Derby Pil zero meno/ 80 euro in più: Renzi traballa, Grillo balla, Italia sballa

Firma dell'accordo per Electrolux a Palazzo Chigi (foto Lapresse)
Firma dell’accordo per Electrolux a Palazzo Chigi (foto Lapresse)

ROMA – Quando nel pieno mattino del 15 maggio, dieci giorni al voto, l’Istat ha diffuso il calcolo del Pil italiano nel primo trimestre dell’anno (meno 0,1%) per i non pochi che si sono messi le mani nei capelli moltissimi invece quelli che si sono fregati le mani. Non pochi hanno provato sconforto, moltissimi hanno provato soddisfazione. Vediamo il perché e il per come dell’uno e l’altro sentimento, entrambi, sia chiaro, di popolo e di gente.

Pil meno zero ha preso il posto, quasi soppiantato nel racconto politico di giornata e settimana quello che era fino al giorno prima il personaggio principale del film di emozioni/suggestioni/sentimenti che porta alle elezioni del 25 maggio. Cioè, niente meno che…gli ottanta euro! Per la prima volta da anni e anni e anni un governo invece che aggiungere tasse una tassa la taglia. A tredici milioni di persone (lavoratori dipendenti, a progetto, cassa integrati etc…) nella busta paga di maggio verranno pagati 80 euro in più. A maggio e per ogni mese successivo. Una cosa uguale, anche solo analoga, nessuno la ricorda, non appartiene alla storia e alla memoria recenti dell’Italia. Una cosa così peraltro fatta secondo “manuale di sinistra”: aumento del salario solo ai salari minimi e medi, copertura del mancato gettito da tassazione sulla rendita e da maggiori imposte sulle banche.

Gli ottanta euro erano fino al 15 maggio il personaggio principale in scena. L’antemurale su cui perfino Grillo se andava all’assalto prendeva una musata. E infatti in campagna elettorale, nella sua favolosa campagna elettorale, Grillo dagli ottanta euro girava prudentemente al largo. Meglio battere su governo e partiti ladri e mafiosi e…Ma gli ottanta euro no, da quelle parti l’opposizione rischiava e rischia la musata. Ma improvvisamente il Pil zero meno, compare, dribbla, soppianta gli ottanta euro. Fiutano l’aria sia i Brunetta di Forza Italia, che invita con il Pil a zero meno Renzi a cancellare gli ottanta euro in più, che i parlamentari di Vendola che “è ora che Renzi rifaccia i suoi conti smontati”. Fiutano l’aria tutti quelli che sbrigativamente Renzi ha catalogato come “gufi e sciacalli”.

Sono tanti, tantissimi e non certo solo “gufi e sciacalli”. Sono tutti quelli che Renzi prima si sgonfia e smonta e meglio è. Meglio è perché, pensano in tantissimi, è un’illusione, una pericolosa illusione. Meglio che sgonfi e smonti presto perché, pensano in tantissimi, Renzi è pericoloso. Pericoloso per quella sua voglia/ossessione di cambiare la Pubblica Ammnistrazione, i sindacati, la Rai, le leggi sul lavoro, la spesa pubblica…Tutto questo cambiare, oltre che impossibile, è nocivo al paese. Lo pensano a milioni anche se non tutti lo dicono con sincera chiarezza. A pensarla così ce n’è nel Pd e nella Cgil, nei Centri sociali e nei Cub, nell’elettorato di Sel e della lista Tsipras. Ce n’è a mucchi tra gli elettori di Alfano e a tonnellate tra quelli di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, tre varianti della robusta reazione italiana, reazione più che conservatorismo. Ce n’è e non sorprenda e non stupisca al fondo e al cuore dell’elettorato M5S e del cosiddetto “grillismo”. Qui vige l’equazione secondo la quale il cambiare se gestito dalla politica è ingannare. Quindi il maggior riformatore è il peggior imbroglione.

I moltissimi del prima Renzi smonta e meglio è si sono fregati le mani di soddisfazione alla cifra del Pil zero meno un per cento. Non si sono fregati le mani invano: con un Pil così Renzi traballa. Non tanto e non ancora il suo governo quanto proprio la sua forza, io suo messaggio, la sua diversità da chi c’era prima. Con il Pil a zero meno significa che non c’è ripresa e senza ripresa economica non c’è Europa che consenta e accompagni politica economica diversa a livello continentale. Con il Pil a zero meno o anche a zero più striminzito Renzi vien giù come una pasta frolla perché tutto il suo governare si basa sul cambiare i connotati a ciò che blocca l’economia del paese. Ma se lui sblocca e l’economia resta ferma anche il suo sbloccare diventa inutile. Inutile e quindi ancor più fastidioso per chi lo subisce.

Renzi quindi traballa e Grillo quindi balla. Balla su una piattaforma di consenso solida e che si allarga. Balla su questo Pil zero meno perché “l’ha detto lui” che di Renzie non ci si può fidare. Balla Grillo e può perfino accostarsi agli ottanta euro per sussurrare, come Brunetta, che a maggio arrivano e forse anche a giugno ma poi chissà. Balla Grillo e ne ha motivo. Peccato però che inevitabilmente balli un po’ anche sulla carcassa del paese. Perché se nel 2014 il Pil resta stabilmente dalle parti di zero, se gli ottanta euro spariscono a fine anno e forse prima, se va così, se Renzi si smonta prima ancora che sfarinarsi, non ci sarà un solo signor Mario Rossi che nel durante non ci rimetterà bei soldi di tasca sua. Qualunque cosa pensi e voti il signor Mario Rossi se Pil è zero e 80 euro sono eccezione, è in tasca sua che si va a prendere, è anche lui in prima persona che ci rimette. Da pensionato, dipendente, autonomo, precario, imprenditore…qualunque cosa sia.  Se l’Italia sballa  non ci sarà gran distinzione tra chi il 15 maggio si era messo le mani nei capelli per lo sconforto e chi si era fregato le mani per la soddisfazione.

Per ora guardare agli ultimi nove giorni prima del voto, ormai un derby. Derby tra i due veri campioni tematici della campagna elettorale: il Pil zero meno e gli ottanta euro. Guardate chi tifa per l’uno o per l’altro. Guardate e saprete molto di chi state per votare, come dopo averlo guardato al fondo degli occhi.

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