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“I Berlusconi come gli ebrei sotto Hitler”. Silvio lettera da Arcore-Auschwitz

di Mino Fuccillo |6 Novembre 2013 19:21

Berlusconi (LaPresse)

ROMA – “Come gli ebrei sotto Hitler…”. Berlusconi è fatto così, non va misurato con il metro di una qualsivoglia coerenza, attinenza, tra il dire della bocca che parla e il mondo reali delle cose reali. Berlusconi è fatto così: la sua mente è in stretta correlazione e attinenza con la sua bocca che parla, con le sue frasi che escono insieme e gemelle dal cuore e dall’intelletto. Berlusconi pensa, meglio dire sente, di essere perseguitato da uomini e leggi che letteralmente limitano il suo potere, il suo denaro, le sue serate perfino. E poiché Berlusconi pensa,meglio dire sente, che non vi possa essere al mondo e nel tempo nessuna persecuzione maggiore di quella che limita il suo potere, il suo denaro e le sue serate, pensa, meglio dire sente, che il migliore e più calzante possibile paragone per illustrare la sua condizione sia quella degli “ebrei sotto Hitler”.

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Arcore come Auschwitz, le interviste a Bruno Vespa come le lettere dal lager…Non è il caso di indignarsi, Berlusconi è fatto così. Pensa, meglio dire sente, che qualunque entità, legale, politica, economica o umana che sia, che gli fa da contrasto o a lui si oppone è in fondo emanazione del Male, quello profondo e maiuscolo. Non è il solo, anche Sandro Bondi la pensa, meglio dire la vive, la immagina e la canta così. Arcore come Auschwitz, le interviste a Bruno Vespa come le lettere dal lager…vien voglia evangelicamente di dire: perdona perché non sanno quello che dicono. Perdona o, di certo non sa quel che dice, sa quel che pensa, meglio dire quel che sente.

E neanche è il caso di stupirsi più di tanto, in fondo è lo stesso Berlusconi che a suo tempo disse che Mussolini mandava gli oppositori al confino, confino che in fondo “era una vacanza”. L’uomo è leggero, molto leggero nella sua cultura. Per anni ha citato un solo libro, anzi un solo titolo perché gli aveva fatto effetto: L’Elogio della follia di Erasmo di Rotterdam. sarebbe divertente chiedere a Berlusconi qualcosa, appena qualcosa, una definizione qualsiasi dell’umanesimo e ascoltare la risposta. Berlusconi è fatto così, ha il tratto, lo stile, l’attitudine alla lettura che hanno coloro che arredano la biblioteca con la copertina dei libri.

Berlusconi è cuore in mano, si vuol far voler bene. E’ assai probabile che la sua mente e la sua coscienza davvero non possano mai capire perché foraggiare e stipendiare ragazze, battaglioni di ragazze, che la sera allietavano casa sua non sia proprio e solo azione di beneficenza sociale e privata e lodevole generosità. Come è improbabile che Berlusconi possa comprendere che intercedere per Ruby in Questura da capo del governo non sia un atto di bontà. ed è da escludere che Berlusconi possa mai capire che fare e concludere affari oliando questo giudice o quell’arbitro non sia parte integrante del businnes.

Berlusconi è cuore in mano e quindi, cuore ferito e grondante alla mano, avrà di certo voluto spiegare a Vespa quanto soffriva. E per farlo, per farsi voler bene lui sofferente, a Vespa ha detto “come gli ebrei sotto Hitler”. Fino a che lo dice a Vespa…Il guaio è che Berlusconi è uno sincero e verace. Potesse di essere “come gli ebrei sotto Hitler” lo direbbe a Papa Francesco, alla Merkel, a Obama. A Putin forse l’avrà già detto e Putin magari avrà fatto anche all’amico il regalo di assentire.

“Come gli ebrei sotto Hitler…”. Risulta infatti che gli ebrei sotto Hitler guidassero partiti politici di governo, avessero la proprietà di tre reti televisive, detenessero il maggior patrimonio privato, minacciassero ogni giorno Hitler di far cadere il suo governo se non concedeva la grazia al capo famiglia…Proprio così, andava proprio così, stavano proprio così gli ebrei sotto Hitler, come stanno i Berlusconi oggi in Italia: sottoposti niente meno, se andava male,  che ad un anno di arresti domiciliari per frode fiscale.

La faccia come il fondo schiena? No, non è solo tracotanza, assenza della misura. Anzi probabilmente non è nessuno di questi vizi, vizi che si costruiscono e si coltivano. No, Berlusconi è verace, vero, sincero: la sua non è tracotanza acquisita è naturale ignoranza. E’ aprire la bocca a prendere aria, che talvolta il fiato sia venefico, come nel “noi Berlusconi come gli ebrei sotto Hitler”, in fondo è un caso: dice quel che sente e non sa quel che pensa.

La precisazione di Berlusconi. Qualche ora dopo le sue parole e la reazione della comunità ebraica arriva una precisazione da Berlusconi:

 “Una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto. La mia storia, la mia amicizia verso Israele, la mia coerente azione di governo in favore dello Stato di Israele, non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell’Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico”.

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