici che si sono sempre professati fedeli e incrollabili seguaci di Forza Italia ( ne ho un certo numero ) mi comunicano compiaciuti che finalmente anche loro voteranno a sinistra, per il PD di Matteo Renzi. Dal che mi è possibile trarre un paio di considerazioni. Quei miei conoscenti e amici ‘ di destra’ o quasi hanno sempre sofferto di un inconfessato ma profondo complesso di inferiorità. Anche loro avrebbero voluto essere in qualche modo ‘di sinistra’ – cioè moderni, aperti ‘al sociale’, sensibili alla devastante crescita dell’illegalità e della corruzione – senza per questo dover passare sotto le forche caudine marxiste o, peggio, comuniste.

Li imbarazzava doversi identificare con un personaggio impresentabile e addirittura indecente come l’ex cavaliere o – peggio – con i grotteschi esponenti della sua corte. Non sfuggiva a quanti si consideravano liberal-conservatori la contraddizione cui li costringeva l’associazione con B. E, d’altra parte, anche i progressisti più avvertiti si rendevano conto che non aveva molto senso dirsi ‘di sinistra’ senza una sponda ‘di destra’. Di sinistra rispetto a chi, a cosa? Alle esangui falangi neo-fasciste, a una cultura liberal-borghese che stenta a trovare esponenti di qualche rilievo, al fantasma di Banco della DC ? No, al Paese occorreva un partito o una formazione che in qualche modo servisse da volenteroso antagonista di una sinistra trovatasi smarrita nel momento in cui gli avversari storici si erano dissolti , sulla scia di ‘mani pulite’ e dei suoi quattro apocalittici, e togati, cavalieri.

La soluzione al dilemma è stata geniale. Si trattava di produrre l’avversario per autogamia o autofecondazione , facendolo sorgere dallo stesso partito che rappresenta(va) la sinistra ufficiale.Il PD – sotto la guida impavida di Matteo Renzi – è riuscito nell’impresa di produrre l’antagonista traendolo dalle proprie viscere, utilizzando la matrice mai estinta della Margherita. E’ giunto, adesso, il momento necessario e fisiologico della scissione.E’, si direbbe, una legge di natura. Non si tratterà di una ennesima scissione , l’ultima delle tante che hanno segnato la storia del socialismo in Italia. Non accadrà questa volta che l’anima del partito venga costretta dolorosamente a spaccarsi in due, dando vita a due formazioni che rivendichino entrambe di essere le depositarie del ‘credo’ del partito. Questa volta sarà il partito stesso a produrre il proprio avversario , recependone in gran parte le sembianze, gli stili, gli obiettivi, addirittura inglobando gli avanzi sfilacciati della ormai vecchia destra. Non si tratta di espellere dal partito una minoranza dissidente, ma di espellere la nuova creatura aiutandola a collocarsi là dove la sua vocazione e la sua funzione la colloca: dall’altra parte rispetto alla sinistra. Se questo non accadrà, o se accadrà tra strepiti , rimpianti e accuse reciproche ( come in una separazione tra coniugi ) , il risultato sarà comunque quello – non si sa se più malinconico o tragico – di due personaggi che si aggireranno sulla scena politica alla ricerca dell’identità smarrita.