Facebook, si vende bimbo per avere smartphone: la fantafonte

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 10 Marzo 2016 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA
Facebook, si vende bimbo per avere smartphone: la fantafonte

Facebook, si vende bimbo per avere smartphone: la fantafonte

ROMA – Facebook, usare il social network per mettere in vendita niente meno che un bambino, il proprio bambino. E realmente venderlo, in cambio dei soldi necessari all’acquisto di uno smartphone. E dove tutto ciò? In una remota regione della Cina. Ma è successo davvero? La risposta a questa domanda è sempre più spesso considerata un optional, un orpello, un impaccio. Su La Stampa Gianluca Nicoletti battezza il fenomeno, anzi ormai l’abitudine, la consuetudine. La chiama la “Fantafonte”.

Fantafonte è “esotica, improbabile, perfetta per alimentare sdegno o consenso, comunque traffico….la fantafonte è il giacimento più ricco”. Già, la fantafonte non si discute, si pubblica. Nicoletti non poteva battezzarla con più efficacia, fantafonte appunto. Tutta fantasia, ma comunque assunta e usata come fonte. La fantafonte non solo non è soggetta a verifica. Questa della verifica in effetti è un mito intorno al sistema di comunicazione di massa. Il sistema poco verifica perché poco può realmente verificare. Una verifica puntuale di ogni notizia impegnerebbe legioni di addetti, settimane di tempo, migliaia di euro a verifica. La verifica nel sistema di comunicazione di massa non c’è e non ci può essere nella stragrande maggioranza dei casi. La si fa solo in casi eccezionali. Per il resto ci si si affida (affidava?) alla credibilità e lavoro delle fonti appunto di notizie.

Fonti sono le agenzie di stampa dove professionisti raccolgono e smistano quel che altre fonti producono: i governi, i partiti, i sindacati, le associazioni, le istituzioni, comitati, i singoli cittadini, le squadre di calcio, gli uffici stampa, chiunque voglia far sapere qualcosa a qualcuno. Da queste fonti la comunicazione di massa trae il materiale, le notizie, che elabora nel suo prodotto. Queste fonti hanno diverso grado di attendibilità ma tutte rispondono in prima persona di quel che comunicano. Si sa insomma chi dice cosa e ci si può regolare di conseguenza.

La fantafonte invece non solo è esente da verifica come le altre, è esente anche dal fastidio e obbligo della credibilità e della responsabilità. Un letteralmente signor chiunque immette nel circuito una storiella come quella del bambino venduto via facebook e non solo nessuno va a verificare. Questo è ovvio, mica si può partire per la Cina per vedere se è vero. Molto meno ovvio è che la fantafonte sia esentata dal vaglio e dal filtro della plausibilità. Per la fantafonte vale il contrario: più la spara grossa, improbabile, implausibile e più viene accolta nel circuito.

Perché, dice Nicoletti, fa “traffico”. Nella lettura di Nicoletti la questione sembra riguardare solo la Rete, il Web. Non è così, il meccanismo della fantafonte opera anche in televisione e sulla carta stampata. Basta guardare Rai o Mediaset del pomeriggio che pullula, anzi vive di “strano ma vero” che di vero hanno solo la messa in onda. Ma anche a sera, anche nei migliori telegiornali, la fantafonte trova spazio: quella che spara implausibili numeri sugli italiani che partiranno domani per le vacanze, quella che spara implausibili numeri sull’ondata che sbarca, quella che spara implausibili cure, diete, amori e tradimenti.

E la carta stampata è piena di “giallo” quando la notizia sparata risulta infondata o di “imbarazzati silenzi” quando la notizia sballata non viene commentata e di “anonimi” che svelano tutto e non si rivelano mai, tanto meno quando la “rivelazione”, esaurito il suo compito di richiamar attenzione, si rivela non fondata, neanche lontana parente dei fatti e della realtà.

La fantafonte per il sistema di comunicazione di massa e ovviamente anche per i social network è più efficiente e redditizia della fonte attendibile o comunque codificata. La fantafonte assicura maggior materiale di richiamo, costa nulla, ha quindi un rapporto costi/benefici massimo, dà garanzia di risultati sul mercato. Quindi…quindi anche Nicoletti che titola sul bambino venduto la sua amara riflessione e anche questo testo similmente titolato giocano con l’effetto fantafonte. Ci sentiamo tutti nel mondo della comunicazione molto astuti e realisti, il mondo va così…

Astuti e realisti come gli antichi abitanti dell’Isola di Pasqua che si sentivano astuti e realisti nel disboscare l’isola di piante e alberi veri ed erigere statue di pietra a gloria delle divinità che avrebbero gradito e garantito raccolti, frutti, cibo. Finirono per morire di carestia alimentare all’ombra delle grandi statue di pietra, proprio quando avevano imparato a fare a meno degli alberi e piante veri…Tranquilli, non è una profezia apocalittica, a finire per carestia e inedia saranno di questo passo l’industria e il mestiere e il mercato della notizia. Quello delle chiacchiere, delle favole e delle fole non avrà problemi, anzi ingrasserà.