Letta: “Quei 14 euro, una calunnia”. Premier offeso dall’aritmetica

Enrico Letta
Enrico Letta

ROMA – Enrico Letta per mezz’ora e più davanti a Lilli Gruber in tv: era calmo, sereno, sicuro. Sicuro di arrivare da capo del governo al 2015, sicuro che non ci sono alternative, sicuro che smuovere da lì lui e il suo governo sarebbe comunque un andar peggio e sicuro che in Italia, e anche in Europa, sono pronti e disposti ad accontentarsi di tutto pur di non sbattere il muso contro il peggio, in particolare il “peggio” italiano. Una sola cosa innervosiva, turbava, anzi offendeva il premier: quei 14 euro.

E cosa sono mai quei 14 euro? Sono il primo calcolo fatto con qualunque calcolatrice e poi stampato sui giornali e poi diventato titolo su carta stampata, in televisione e sul web. Calcolo di che? Si prende il miliardo e mezzo circa che l legge di stabilità destina al taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Lo si divide per il numero dei lavoratori dipendenti, neanche tutti perché i redditi sopra i 55/60 mila euro lordi sono esclusi dal beneficio, e si ottengono alla grossa e in media 14 euro a testa al mese di meno tasse in busta paga. Si ottengono, anzi si ottenevano: calcoli un po’ più precisi fatti nei giorni seguenti hanno chiarito che i redditi da lavoro dipendente intorno ai 30 mila euro lordi annui possono anche arrivare a ben 18 euro al mese di vantaggio. Ai redditi sopra questa soglia di retribuzione lorda invece tocca calcolatrice alla mano un beneficio da dieci, cinque, tre euro.

Ma questo calcolo offende il premier, che si dice e mostra offeso più volte nella mezz’ora e più in tv. Non esita Letta a dire che si tratta di una calunnia messa in giro da “chi vuole il male del governo” e, s’intende, del paese. “Quattordici euro-dice Letta-una cifra che nessuno ha mai fatto e che non trovate scritta nella legge”. In effetti nella legge la cifra non c’è. C’è quella del miliardo e mezzo (sia detto per inciso, Letta in tv dalla Gruber dice cinque miliardi ma si dimentica di chiarire che sono cinque in tre anni e che per il 2014 ce n’è solo uno e mezzo, una dimenticanza, a chi non capita?). Miliardo e mezzo che se lo dividi per i milioni di lavoratori dipendenti dà 14 euro o anche meno, dipende.

Ma qui Letta si offende al quadrato, anzi al cubo: “Fosse per me concentrerei lo sgravio su famiglie con molti figli e sui redditi medio bassi, comunque il governo ha messo a disposizione cinque miliardi (uno e mezzo presidente ndr) e sarà il Parlamento e saranno le forze sociali a scegliere e decidere a chi vanno e come vanno”. Quindi la “calunnia” dei 14 euro verrà sbugiardata e finalmente si vedrà dopo il percorso parlamentare della legge di stabilità che per qualcuno gli euro saranno magari 25 al mese e per qualcun altro magari zero. Perché se quel che c’è da dividere è sempre un miliardo e mezzo per cambiare il risultato della divisione (i 14 euro) non c’è che diminuire il numero di coloro che di euro ne prenderanno qualcuno. E, spiace per il premier, lui si è fieramente offeso con l’aritmetica.

Aritmetica che ha il difetto di dar scintilla e fuoco alla coda di paglia del governo sulla legge di stabilità. Perché coda di paglia? Perché è una legge che pesa e picchia sui pensionati bloccando la rivalutazione degli assegni per molti anni tra quelli del blocco già in vigore e quelli del blocco rinnovato. Blocco che porta a danno a vita, per tutta la vita retributiva del pensionato in quanto non vi è recupero del non percepito. Blocco che lima pensioni da sopravvivenza e blocco che erode alla lunga alle le pensioni medio alte: nessuna pensione resiste a cinque anni di blocco, scalano tutte di categoria, vengono tutte retrocesse.

Legge che picchia e pesa sul risparmio con nuova tassa. Legge che picchia e pesa sulla proprietà immobiliare con una nuova possibile Tarsi che può arrivare alla mostruosità del doppio e più dell’Imu sulla prima casa: 9 miliardi da pagare invece di 4 se i Comuni applicano l’aliquota del 2,5 per mille. Aliquota che diventa libera nel 2015 e quindi potrebbe salire ancora. Ma si rendono conto di che leggi fanno? Quando in Consiglio dei ministri approvano, sanno che approvano. Lo sa Letta di aver approvato una cosa che può raddoppiare l’Imu prima casa nel 2014, triplicarla nel 2015 e aumentare l’Imu sulla seconda casa? Anche questa è “calunnia”, anche il 2,5 per mille scritto nella sua legge?

A proposito di seconda casa e di quel che mettono nelle leggi: si legge che la seconda casa non affittata sarà punita dal fisco ripristinando l’Irpef da pagare sulla sua rendita catastale. Ma questo solo se la seconda casa ce l’hai nel Comune dove risiedi. Se la seconda casa ce l’hai al mare, in montagna e campagna, allora il fisco non ti punisce più. Anche un bimbo capisce che così il ricco vero fissa la sua residenza al mare ed evita l’Irpef sulle case in città mentre l’agiato che ha investito i suoi risparmi in una seconda casa in città viene punito. Ma lo sanno quel che approvano? Evidentemente no. Ormai ci siamo abituati, ci siamo immersi dentro. Ma è dal novembre 2011 che in questo paese la tassazione sulla casa è incerta, ignota, fluttuante, incalcolabile.

Due anni senza sapere chi, come, dove, quanto paga. L’unico paese al mondo. E continuerà così: non si sa se si paga l’Imu 2013 seconda rata entro il 16 dicembre. Comunque il 16 gennaio 2014 è la data obbligatoria per pagare la prima rata della Tasi. Della Tares si sta pagando il conguaglio-aumento ma a dicembre deve arrivare la Tarsi. Non sanno quel che scrivono nelle leggi e non è detto, signore dei governi, che per questo vadano perdonati.

Letta premier offeso dall’aritmetica che mostra con una calcolatrice alla mano, ma anche con una penna biro e un foglietto, che se resta uguale la spesa o abbassi le tasse in deficit e debito o non le abbassi. Aritmetica che mostra come le tasse quindi restano quelle di prima e pure peggio allestite e cucinate di prima. Aritmetica che dimostra come nella legge di Stabilità ci sia davvero una sola cosa, appunto la stabilità. Letta dice che è la cosa più preziosa, quella che conta davvero. Non è escluso che abbia una qualche ragione in proposito. Però dica quel che è e non si offenda con l’aritmetica e non sbuffi indignato fumo, solo fumo, di tasse calanti  e calunnie montanti.

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