Berlusconi…da Pisa: decade, decade e mai non vien giù. L’Italia “gna fa”

Berlusconi...da Pisa: decade, decade e mai non vien giù. L'Italia "gna fa"ROMA- Maurizio Crozza l’ha messa in canzone, noi la mettiamo in proverbio, il senso della cantata è lo stesso: il sistema politico italiano, in fondo l’Italia tutta, “gna fa”-come direbbe Corrado Guzzanti– ad espellere il condannato Berlusconi dal Parlamento. Ci seppellirà tutti canticchia Crozza, a noi fa venire in mente la filastrocca sulla Torre di Pisa che pende, che pende e mai non vien giù, il sistema politico, l’Italia, non ce la fa…

Non ce la si fa perché farcela vorrebbe dire sancire che qui da noi le cose accadono davvero. E questo è grave oltraggio al nostro modo di vivere e di rappresentarci. Da noi le cose accadono, drammaticamente accadono. E con sommo dramma vengono rappresentate. Ma rappresentare il dramma delle cose che accadono è per la nostra nazional cultura il mezzo e il modo per far sì che poi non accadono mica per davvero. Il “ma che davvero..?” pronunciato con sapiente scetticismo e pungente realismo è l’antidoto nazionale a che la realtà sia reale.

Da anni, lustri, forse decenni viene ogni giorno, ogni sera, ogni ora rappresentato il drammatico accadere di intere categorie “in ginocchio”. In ginocchio da anni, lustri, decenni: dovrebbero essere sparite, invece son sempre lì a sbucciarsi ginocchia. Succede, ma mica davvero. Da anni, lustri, decenni, la “democrazia è in pericolo”. I “diritti sono minacciati ed erosi”. “Interi comparti produttivi rischiano di sparire…”Da anni, lustri, decenni.

Da anni, lustri, decenni la politica è morta, le famiglie non arrivano più a fine mese, le città sono camere a gas…Succede, ma mica davvero. Magari succede più e di peggio di quel che ci raccontiamo. Magari il dramma sta in quel che non ci raccontiamo (ad esempio un trentennio a “pane e sciatteria”). Quel che ci raccontiamo invece è sempre catastrofico ma lo raccontiamo così proprio perché non possa mai succedere per davvero.

Quindi Berlusconi condannato per frode fiscale ai danni dello Stato mentre era presidente del Consiglio e quindi per questo espulso dal Senato è nera catastrofe d’oppressione o arcobaleno d’argento di giustizia. Però che non succeda davvero, il paese tutto “gna fa”.

E quindi ancora votazione al Senato, nella fatidica aula, non a settembre che era presto, subito dopo la condanna, non si fa. E neanche voto a ottobre che era corsa, fretta irriguardosa. E neanche a novembre che quelli di Berlusconi stanno facendo i matti e magari sfasciano il governo. Forse si vota a dicembre. A dicembre, durante il gran circo e teatro della discussione parlamentare sulla legge di stabilità? Sta a vedere che non c’è tempo, che non è il caso.

Magari l’anno prossimo, quando sarà “interdetto” dai giudici e non “decaduto” dai senatori. Deve succedere, succederà, ma mica davvero. Succedesse davvero molti attori del gran teatro e circo, Alfano, Letta, Grillo e tanti altri dovrebbero studiare altra parte e copione. E anche l’affezionato pubblico di Berlusconi, Letta, Grillo e tanti altri dovrebbe subire lo choc di cambiare abitudini di applauso e pernacchia. No, vedrete che tutti divisi e ciascun combattendo con l’altro, “gna faremo”. Magari succede, anzi succede sicuro, ma non per davvero.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie